Viaggiare a Venezia è un’esperienza unica, indimenticabile. Una città lagunare dove non esistono automobili, ma barche e gondole che danzano sull’acqua, affollando i canali.
La prima sensazione è quella di trovarsi in un posto surreale, una sorta di labirinto da percorrere sempre a piedi, dove le strade conducono ad anfratti unici, palazzi dallo stile arabo e gondolieri che indossano, come di consueto, pantaloni scuri e marinara bianca a righe.
Le calli, tipiche strade veneziane incassate tra due edifici, sono i sentieri che conducono turisti e cittadini verso il classico, ma pur sempre imperdibile, itinerario: Piazza San Marco, Palazzo Ducale con il suo campanile, Ca d’Oro, il Museo Correr, il Ponte di Rialto e quello dei Sospiri, il Canal Grande, la Torre dell’Orologio, le Gallerie dell’Accademia e tanto altro.
La città è vissuta con incredibile frenesia, soprattutto dai turisti che l’affollano tutto l’anno. Chi desidera invece vivere una Venezia in miniatura e meno frequentata, può facilmente raggiungere, con un traghetto, altre isole ugualmente incantevoli.
Una delle più importanti è l’isola di Murano, famosa in tutto il mondo per la lavorazione del vetro. Qui, nel XIII secolo, furono trasferite le fornaci da Venezia come misura di sicurezza contro il pericolo di incendi. Si iniziò a diffondere, così, la particolare tecnica della soffiatura del vetro.
Il Cinquecento fu il secolo d’oro per Murano: il vetro veniva esportato in tutto il mondo poiché le caratteristiche di questo materiale affascinavano ogni cultura. Ciò fu possibile soprattutto grazie al lavoro di grandi maestri vetrai, come Angelo Barovier, che garantirono alla città di Venezia un predominio artistico tale da far incrementare vertiginosamente la sua produzione di oggetti in vetro.
Il metodo di lavorazione più classico era quello della soffiatura e della modellazione a mano del vetro, attraverso l’utilizzo di pinze e forbici. Per ottenere il vetro si fondevano a 1500 gradi la sabbia di silicio, la soda e la calce. La temperatura era un fattore rilevante affinché l’oggetto acquisisse la consistenza giusta per essere lavorato. La massa ottenuta veniva poi “soffiata” ottenendo un palloncino chiamato “colletto” che, dopo diversi procedimenti, acquisiva la grandezza e la forma desiderata. Ancora oggi i processi di lavorazione restano invariati.
Murano non è soltanto l’isola del vetro soffiato. Per quanto riguarda l’aspetto storico-artistico, infatti, accoglie uno dei migliori esempi dello stile veneto-bizantino che si possano ammirare: la Basilica dei Santi Maria e Donato.
Una curiosità che non tutti conoscono è, inoltre, la presenza di un faro molto importante, una costruzione cilindrica in marmo d’Istria posizionato più all’interno rispetto al mare. Il suo fascio di luce punta verso il centro della Bocca di Porto del Lido che, grazie a un ingegnoso gioco di specchi, permette alla navi di illuminare la via e rientrare durante la notte. Questa serie di effetti ha radici ben lontane. Nel Medioevo, infatti, il faro, costruito in legno, aveva in cima dei fuochi che creavano una luce così intensa da produrre in acqua un gioco di riflessi. Una tecnica che permetteva di illuminare perfettamente la Laguna.Murano è un’isola che sorprende per la sua arte, per i suoi palazzi dai colori vivaci e per il suo panorama mozzafiato. Una meta davvero imperdibile soprattutto nel periodo del Carnevale di Venezia
*foto di Simona Testa©