I tempi che attraversiamo, questi nostri giorni frenetici che si rincorrono e si scalzano l’un l’altro nella velocità di un click, hanno riaperto le porte al buio, all’oblio. Tutto è travolto da un vortice nero: coscienze, sentimenti, ragione, progresso. Ricordare, avere memoria, è l’arma migliore per resistere alla barbarie.
Lo sa bene Anna Copertino – giornalista – da sempre impegnata, attraverso le pagine del suo quotidiano online, RoadTV Italia, a offrire un luogo d’approdo a quelle storie che sembrano, invece, destinate alla futilità del vento. Racconti di violenze, di morti, di omicidi, di mani diverse, da quelle della camorra a quelle più subdole, ma non meno colpevoli, degli Stati. E, ancora, mariti gelosi, amicizie sbagliate, clan rivali. Non c’è differenza quando una vita saluta il presente in una traccia di sangue.
Ed è così che, dopo anni di impegno sul territorio, di lavoro al fianco di Libera, di un rapporto sempre più intimo con i familiari delle vittime della criminalità organizzata, la reporter napoletana ha pensato di trasformare quelle tante testimonianze in brevi narrazioni da riavvolgere attorno a un nastro di carta e passione, un’antologia che prende il nome di un sentimento: Un giorno per la memoria.
Figlia della rubrica Vittime di camorra, inaugurata nel 2010 e realizzata con l’aiuto e le testimonianze di genitori, figli, amici, parenti delle vittime innocenti di malavita, la raccolta Un giorno per la memoria lega a un unico filo trentuno storie di persone, trentuno vite strappate al futuro per vendetta o per errore, trentuno incontri con un destino sbagliato, trentuno specchi nel quale osservarsi e sentirsi, in parte, corrensponsabili.
Dal corpo della giovane Annalisa Durante usato come scudo da un boss di Forcella, passando per la Mehari verde in cui Giancarlo Siani fu raggiunto dai proiettili del clan sul quale indagava con il suo taccuino, o alla vendetta contro mamma coraggio, Teresa Buonocore, colpevole soltanto di amare le proprie figlie anche oltre se stessa, fino al mare che ha cullato gli ultimi attimi del piccolo Aylan Kurdi, non c’è responsabile, caduto o cimitero che sia diverso da un altro. Ogni storia porta con sé il proprio messaggio drammatico, una richiesta di giustizia a cui ancora il mondo sembra essere sordo, così troppo impegnato nella futilità dei suoi tribunali virtuali che su ogni cosa dibattono ma che su nulla incidono, se non negativamente, con tutto l’odio che riescono a generare e diffondere.
Nel corso di una toccante intervista, la responsabile del progetto editoriale (edito da Homo Scrivens), Anna Copertino, racconta la genesi della raccolta, il rapporto con i familiari e con gli amici scrittori e giornalisti che hanno prontamente offerto la propria penna e la propria sensibilità a una causa tanto nobile quanto troppo spesso data per scontata. Emozionata ed emozionante, la cronista sottolinea l’importanza del ricordare, la necessità di non lasciarli passare invano. Nessuno dei protagonisti, nessuno degli altri innumerevoli nomi e volti che non hanno trovato spazio tra le pagine del volume.
Un giorno per la memoria è un’eredità da raccogliere e diffondere. Ognuno deve fare la propria parte.
Il video completo dell’intervista: