Nello Spazio Salvatore Serio, galleria d’arte in via Oberdan 8, a Napoli, dal 27 settembre – con il Vernissage e la live performance alle ore 18:00 – inizierà la mostra d’arte pittorica trAmando di Rita Esposito, curata da Daniele Galdiero, che resterà aperta fino al 6 ottobre 2018, con ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 16:30 alle 19:30. L’artista napoletana continua la sua ricerca per la conoscenza dell’Epifania del Femminile, la manifestazione di ciò che è l’essenza dell’essere donna, e il concept del nuovo progetto sarà rappresentato visivamente da un fiume di rose per raccontare la meraviglia del Sacro Femminino. Durante la performance, ci sarà anche la lettura del testo Il Gesto Sacro di Chiara Tortorelli, scrittrice e studiosa delle idee e dei processi culturali.
Lo spazio espositivo della mostra accoglierà tre grandi tele dipinte a olio: due fanno parte del più ampio progetto intitolato bellaMbriana, che rappresentano la femminilità nella fanciullezza (PrimaVera) e nella maturità (Passerà), mentre la terza ha il titolo trAmando, gerundio del verbo tramare che contiene anche la stessa forma del verbo amare. Nella manifestazione dal vivo, inoltre, Rita Esposito inizierà un manufatto artistico formato dall’unione di rose realizzate all’uncinetto, una pratica che ha imparato fin dalla più tenera età osservando l’intreccio delle mani al lavoro delle figure femminili presenti nella sua famiglia. Un’opera d’arte, quest’ultima, che intende essere supportata dalle dita di altre donne, in un agire comune che è metafora della vita stessa, nel suo evocare la necessità umana di giocare con il filo dell’esistenza per tramandare conoscenza e originare bellezza nella meraviglia della coesistenza in pacifica armonia.
L’attività dell’autrice, architetto e artista, è da sempre dedicata, d’altronde, al tentativo di promuovere quella condivisione delle arti che produce una trama relazionale, emozionale ed espressiva che superi le logiche individualiste e di mercato e si innesti nel tessuto sociale. La collaborazione con Daniele Galdiero, architetto e fotografo, suo compagno di strada nella vita e nell’arte, inoltre, ha fatto nascere anche lo spazio web di Arte_pagina22, dove gli artisti raccontano di altri artisti. Dalla mostra pittorica AmaZone, dedicata alle donne-guerriere del nostro tempo, nel 2012, a quelle intitolate sineSIN, che indaga sulla controversa questione del peccato capitale, e Me Dea, con opere di pittura e scultura, dove si racconta di una donna che cerca e trova dentro di sé la propria dea (entrambe del 2014), la sacralità di cui ci racconta Rita Esposito nasce proprio dall’etimologia del termine sacro, che rimanda a ciò che è separato dalla vita quotidiana, perché riguarda una realtà altra, trascendente, anche se costituisce quell’ambiente eterno dove è immerso il mistero, inesprimibile ma potente, dell’essere al mondo.
In seguito, con la personale di bellaMbriana del 2016, che accosta in maniera originale la figura della tradizione partenopea agli organi genitali femminili esposti con un senso di gioia e che richiama la sacralità delle dee matriarcali, e con la più recente prova di pittura e performance di Obscura per Obscuriora del 2018, l’artista ci dà prova della capacità dell’arte di evocare l’indicibile ma necessaria presenza, che si manifesta nell’Epifania del Femminile, di quel sentimento del mondo caratterizzato dalla rete degli affetti e dalla cura reciproca che riguarda gli uomini e le donne della comunità. Il tempo e le violenze della storia, quindi, hanno spesso oscurato la tradizione della condivisione e la solidarietà originaria, facendo prevalere l’individualismo, l’agonismo e la sopraffazione sociale, dove gli esseri umani si comportano da individui che dimenticano di appartenere a una specie comune. L’arte può e deve riproporre all’umanità contemporanea la sacra matrice naturale e ambientale dimenticata, ma da cui tutti noi proveniamo.