Dimenticate i soliti programmi tv che vi raccontano un romanzo e ne incensano l’autore, il quale, come per magia, appare dal dietro le quinte a completare l’opera di sponsorizzazione del suo nuovo e ultimo capolavoro già disponibile in libreria. Quello che l’emittente televisiva satellitare Sky, con il suo canale tematico concerne al mondo della cultura, Sky Arte, propone, relativamente ai libri, è spesso uno sguardo ravvicinato ai capolavori più o meno noti, raccontati da chi i volumi di carta li legge, li interiorizza, si lascia coinvolgere al punto da assorbirne personaggi, luoghi e situazioni. Torna Booklovers – alla sua seconda edizione – e il suo viaggio tra storie, protagonisti, autori e interpreti. Il giovedì sera, alle 21.15, il canale 120 della piattaforma, si fa teatro di narrazioni eleganti, di analisi approfondite dei generi letterari, a cosa essi servano, e quanto incidano sulla vita delle persone, siano esse semplici lettori o attori teatrali che ben volentieri si lasciano condizionare dalle personalità che affrontano sulla pagina.
Giorgio Porrà, ogni settimana – attraverso un buon ritmo e un intrigante montaggio video, confezionato da immagini limpide ed evocative – racconta una nuova città italiana, studia, scompone ogni genere letterario, legge brani che ne evidenziano le peculiarità, il carattere, infine, incontra i suoi ospiti: uno scrittore esponente del genere e un personaggio che ne interseca l’essenza come attori, musicisti, artisti in generale, anche a voler sottolineare il forte legame che la scrittura ha sempre avuto con il cinema, la musica, il teatro, e il mutevole scambio tra essi.
Ieri, nella puntata inaugurale dello show, il giornalista prestato da Sky Sport, in compagnia dell’autore pugliese Gianrico Carofiglio e dell’ormai celebre boss di Gomorra, Fortunato Cerlino, ha affrontato il tema de “il doppio”.
Tante le citazioni illustri estrapolate dai classici, da Pirandello (Uno, nessuno e centomila), a Mary Shelley (Frankenstein), passando per Emily Dickinson e Shakespeare (Macbeth), senza dimenticare Il Sosia di Dostoevskij, con un forte richiamo al passato tornando indietro nel tempo fino a Plauto.
Booklovers sembra aver, di fatto, sostituito il vecchio Bookshow prodotto sempre da Sky in collaborazione con la casa editrice Minimum Fax. Nell’ormai vecchio format – certamente diverso nell’intento, nello scopo narrativo, ma forse più empatico nei confronti del pubblico, più coinvolgente e vicino alla pancia dei lettori – i protagonisti, dalle loro città, raccontavano il legame con quei loro luoghi dell’anima e, quindi, con le letture che ne avevano segnato la crescita tra quei vicoli, il carattere, persino la carriera, offrendo un’interessante e nuova chiave di lettura per imparare a guardare con occhi diversi ciò che circonda l’essere umano e, quindi, se stesso.
A tratti, il programma di Porrà, al confronto con il vecchio inquilino dei palinsesti di Sky Arte, perde di forza emotiva, di coinvolgimento dello spettatore, si eleva su un gradino che sembra tener fuori i non addetti ai lavori, al contrario del predecessore, più amichevole anche nella proposta di interviste ai lettori delle città protagoniste della puntata, o nel simpatico trucco di lasciar adottare ai passanti un libro trovato a terra.
Nel proporre questo confronto, però, va sottolineato l’intento del giornalista di non voler proporre un surrogato di Bookshow, ma un nuovo tavolo di analisi e dibattito letterario da condividere con professionisti del settore. Booklovers insegna a guardare alle novelle da una nuova prospettiva, a leggere tra le parole, ma soprattutto tra gli spazi rimasti vuoti, quelli dove solo lo spirito del lettore può intervenire a dare una direzione al romanzo, a non dare per scontato le scelte dell’autore, a riconoscerne l’intento al momento della stesura, a immaginarne lo scontro con se stesso, la fatica di leggere e mettere ordine dentro il caos che vive in quest’ultimo.
Un programma, Booklovers, che stimola la voglia di leggere dello spettatore, consiglia e allarga i riflettori su opere meravigliose, alcune veri e propri capisaldi della letteratura, impronte che hanno segnato l’evoluzione dei generi analizzati.