Il Castello Aragonese di Baia, voluto dagli Aragonesi nel 1495, sorge su un promontorio tufaceo che domina il golfo di Pozzuoli e di Baia, area di grande importanza strategica, difesa a est da un dirupo tufaceo che si trova a picco sul mare e a ovest dalla depressione data dalle caldere che fanno parte dei Campi Flegrei con l’aggiunta poi di mura, fossati e ponti levatoi. Una fortezza, ai tempi, davvero inespugnabile.
La costruzione del castello fu affidata a Francesco di Giorgio Martini, architetto senese, su richiesta del sovrano Alfonso II d’Aragona. La struttura, però, fu modificata a causa dei danni causati dall’eruzione da cui si formò il Monte Nuovo nel 1538 e per volontà di Pedro de Toledo, Viceré spagnolo. Nonostante le modifiche, l’edificio mantenne comunque la sua funzione di fortezza militare durante il vicereame spagnolo, il dominio austriaco e il regno borbonico. Tuttavia, dopo l’Unità d’Italia fu abbandonato e cominciò così un periodo di lenta decadenza in quanto, non più utilizzato per scopi militari, nel 1887 passò sotto l’amministrazione prima della Marina, poi del Ministero dell’Interno, infine di quello della Difesa.
Nel 1927, lo Stato concesse il Castello Aragonese al Reale orfanotrofio militare e durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzato come carcere militare e come soggiorno per prigionieri di guerra. Dal 1975, invece, passò nelle mani della Regione Campania, ma soltanto nel 1984 fu consegnato definitivamente alla Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta, diventando sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei che espone documenti eccezionali provenienti da Baia, Miseno e Bacoli: l’imponente Sacello degli Augustali, il complesso delle sculture del Ninfeo di Punta Epitaffio, la raccolta dei gessi di Baia e tanto altro.
Per la prima volta, l’Associazione Culturale Timeline Napoli ci accompagnerà alla scoperta di questo posto antico con quattro imperdibili appuntamenti chiamati Il Castello di Baia e la Fortezza del Tempo, di cui il primo si terrà proprio questo venerdì 20 luglio, dalle 16:30 alle 19:30 con prenotazione obbligatoria. I visitatori potranno ammirare luoghi non sempre accessibili al pubblico, come le vecchie prigioni e la cappella della Madonna del Pilar.
Le prigioni erano divise in tre zone differenti, una in prossimità del Corpo di Guardia, una all’ingresso della fortezza e l’ultima nei locali sottostanti la Prima Batteria S. Antonio. La cappella della Madonna del Pilar, invece, probabilmente costruita intorno agli inizi del Seicento, fu edificata in uno dei punti più alti del castello, vede il suo ingresso a est e si presenta in uno stile semplice all’esterno, mentre al suo interno vi sono modanature, stucchi e cornicioni di gran rilievo.
Una visita all’insegna della cultura, della storia e soprattutto della scoperta in compagnia di un team, quello formato dai ragazzi di Timeline, davvero competente che vuole condurre turisti e curiosi in un viaggio speciale e imperdibile per approfondire la conoscenza di questo luogo e incontrare personaggi che hanno vissuto tra le sue mura fino al giorno della loro morte.