The Move è un innovativo progetto di educazione medica. Il programma, volto agli studenti di medicina che frequentano il corso di neurologia, si basa sulla simulazione che utilizza giochi di ruolo. Lo scopo è difatti quello di insegnare, ai futuri neurologi, la semeiotica non solo in maniera teorica ma anche pratica. Questo avviene attraverso la recitazione. Vi sono delle vere e proprie lezioni dove vengono mimati i segni motori delle diverse patologie.
Il progetto, principalmente, ha due scopi: stimolare l’apprendimento per coinvolgere in maniera attiva gli studenti – l’ambiente ludico facilita l’apprendimento ed elimina possibili tensioni – accrescere l’empatia del professionista. L’empatia, infatti, non si impara sui libri e l’immedesimazione porta gli studenti a riflettere sulle reali difficoltà di una persona affetta da una determinata patologia, nella vita quotidiana.
Negli incontri sono illustrate le principali sindromi neurologiche e i disturbi del movimento. Ad esempio, la distonia che si caratterizza da contrazioni muscolari involontarie di lunga durata (sostenute) che possono forzare le persone in posizioni anomale, causando una rotazione di tutto il corpo, del tronco, degli arti o del collo; i tremori, la sindrome parkinsoniana, una sindrome extrapiramidale caratterizzata da rigidità muscolare che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi; le crisi epilettiche che possono provocare movimenti involontari o convulsioni, ictus, emiparesi, ecc.
Il progetto prevede una “sfida” finale, anche se gli studenti preferiscono chiamarla dimostrazione. I diversi gruppi mettono in scena, come dei veri attori di teatro, le varie sindromi neurologiche all’interno della vita quotidiana. Scenari, dunque, totalmente al di fuori della classica visita medico-paziente. Coloro che aderiscono al progetto sono infatti divisi in gruppi e valutati da cinque neurologi che decretano il vincitore sulla base di fedeltà della rappresentazione con la semeiotica delle sindromi neurologiche e creatività.
Vi parlo di questo interessantissimo progetto perché sono proprio degli italiani a vincere, nel 2023, la competizione. Si tratta di un gruppo di studenti di medicina capitanato da Lorenzo Bresciani, classe 1996, specializzando di neurologia presso l’Università di Padova. Il gruppo ha messo in scena il lavoro presso l’ospedale Salpêtrière, istituto d’eccellenza francese, portando a casa la vittoria. Presenti, durante la giornata, anche alcune associazioni in rappresentanza dei pazienti che hanno accolto in maniera positiva il progetto. Il termine empatia deriva dal greco en-pathos (sentire dentro) e rappresenta dopotutto proprio la capacità di mettersi “nei panni degli altri”, di calarsi nel loro vissuto per comprenderne il pensiero, le opinioni, le sensazioni, le emozioni. Attraverso tale processo, riconoscersi in loro.
Ho chiesto al Dott. Bresciani se è stato difficile, da medico, calarsi nei panni di un attore di teatro e mi ha risposto dicendomi che il progetto è stato accolto dal suo gruppo di lavoro con entusiasmo e partecipazione: «Certamente recitare è stato complicato, soprattutto per la precisione dei segni clinici da dover mettere in scena. I minimi dettagli nei movimenti sono infatti fondamentali per permettere di formulare una corretta diagnosi». Il Dott. Bresciani continua: «La neurologia è affascinante perché un buon esame obiettivo ti indirizza in maniera importante e ogni movimento ha la sua eloquenza».
Sappiamo bene che senza la parte della clinica, spesso, un esame strumentale si trova a perdere di significato e di valore e anche il Dott. Bresciani lo ricorda: «Anamnesi ed esame obiettivo sono i passaggi antecedenti alla richiesta di qualsiasi tipo di esame strumentale. È giusto poter ricorrere a esami iper-specialistici ma in modo mirato e sapendo, preventivamente, che cosa andare a cercare».
In sintesi con questo progetto, gli interventi volti a migliorare le capacità dei medici potrebbero potenzialmente avere benefici economici e medico-legali, migliorare la sicurezza del paziente e la soddisfazione sia del paziente che del professionista sanitario.
Facciamo i complimenti al gruppo di studenti di Padova. Lorenzo Bresciani, Sofia Pavan, Francesco Carta, Filippo Albiero, Francesca Segat, Sofia Quaglia, Francesco Spizzuoco. Orgoglio italiano.