In fatto di sorprese archeologiche, la Campania non delude mai, nemmeno quando si tratta di guardare sotto il livello del mare. A regalare una nuova emozione, stavolta, il parco sommerso di Baia, dove le instancabili ricerche dei sub continuano a rinvenire capolavori dal valore inestimabile.
Millenni di sedimenti marini non ne hanno impedito il ritrovamento, così altri due mosaici hanno rivisto la luce. Uno in bianco e nero, l’altro policromo, sono di diversa datazione e provenienza. Il primo risale verosimilmente al IV secolo d.C. e si sospetta decorasse la Villa Protiro. Il secondo, più antico, è con ogni probabilità del I secolo a.C. e si trovava forse nella villa dei Pisoni.
A ufficializzare la notizia Adele Campanelli, direttrice del parco, durante la tavola rotonda tenutasi il 3 novembre scorso a Pozzuoli. La settimana dell’ArcheoCamp 2017 dedicata all’archeologia marittima non poteva concludersi meglio, mentre il sito straordinario non smette di far parlare di sé.
Il primo interesse verso l’area sommersa dei Campi Flegrei venne destato da alcune foto aeree scattate negli anni Quaranta dal pilota Raimondo Baucher. Le immagini suggerirono la presenza di una struttura sott’acqua, poi riconosciuta come il Portus Julius della città antica. La caccia al tesoro nascosto iniziò solo a partire dagli anni Sessanta, ma, da allora, le sorprese non sono mai cessate.
È l’incanto del mare, che cela e regala, distrugge e conserva. È la sorte spettata a magnifiche abitazioni di epoca romana, sprofondate negli abissi a causa del bradisismo dell’area flegrea che i Greci, giustamente, chiamavano terra ardente.
Oggi, una vera e propria città riemerge pezzo dopo pezzo, insieme alle storie di chi ci ha vissuto. Riportati sulla terraferma oggetti, statue, opere d’arte destinate alla decorazione di appartamenti aristocratici. È possibile ammirare questo e molto altro nel castello aragonese di Baia, sede del museo archeologico dei Campi Flegrei.
Tutto il resto, proprietà del mare, è visibile solo sott’acqua. Numerose immersioni sono organizzate per chiunque voglia visitare la città romana nascosta, il brevetto non è necessario. L’esperienza unica riguarderà presto anche i mosaici appena rinvenuti. Bisognerà giusto attendere la messa in sicurezza della zona, attualmente prevista per aprile del prossimo anno.
Per i più esperti, invece, diversi corsi sono organizzati dal Centro Sud Campi Flegrei, dove si potranno apprendere importanti tecniche relative all’archeologia subacquea, verranno illustrati i pericoli che una simile attività comporta e si insegneranno le regole fondamentali per operare una ricerca in pieno rispetto dei reperti e del mare.
Il sito si conferma sempre di più come meta capace di dare nuovo volto al turismo consapevole. Chi avrà il privilegio di recarsi sul posto, potrà presto usufruire di tablet subacquei e proiezioni 3D. Ma la meraviglia più grande sarà osservare parti di una città ancora nascosta e immaginare che lì dove ora cresce la vegetazione marina camminavano, fino al V secolo d.C., uomini e donne innamorati di una città che, ancora oggi, non smette di incantare con il suo fascino.