Trascorse poco più di due settimane dalla sconfitta di Salvini in Emilia-Romagna e dalla vittoria di Berlusconi in Calabria con tutte le incognite sia dell’una che dell’altra regione – prima fra tutte, l’incauta dichiarazione del Presidente Bonaccini sul regionalismo differenziato che ha innescato malumore anche in una parte rilevante dei suoi stessi sostenitori –, l’attenzione è ora rivolta alle suppletive di Roma, Napoli e Terni.
Anche se numericamente meno consistente dell’elettorato impegnato nelle ultime votazioni, quella per il seggio senatoriale a Napoli, resosi vacante successivamente alla scomparsa di Franco Ortolani eletto con il M5S nel 2018, che coinvolgerà circa 300mila elettori, ha una valenza politica per la composizione degli schieramenti e, in particolare, per quello che esprime il candidato della lista civica Sandro Ruotolo, sostenuta da tutto il centrosinistra e dal movimento demA che fa capo al Sindaco Luigi de Magistris.
Le altre forze politiche, dal centrodestra ai pentastellati, a Potere al Popolo, avranno ciascuna il proprio candidato. Tra questi spicca la posizione del MoVimento Cinque Stelle rappresentato in Campania da esponenti fortemente anti-PD e anti-de Magistris e da una base molto divisa che non mancherà di appoggiare il giornalista Ruotolo che ha tenuto a marcare la propria autonomia dichiarando che in caso di vittoria entrerà a far parte del gruppo misto.
Il M5S, forte dell’affermazione del 2018, sembra certo di replicare quel successo dimenticando le sconfitte continue conseguenti a una linea discutibile che ha poi portato alle dimissioni del suo capo politico. E non sarà di certo un Dibba proveniente dalla Siria a fare il salvatore della patria per raccoglierne soltanto le ceneri quando ormai sarà troppo tardi.
In questi giorni, sembra che Beppe Grillo stia lavorando per fare accordi con il Partito Democratico per le prossime Elezioni Regionali al fine di evitare altri disastri irreparabili ma in Campania, proprio per la diversità di posizioni tra i vertici e gran parte della base, sarà decisivo il risultato delle suppletive e, problema non da poco, la sorte dell’attuale Governatore che come al solito va dritto per la sua strada ignorando il silenzio del Segretario Zingaretti che appare non proprio convinto a ricandidarlo.
Bocce ferme, quindi, che si scateneranno sin dalla notte del 23 febbraio, a urne chiuse e risultati che indicheranno il cammino in vista della prossima competizione in base ai nuovi equilibri che si configureranno. Una vittoria di Sandro Ruotolo, proprio per la particolarità della sua candidatura, stabilirà anche il rapporto di forza tra i principali protagonisti che hanno lavorato in maniera strategicamente intelligente guardando oltre, come è giusto che faccia la Politica, abbandonando schematismi obsoleti e stantii che tanto danno hanno fatto in particolare alla sinistra. Zingaretti dovrà trarne le conclusioni e Luigi de Magistris non potrà di certo avere un ruolo marginale avendo giocato una partita di quelle dove il tatticismo tecnico produce quasi sempre risultati certi e nessun arbitro può falsare il risultato.
Forse non è stato chiaro – o volutamente non si vuole ammettere – che l’ex PM ha messo sul piatto d’argento una soluzione che il Segretario del PD, consapevole della disastrosa situazione del partito in Campania e in particolare a Napoli, dopo due solenni sconfitte al Comune, non poteva non concordare puntando su una figura realmente autonoma con una storia personale di tutto rispetto. Poi altre fantasiose versioni dei soliti bene informati del nulla potranno alleggerire il malumore che inevitabilmente serpeggia tra quanti si sono uniti anche nella sottoscrizione di un appello contro la candidatura di Sandro Ruotolo.
L’incerto ruolo dei pentastellati in questa competizione elettorale, peraltro in un vasto territorio da cui, come detto, poco meno di due anni fa sono usciti vincitori, prevedibilmente li porterà a un suicidio annunciato, perseverando in un’incomprensibile strategia di alleanze uterine – come abbiamo avuto già modo di definire – dal profumo a Roma e dalla puzza altrove.
E le Sardine? Avranno un ruolo, anche se marginale? Il flash mob di Scampia di pochi giorni fa è stato un flop, ma si sa che il territorio ha delle realtà molto attive, organizzate, dove la lotta politica ha contenuti e obiettivi precisi che non si limitano a contestazioni occasionali e sporadiche. La precedente manifestazione delle Sardine portò in piazza circa 10mila persone e quella programmata per il prossimo 18, nello stesso giorno di Salvini a Napoli, potrebbe dare un consistente supporto al candidato della lista civica di Ruotolo che fu espressamente invitato a parlare a Bologna nel corso della mega-adunata. Funzionerà come in Emilia oppure la foto con i Benetton e la genialata dell’Erasmus Nord-Sud incideranno negativamente?
È stato più volte detto che Napoli è un vero e proprio laboratorio politico. Piaccia o non piaccia, l’ex PM fuori dal sistema dei partiti governa la città da quasi 9 anni interagendo anche attraverso il suo demA con comitati, associazioni, movimenti e cittadini pure di estrazione politica diversa. E questa volta ha aggiunto un altro tassello a quell’idea originaria di far convergere il consenso in una realtà autonoma attraverso una candidatura autorevole che sia espressione unitaria di valori e obiettivi condivisi rispettosa delle singole posizioni, un laboratorio dove il collante deve essere necessariamente il bene comune.
Per l’occasione, sembra proprio che la volontà ci sia stata da parte di tutti quelli che hanno a cuore le sorti di Napoli e del Paese, nonostante in queste ore qualche ex parlamentare del PD, con responsabilità di governo sempre molto vicino al Re Giorgio, inviti il suo partito a non sostenere il Sindaco con il decreto Salva-Napoli dimenticando chi siano i veri responsabili del grande debito, a capo della città per qualche decennio.