La street art prende vita nella dimensione stradale, nello spazio pubblico urbano attraverso la stencil art, la sticker art e la poster art, ma anche grazie a installazioni, video proiezioni, lo yarn bombing, il subvertising e il wall painting. Si tratta di una forma di espressione assolutamente creativa, ma non per forza artistica, che nasce nella strada e per la strada. In Italia la sua musealizzazione si è diffusa particolarmente a partire dal 2016 e a oggi si continua in questa direzione. «La street art ha la capacità di suscitare reazioni in tutti noi, indipendentemente dall’età», ha dichiarato lo scrittore Paul Goghi e la sua presenza nei musei non può che spingere ancora di più l’uomo a riflettere sugli argomenti, spesso trattati dai writer.
Anche il MANN, Museo Archeologico di Napoli, ha sempre dimostrato la sua apertura verso la street art, in particolare dal 2017, quando la testa di cavallo del Donatello è stata dipinta sulla scala esterna del museo dall’artista David “Diavù” Vecchiato. Dal 2 giugno al prossimo novembre, inoltre, ospiterà la mostra SuperWomen – #Super8X8 Città: Lediesis, due artiste anonime, hanno lasciato nelle strade di otto città italiane i ritratti di otto personaggi femminili che hanno avuto un peso nel mondo della cultura e dell’arte. Queste immagini saranno presenti nell’atrio del museo.
Otto donne ritratte mentre fanno l’occhiolino e indossano con nonchalance l’inconfondibile S di Superman. Il concetto che le artiste Lediesis vogliono condividere è quello che non esiste soltanto un superuomo, bensì tante Superwomen di cui spesso non si parla abbastanza. Il direttore del museo, Paolo Giulierini, ha dichiarato: «Il MANN rinnova la sua attenzione per la street art e la rigenerazione urbana ospitando le immagini delle Superwomen che Lediesis hanno fatto viaggiare per l’Italia mentre con incursioni gentili colorano in questi giorni anche il centro della nostra città. Non mancheranno sorprese dedicate a Napoli: a strizzarci l’occhio sarà, nell’atrio del museo, la cittadina onoraria e Premio Oscar Lina Wertmüller, mentre in strada andremo a caccia dell’icona Sofia Loren. Grandi personalità ritratte con ironia per ricordarci la forza delle donne, il loro talento ma anche la loro capacità di reagire e affrontare le difficoltà».
L’esposizione al MANN di queste opere di street art può essere considerata come una vera e propria conclusione di un lungo viaggio per le due artiste che, prima del lungo lockdown e rigorosamente mascherate, partendo da Milano, hanno raggiunto Venezia, Firenze, Bologna, L’Aquila, Roma, Bari e infine Napoli: «Mentre la maggior parte della popolazione tende a spingersi verso il Nord, proprio come l’ago di una bussola, Lediesis invertono la rotta e dalle città settentrionali viaggiano, tappa dopo tappa, verso Sud, come la corrente di un fiume che sfocia a Napoli, città cuore del Mediterraneo. La mostra può essere vista al MANN, ma anche seguita in tutte le “urbes” coinvolte dal nostro percorso», hanno dichiarato le artiste.
Le otto donne protagoniste di questa mostra e di questo viaggio in Italia hanno lasciato un segno profondo nella vita culturale internazionale: a Milano è presente l’omaggio alla tormentata poetessa Alda Merini; a Venezia, tra i suoi canali, c’è Peggy Guggenheim, regina laica dell’arte contemporanea in Laguna; a Bologna brilla la stella di Marlene Dietrich; a Firenze invece Marina Abramovic; a Roma troviamo Lina Wertmüller, simbolo della sensibilità orientale postmoderna; a L’Aquila la giapponese Yayoi Kusama; a Bari Maria Callas, nume tutelare del Teatro Petruzzelli. Infine, a Napoli, Frida Kahlo.
Seppur la donna non abbia lasciato una traccia profonda soltanto nel mondo dell’arte e della cultura, ma sono tantissime le personalità che anche spiccano dal mondo della medicina a quello della fisica e tanto altro ancora, un omaggio del genere è un’occasione importante per guardare da una prospettiva diversa – come la street art – e per “festeggiare” le donne tutto l’anno, non soltanto l’8 marzo.