È ormai arcinoto come il rapporto tra politica e cittadini sia giunto a un punto di non ritorno, una voragine immensa che a ogni scadenza elettorale si tenta di colmare con incontri perlopiù su iniziativa di singoli senza alcuna interlocuzione utile sui programmi quasi sempre sconosciuti.
Scomparsa ormai quasi del tutto è la militanza attiva nei partiti, le sezioni, le assemblee, il dibattito, il confronto limitato a sporadici incontri ormai spostati sui social. Pagine seguite in proprio da pochi e date per la maggior parte in gestione, siti di informazione a opera di amministrazioni pubbliche, assessorati comunali e regionali, di sindaci di grandi e piccoli Comuni, questi maggiormente attivi, quasi sempre aperti ai commenti dei cittadini, vero e proprio sfogatoio non sempre nei limiti della correttezza e del rispetto.
Social mirati alla critica sempre e comunque, ben pilotati da un’opposizione ad personam vuota di contenuti ma con un obiettivo ben preciso: la denigrazione personale a tempo, che avrà fine con la conclusione del mandato.
È accaduto all’ex Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, reo di non essere stato espressione dell’apparato di sistema e di aver guidato la città, nel bene e nel male, in piena autonomia, percependo uno stipendio pari a un terzo del suo successore. Ma questo per molti sembra essere un dettaglio non rilevante, persino non degno di attenzione degli odiatori seriali. Un silenzio tombale che da un anno avvolge la Napoli stracolma di turisti e una comunicazione interrotta tra il Palazzo e la città. Neanche le e-mail dirette al Primo Cittadino tramite la sua segreteria meritano risposta.
Pagine dell’odio telecomandate come accaduto anche a Roma dove, sparita la Sindaca Raggi, pare siano scomparse anche le buche e le abituali estenuanti lamentele, fortunatamente per il successore che sembra debba combattere soltanto con l’avanzata dei cinghiali a cui il governo ha dato una mano aprendo ufficialmente la libera caccia.
E su odiatori seriali non proprio espressione di iniziative personali ma di ben individuati ambienti, la settimana scorsa Josi Gerardo Della Ragione, Sindaco del piccolo Comune di Bacoli, perla del litorale flegreo, evidentemente in un momento di piena sopportazione oltre ogni limite accettabile, ha scritto un post che ben raffigura quanto detto finora e che vale la pena riportare:
Fai allestire le luci di Natale? E ti denunciano. Apri parchi giochi pubblici? E ti denunciano. Realizzi piste ciclabili? E ti denunciano. Organizzi concerti aperti a tutti? E ti denunciano. Fai i bandi pubblici per nuove assunzioni? E ti denunciano. Asfalti le strade? E ti denunciano. Fai pulire i fondali dei laghi? E ti denunciano. Realizzi ponti pedonali? E ti denunciano. Pulisci le spiagge? E ti denunciano. Fai campi di pallavolo? E ti denunciano. Organizzi mostre artistiche? E ti denunciano. Migliori la pubblica illuminazione? E ti denunciano. Ottieni finanziamenti pubblici? E ti denunciano. Poni regole lì dove c’era l’anarchia? E ti denunciano. Valorizzi i beni culturali? E ti denunciano. Fai i parcheggi green? E ti denunciano. Provi a risistemare gli impianti fognari? E ti denunciano. Aumenti la video sorveglianza? E ti denunciano. Dai i buoni pasti? E ti denunciano. Ottieni premi nazionali? E ti denunciano. Lavori gratis per il Comune? E ti denunciano. Rimetti i conti pubblici in ordine? E ti denunciano. Fai arrivare a Bacoli migliaia di persone? E ti denunciano. Abbatti gli abusi in spiaggia? E ti denunciano. Metti in sicurezza il territorio? E ti denunciano. Aiuto il commercio? E ti denunciano. Apri ai bambini nuovi beni comuni? E ti denunciano. Ripulisci aree piene di rifiuti? E ti denunciano.
C’è chi si diverte a denunciarci, ogni giorno. E per ogni cosa buona che proviamo a fare per Bacoli. Con un unico obiettivo. Tornare al potere. Tornare a “come era prima”. Tornare a far sprofondare nel baratro il nostro paese. Mi ripeto. C’è chi si diverte a denunciarci, ogni giorno. E più ci denuncia, e più non riesce a fermarci, e più si riempie di rabbia, gelosia, acredine. Di odio. Ed insiste, insiste, insiste. Senza comprendere che, laddove riuscisse nei propri intenti, non creerebbe danni ad una persona, ad un gruppo politico. Ma alla città. A Bacoli. Al popolo bacolese.
Colpite ancora. Colpite più forte. Perché noi non ci fermeremo.
Noi andiamo avanti. Noi, questa meravigliosa terra, continueremo a cambiarla. A rimetterla in piedi. A difenderla, a proteggerla. Noi continueremo a stare dalla parte della gente, del popolo. Di chi è stato sempre costretto a tenere la testa abbassata. A vedersi riconosciuto un proprio diritto, come fosse un piacere. E mi ripeto. Mi spiace essere il vostro incubo. Ci spiace davvero, dal profondo del cuore.
Ma sarà così, ancora a lungo.
Schiena dritta. Testa alta. Un passo alla volta.
Un Comune, quello di Bacoli, in tre anni di amministrazione a guida del giovane Sindaco, oggetto di un’operazione di sistemazione e rivalutazione nonostante il dissesto finanziario e i mancati introiti di tasse comunali, una comunicazione quotidiana e puntuale di tutto quanto deciso e realizzato per un rapporto costante con i cittadini fatto soprattutto di ascolto del territorio.
Pagine social come piazze di un tempo? Sezioni di partito dove il confronto era la normalità, il dibattito su quanto necessitava al territorio e sui temi più generali dell’attualità, trasformate, oggi, in un linguaggio violento, aggressivo, quasi mai rispettoso dell’altro.
Una piazza, quella dei social, come un vomitorio utilizzato da taluni per esprimere tutto il malcontento, la rabbia e l’odio di una società sempre più violenta che non riesce più a distinguere i politicanti di mestiere dalle persone perbene, tutto nel calderone del disprezzo e con un occhio sempre puntato al proprio interesse.