Dimmi che libro leggi e ti dirò chi sei. Non faceva così? Però, visto che siamo ad agosto oramai, potremmo declinarla in un’altra maniera: dimmi che libro porti in spiaggia e ti dirò chi rimorchierai.
Mi capita spesso di guardare cosa leggono le persone, in treno, in metro, per strada, al bar. Anche in spiaggia e mi chiedo se un semplice gesto come quello di tenere in mano un libro e leggerlo per davvero – perché chiaramente c’è anche chi lo sfoggia come semplice accessorio – possa essere uno strumento di seduzione. Ad esempio: se dovessi vedere qualcuno con Il profumo di Patrick Süskind, sicuramente avrebbe la mia attenzione. Allora ho lanciato il classico sondaggio e, come sempre, le risposte sono state le più disparate, con un filo comune quasi a tutti: gli Adelphi.
L’idea è partita da un post di Claudia Grande, autrice di Bim Bum Bam Ketamina edito da Il Saggiatore, a cui devo i doverosi credits: nel carosello consiglia dei testi per acchiappare in spiaggia e come copertina lancia proprio la sfida che non importa quale libro si usi purché sia un Adelphi. Le risposte al mio sondaggio non hanno che confermato la tendenza. Dunque partiamo col botto, uno facile.
Altre due correnti si sono perfettamente divise su Fëdor Dostoevskij: abbiamo la fazione pro e la fazione contro, quelli che pensano sia assolutamente un autore da cucco e chi paventa svenimenti e abbondante noia. Viene citato Le notti bianche come testo jolly, mentre altri raccontano di una giornata in spiaggia con la fanciulla da conquistare che, a un certo punto, tira fuori I fratelli Karamazov con conseguente disinteresse anatomico.
Simile destino lo affronta Alessandro Baricco: soprattutto le mie interlocutrici hanno citato spessissimo Oceano mare, il sogno di una giornata in spiaggia, il conquistatore di marinai, contestato da altre persone che piuttosto che portarlo in vacanza si taglierebbero le vene. Che dire? Baricco è un vecchio volpone, bisogna capire se è anche un lupo di mare.
Per conquistare le/i radical chic (una formula che odio) abbiamo poi varie proposte: Il capitale di Karl Marx – impegnativo da portare in spiaggia, ma molto utile in caso di agganci molesti –, B di Filippo Ceccarelli oppure Slavoj Žižek, autore e filosofo sloveno. Che dire? Qui decade ogni principio secondo cui al mare si portano “libri da spiaggia”.
Molto citati anche due giganti della letteratura: Philip Roth e Italo Calvino, il primo con il suo L’animale morente, il secondo con Le città invisibili. Certo, qui andiamo sul terreno sicuro, è molto difficile che non si conoscano questi autori, dunque un gancio si trova sempre. Philip Roth con le tette e la psicoterapia, Calvino inventando una città invisibile ah hoc a seconda di chi bisogna conquistare.
Ci si divide molto anche su Murakami. Riporto qui testualmente il commento di uno dei miei interlocutori di cui non farò il nome, ovvero Giulio Lepri: “Murakami è contemporaneo ma non è il libro del momento, è in odore di Nobel ogni anno, ma non è pomposo come chi il Nobel lo ha vinto davvero. Ha libri accessibili come Norvegian Wood e veri mattonazzi, tipo 1Q84, per cui c’è un libro per ogni gusto. È difficilmente l’autore preferito di qualcuno e questo lo rende apprezzato un po’ da tutti e se ne può parlare senza finire in estremismi. In alternativa, se lo scopo è far partire una conversazione a prescindere sul libro, questa è indubbiamente l’estate della Ferrante (oppure se siete pazzi Vannacci, col quale potete rimorchiare le estremiste di entrambi i poli, con la bufala del “bisogna conoscere per poter criticare”, ovviamente dentro al libro di Vannacci nascondete un fumetto che sarà la vostra vera lettura da spiaggia). Consiglio Dylan Dog che in alternativa può essere usato proprio come arma da rimorchio disimpegnato lievemente radical chic”.
La tesi Murakami è avvallata anche da altre persone che lo ritengono un autore “soft”, poco impegnativo quindi perfetto per la spiaggia. Se restiamo sui fumetti, perché qui non escludiamo nulla, molto amati sono quelli di Corto Maltese: più di una persona ha confermato di aver rimorchiato di brutto. Un altro testo “da fighi” è Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline: ora, stabilito che questo è il titolo più bello mai assegnato a un libro, c’è da dire che Céline non è proprio questo scoppio di giubilo e allegria, ma potrebbe molto piacere a chi va in spiaggia controvoglia con l’intento di morire perché pensa a sopravvivere fino all’arrivo dell’inverno polare. Se subodorate questa insofferenza, tac!, tirate fuori Céline, magari in edizione vintage (mi dispiace, ma l’edizione Adelphi non esiste, ancora) ed è fatta.
Sposando il filone dei testi “da biblioteca”, mi vengono nominati anche Infinite Jest di David Foster Wallace (una persona addirittura mi dice “qualsiasi testo di Wallace e si acchiappa facile”), il sempreverde Kafka, Alla ricerca del tempo perduto di Proust – anche qui, con i suoi nove milioni di caratteri è un’arma bianca –, Caino di Saramago e Il conte di Montecristo di Dumas. Ora, non so se l’intento di queste persone sia quello di rimorchiare per fascino o per aggressione con oggetto contundente, ma ci piace lasciare il dubbio. Si aggiungono i jolly Kundera e Bukowski, per dare contesto alle frasi motivazionali messe sotto ai post coi culi di fuori, e Asimov, se vi accorgete che la vostra preda ha una certa attrazione sessuale per i robot.
Discorso a parte per la poesia: qui andiamo nel terreno dei romantici irriducibili, quelli che vogliono acchiappare con un certo stile languido e svenevole. Gli autori citati: Rimbaud e Baudelaire su tutti. Poi tocca fare un discorso di tipo anagrafico: se siete giovani, meno giovani, se dovete conquistare qualcuno di giovane o meno giovane. Bisogna anche fare queste valutazioni.
Uno dei miei amici sostiene che I dolori del giovane Werther sia perfetto per agganciare le milf se hai vent’anni. Quindi la domanda logica e conseguente è: e se ne hai trenta? Mi rispondono: “Se hai trent’anni e vuoi fare colpo sulle ragazze più giovani, vai con Bukowski così capiscono chi citano quando fanno selfie alle chiappe e le postano su Instagram”. Effettivamente mostrare loro la foto in cui esibiscono le grazie con un copy come Il mondo sarebbe un posto di merda senza le donne. La donna è poesia. La donna è amore. La donna è vita. Ringraziale, coglione! e dire “guarda che hai citato l’autore che sto leggendo proprio adesso, qui, vicino a te” potrebbe essere una tattica valida.
Di simile concetto il commento di un’altra persona che sostiene di differenziare le sue capacità intellettive e dialettiche in base all’età di chi vuole rimorchiare: se si tratta di una donna adulta, allora sfodera le sue conoscenze in termini di autori italiani del Novecento, o francesi o russi, altrimenti – cito, testualmente – beh niente, perché le persone giovani non leggono. E aggiunge: “Preferisco le tardone acculturate perché due volte su tre almeno te le porti a letto, anche se potrei rimanere deluso”.
Parecchio successo ha riscosso il racconto di Simone: “Qualche anno fa ero in spiaggia e ascoltavo senza volerlo la conversazione di una coppia vicina. Lei consigliava Il Mediterraneo in barca di Simenon. Diceva che non sapeva perché, ma leggere quel libro le aveva fatto venire voglia di fare l’amore. Forse il mare, i viaggi, i marinai, le funi, i nodi, il sale. Continuava dicendo al ragazzo che era tornata a casa e si era toccata. Il giorno dopo sono andato in libreria e ho chiesto al libraio se avesse Il Mediterraneo in barca di Simenon”. I miei interlocutori hanno tutti messi in lista questo libro, me compresa.
Non mancano i simpatici: chi esclude i libri e include La settimana enigmistica e il libretto delle istruzioni del condizionatore De’Longhi. Poi abbiamo anche quelli dai gusti raffinati e di nicchia: Gianluca consiglia Il tutù di Léon Genonceaux (uscito a gennaio per Storie Effimere) e Weimar. Il giardino dei piaceri di Granand (uscito a luglio sempre per la stessa casa editrice). Sono due testi molto interessanti, che piaceranno agli esteti decadenti, alle amanti del bello, e ai libri con le copertine catchy. Si fanno notare, quindi la missione di acchiappare è fatta a metà già solo tirando fuori il libro dallo zaino. Se siete curiosi, come me, qui il sito della casa editrice.
Chiudo con altri testi en passant: Malcom Lowry con Sotto il vulcano, Pedro Lemebel (uno dei miei preferiti) con Ho paura torero, se dovete conquistare una persona queer. Stranamente, nessuno mi ha menzionato libri gialli o thriller, che in spiaggia sono sempre molto gettonati. Poi, prima di concludere davvero, mi fanno notare che alcune persone non hanno mai rimorchiato in spiaggia coi libri. Bene, amici, questo articolo è stato pensato apposta per voi.
Infine, ovviamente, vi lascio i miei libri rimorchio, un po’ per esperienza personale, un po’ perché lavoro molto bene di fantasia. Considerate che il titolo e l’appeal della copertina sono tutto quando si tratta di acchiappare in un millesimo di secondo o a una rapida occhiata. Dunque:
– se dovete conquistare una persona che vi sembra disinibita, Emmanuelle di Emmanuelle Arsan;
– se quella persona tira fuori i tarocchi da fare agli amici, La nostra parte di notte di Mariana Enríquez;
– se vorrebbe essere ovunque tranne che in spiaggia: Doppio sogno di Arthur Schnitzler;
– se non vorrebbe essere in nessun altro posto se non in spiaggia: Ci vediamo in agosto di Gabriel García Márquez;
– se ascolta musica tutto il tempo con gli occhi chiusi e dovete attirare il suo sguardo, Puttane assassine di Roberto Bolaño;
– se è amante del cinema e guarda sul cellulare una serie tv o un film, Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino.
Enjoy. Poi fatemi sapere.