Allarme in Europa e Stati Uniti: gli arsenali contenenti equipaggiamenti di guerra si stanno esaurendo. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, la situazione è ancora più critica, tanto che il Consiglio Europeo sembra voler ricorrere a un’individuazione dei fondi necessari per costituire una forza unica per far fronte a eventuali attacchi o essere costretti a fornire armi per i paesi in guerra come accade tuttora per l’Ucraina.
Non poteva esserci notizia più felice per l’industria bellica che vede la possibilità di incrementare la propria attività dopo aver finalmente esaurito anche parte delle scorte. Una buona notizia per chi da tempo invoca un disarmo generale per mettere fine ai continui teatri di guerra sparsi sul pianeta, disarmo ovviamente temporaneo che durerà il meno possibile.
C’è, tuttavia, un’arma molto potente che non necessita di arsenali o impegni di spesa alcuno. Un’arma letale capace in poco tempo di fare centinaia, migliaia e, se il caso, milioni di vittime, che siano bambini, uomini, donne e anziani. Un’arma eccellente che può essere partorita soltanto da una mente criminale, senza scrupoli, pur di salvare il precario potere che ci si augura crolli quanto prima: è la fame, questo il suo nome, vecchia quanto il mondo ma sempre comoda all’occorrenza e, questa volta, utile per portare a compimento un genocidio in maniera scientifica.
Accade nel massacro in atto dei palestinesi e certamente non per il solo recente episodio del vile eccidio a danno di oltre cento persone e settecento feriti in attesa della distribuzione di generi alimentari. Molto prima ospedali colpiti e già sotto attacco per mancanza di materiale di primo soccorso, farmaci e addirittura di anestetici che hanno obbligato i medici a operare senza alcuna forma di anestesia. Finora un bilancio disastroso di circa 35mila morti nella sola Striscia e autotreni con aiuti di ogni genere bloccati da manifestanti israeliani per impedirne la consegna. Manifestanti, alcuni, addirittura intenti a pregare e leggere testi sacri. Di quali testi e di quali preghiere blasfeme si tratti non è dato sapere.
A Gaza in cinque mesi è stato ucciso il numero di bambini più alto che in tutte le guerre in atto nel mondo nei recenti quattro anni: a oggi circa 600mila infanti, uomini e donne sono alla fame, mentre almeno 12300 bambini sono morti nell’enclave negli ultimi quattro mesi. Intanto, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu assicura che finirà il lavoro iniziato nella Striscia. Ancora non è contento di sangue la belva umana (F. Guccini).
Affamare un’intera popolazione prima di sferrare la prevista azione di terra, ridurre a una vita impossibile intere famiglie compiendo violenze e soprusi da parte dei militari israeliani a danno di chiunque si trovi sui loro passi – molti video in rete mostrano come oggetto delle violenze anche ragazzini inermi – significa provare un odio accecante che fa ben comprendere come ogni forma di violenza e di annientamento del nemico trovi giustificazione in menti deliranti che ancora detengono il potere nonostante un significativo movimento anti-Netanyahu sia in atto.
Un’umiliante pioggia di aiuti è piovuta giorni fa dal cielo con l’utilizzo di paracadute su una folla di disperati, scene raccapriccianti per assicurarsi un pacco di farina o altro per sfamare la famiglia; aiuti che diversamente non riescono a giungere a destinazione per una logica criminale, per annullare un popolo ormai allo stremo. La belva umana sembra abbia cancellato dalla memoria la tragedia vissuta, la follia bestiale dei campi di concentramento, i treni della morte, l’umiliazione di un popolo e di tutto quanto di peggio subito. La storia che ancora una volta non ha insegnato nulla.
Il nostro tempo sembra volersi proiettare nel passato, la guerra non appare tra le preoccupazioni maggiori nella vita di molti, si rimane indifferenti alle scelte suicide dei governi che impegnano risorse che ricadranno anche sulle nuove generazioni.
Affamare è l’arma letale capace di sottomettere interi popoli. I numerosi scenari di guerra presenti da tempo sul nostro pianeta, le organizzazioni internazionali che contano sempre meno, le proposte concrete di pace inesistenti se non tentativi di compromessi che non giungono mai a risultati definitivi sono la concretizzazione della guerra ai poveri in atto, con la terra di Palestina da sempre sottomessa e in cerca di una soluzione giusta che rischia ora l’estinzione.
Guerre sempre ai poveri anche in realtà a noi vicine, quelle che viviamo e a cui talvolta assistiamo passivi perché non riguardano il nostro orticello, scenari come fiori all’occhiello di miseri esecutivi. Ma questa è un’altra storia miserabile tra storie altrettanto miserabili apparentemente molto differenti, ma sicuramente tragedie che investono famiglie e persone la cui dignità viene del tutto cancellata. Che si tratti di un popolo o soltanto di una parte di esso a subire umiliazione e ingiustizia poco conta.