Da lunedì 26 settembre ci siamo svegliati Fratelli d’Italia. Mentre la stampa estera paventa l’avvento del fascismo noi, fondamentalmente, tutti i personaggi della coalizione di centrodestra li conosciamo molto bene e li manteniamo ormai da anni. Dunque nessun nuovo che avanza, bensì rimescolanze dei pregressi governi. Per quanto riguarda l’animo fascista (o simpatizzante tale) c’è chi riesce a nasconderlo meglio, altri proprio no. Vedi la voce Calogero Pisano.
Giorgia Meloni, tra un augurio della Le Pen e un complimento di Orbán, è la prima leader donna ad aver vinto le elezioni politiche incarnando, almeno in campagna elettorale, tutti i valori della società patriarcale. Lei, che la figura paterna non l’ha mai avuta, millanta in nome di questa sua mancanza che le famiglie tradizionali, quelle con un padre e una madre, siano di serie A.
Stiamo sereni, perché un punto del programma dedicato alle famiglie della coalizione di destra ribadisce il sostegno ai genitori separati o divorziati in difficoltà economica. Le persone LGBTQI+, invece, nei programmi di tutela proprio non esistono. FdI, inoltre, riconoscerà alle donne una libertà già esistente – ma questi sono dettagli – quale quella di non abortire.
Giorgia Meloni, d’altro canto, assicura che non ha intenzione di toccare la Legge 194. Tuttavia, a poche ore dalla vittoria elettorale, in Regione Liguria il partito non si esprime riguardo l’ordine del giorno sul facilitare l’accesso per le donne alle strutture che effettuano interruzione volontaria di gravidanza nel rispetto della Legge 194. Dal programma di FdI, dopotutto, ci aspettiamo sostegno alla natalità e alla famiglia con l’istituzione di fondi per aiutare le donne sole e in difficoltà economica per portare a termine la gravidanza. Dispiacerà per il bambino che non crescerà, comunque, in una famiglia completa fatta di padre e madre.
Il mondo dell’attivismo trema, quello dei conservatori gioisce. I qualunquisti stanno bene sempre e poi c’è il popolo degli astenuti. L’astensionismo, il vero vincitore di queste elezioni, ha in parte rubato i riflettori a Io sono Giorgia. Attribuire, tuttavia, i risultati elettorali odierni ai soli astenuti e/o cercare capri espiatori a tutti i costi non è cosa giusta e accettabile.
È in primis dovere etico e morale di un partito – terra chiama PD – quello di interrogarsi sulle cause e sulle dinamiche che negli anni hanno portato alla completa sfiducia verso un operato politico. Personalmente, dopo aver vissuto sulla pelle il negazionismo del Covid, non ero pronta ad assistere anche al fenomeno del negazionismo della sconfitta elettorale. Reputo, tuttavia, confortante in quanto persona che crede nella scienza, nella ricerca e nella buona divulgazione, vedere sbarrati partiti come Italexit i cui consensi, a quanto pare, si limitano al mondo dei social. Qua sorge spontanea la riflessione sull’ambiguità del personaggio stesso di Giorgia Meloni in merito ai sostenitori delle tesi antiscientifiche. Ma questa è un’altra storia.
Che cosa dobbiamo aspettarci, a livello sanitario, dalla coalizione di centrodestra? Poiché i personaggi sono sempre gli stessi, a primo acchito, direi di non aspettarsi niente ma, provando a fare un breve recap dei punti di programma, essi includono:
– incremento di organico dei medici e degli operatori sanitari (vi potrò aggiornare in tempo reale essendo una lavoratrice del SSN). Importante precisare che, il potenziamento del territorio e del personale è già previsto dalla Missione Salute del PNRR. Niente di nuovo, quindi;
– medicina predittiva (che non è sinonimo di preventiva) sulle persone sane per la ricerca di segni della fragilità o del difetto che conferisce predisposizione a sviluppare una malattia. Il rafforzamento “generico” della medicina predittiva rischia di aumentare fenomeni di sovra-diagnosi e sovra-trattamento oltre che di aumentare gli sprechi. Staremo a vedere;
– aggiornamenti dei piani pandemici e di emergenza. Il ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di screening con l’abbattimento delle liste di attesa. La coalizione di centrodestra esplicita di voler attuare il percorso già avviato per il riconoscimento delle Autonomie ai sensi dell’art. 116 comma 3 della Costituzione. L’attuazione della differenziazione regionale aumenterebbe maggiormente il divario tra chi può spostarsi dalla propria regione e chi no e non risolverebbe i problemi delle liste di attesa.
Sul punto contrasto alla pandemia e nuove minacce esplicita che esso debba avvenire attraverso misure strutturali, come la ventilazione meccanica controllata nelle scuole e negli uffici e il potenziamento dei trasporti. Giusto se, però, unito alle linee guida igienico-sanitarie, comportamentali e, anche, a una campagna vaccinale efficace. Inoltre, il punto che richiama l’impegno all’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla gestione medica ed economica della pandemia da Covid-19 nonché sulle reazioni avverse da vaccino trovo sia stato un sistema acchiappa-voti dell’utente medio che segue Stramezzi o il blog della Donato. Esiste inoltre la farmacovigilanza attiva e passiva che viene effettuata da organi preposti.
Parlerò prossimamente di una delle novità che si basa sulla premialità nell’accesso alle cure per chi è più attento alla propria salute. Mi interessa capire e analizzare i risvolti etici di questa scelta e vedere come verrà concretizzata la proposta che, a mio modesto parere, potrebbe rivelarsi molto discriminatoria per le fasce più deboli e meno scolarizzate della popolazione. Nella fattispecie, vorrei capire come sarà oggettivata l’attenzione alla salute. Vivere in città cardioprotette con attenzione massima al benessere psicologico sarebbe anche uno dei miei sogni che, a oggi, rimane ancora tale. Vorrei oltremodo ricordare che possiamo contribuire a scrivere una storia diversa da quella che vediamo, se non ci piace. Possiamo diventare attori, nella società, invece di spettatori passivi.