“Caro Saviano, mi occupo di mafie, criminalità organizzata e corruzione da circa 25 anni, inizialmente come pubblico ministero in prima linea, oggi da Sindaco di Napoli. E ho pagato prezzi alti, altissimi. Non faccio più il magistrato per aver contrastato mafie e corruzioni fino ai vertici dello Stato. Non ti ho visto al nostro fianco. Caro Saviano, ogni volta che a Napoli succede un fatto di cronaca nera, più o meno grave, arriva, come un orologio, il tuo verbo, il tuo pensiero, la tua invettiva: a Napoli nulla cambia, sempre inferno e nulla più. Sembra quasi che tu non aspetti altro che il fatto di cronaca nera per godere delle tue verità. Più si spara, più cresce la tua impresa. Opinioni legittime, ma non posso credere che il tuo successo cresca con gli spari della camorra. Se utilizzassi le tue categorie mentali, dovrei pensare che tu auspichi l’invincibilità della camorra per non perdere il ruolo che ti hanno e ti sei costruito. E probabilmente non accumulare tanti denari. E allora, caro Saviano, mi chiedo: premesso che a Napoli i problemi sono ancora tanti, nonostante i numerosi risultati raggiunti senza soldi e contro il Sistema, come fai a non sapere, a non renderti conto di quanto sia cambiata Napoli ? […]” – Luigi de Magistris
Così inizia il post di alcune ore fa su Facebook del Sindaco di Napoli a seguito dell’ennesimo attacco dello scrittore Roberto Saviano che a ogni fatto di cronaca nera preferisce indirizzare i suoi attacchi al Primo Cittadino della città anziché a chi ha responsabilità di governo agli Interni, alla Giustizia, alla Scuola.
Finalmente de Magistris abbandona i toni pacati, sempre rispettosi e tolleranti, e sferra un attacco a un personaggio che in un crescendo di provocazioni ha assunto sempre più un ruolo di giudice implacabile e di detentore di una verità costruita su una visione equina con paraocchi volutamente unidirezionali.
Quale parte recita lo scrittore gomorrista? Quella di chi strenuamente difende una visione di una realtà cittadina unicamente per motivi di interessi economici personali oppure di chi si sta costruendo un futuro non tanto lontano di leader politico consapevole degli spazi sempre più ampi per chiunque voglia e riesca a cavalcare il malcontento?
Quest’ultima, a mio parere, l’ipotesi più credibile: attaccare chi è riuscito a governare in questi ultimi sei anni avendo contro tutti i poteri importanti e dalla propria chi conta nelle urne, consapevole della mediocrità degli altri probabili avversari che hanno ampiamente dimostrato di valere zero nel vuoto politico in cui galleggiano da tempo. Saviano, che proprio stupido non è, lo ha capito da tempo e la sua strategia coincide esattamente con la crescita di un radicale nuovo percorso dell’ex magistrato.
Ipotesi troppo fantasiosa? Può darsi, lo verificheremo nelle prossime puntate che non tarderanno a venire perché i cavalli da corsa, quando montano il cuffino paraocchi, non badano a nulla se non all’obiettivo che hanno davanti.