Il 9 marzo, l’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) ha presentato il rapporto intitolato Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Legge di Bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile, proponendo le linee guida per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nei prossimi dieci anni, l’azione delle politiche pubbliche dovrà puntare non soltanto al superamento della crisi pandemica e ambientale, ma anche a riequilibrare la ripresa economica con l’esigenza dello sviluppo sostenibile.
Insieme al Presidente della Camera Roberto Fico, alla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, a quello per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale Vittorio Colao e a Roberto Cingolani, per il dicastero della Transizione Ecologica, è stato il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini, in particolare, a ribadire che la sostenibilità ambientale e sociale dovrà essere il criterio-guida per far ripartire il Bel Paese. Se è vero che l’emergenza socio-sanitaria ha impedito la programmazione per il raggiungimento degli obiettivi proposti dall’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile, le risorse europee che l’Italia investirà, tuttavia, funzioneranno da processo di accelerazione, in maniera tale che il Recovery Plan possa facilitare quella transizione verde in grado di raggiungere gli scopi prefissati.
L’Agenda fu approvata, è bene ricordarlo, il 25 settembre 2015 dalle Nazioni Unite e costituisce il piano di azione globale per gli esseri umani, il pianeta Terra e il loro benessere, sintetizzati in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals) e in 169 Target che li strutturano, approvati dall’organismo mondiale e da realizzare entro questo decennio. L’ASviS è nata nel 2016, in effetti, per accrescere la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e per favorire la mobilitazione pratica tesa alla realizzazione dei punti elaborati.
Di conseguenza, è stata avanzata la proposta di una legge annuale sullo sviluppo sostenibile e di un piano informativo rivolto alla cittadinanza, partendo anche dalle criticità riscontrate nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) presentato agli inizi di quest’anno dal governo guidato da Giuseppe Conte. Le analisi dell’ASviS rilevano la mancanza di una scaletta delle priorità per le riforme necessarie e l’assenza di un allineamento ai nuovi target climatici programmati dall’Unione Europea, nonché quella su tematiche come la perdita di biodiversità, la riduzione dell’inquinamento e le azioni di contrasto agli effetti più gravi dei cambiamenti climatici.
In particolar modo, si lamenta la mancanza di un’azione integrata tra istituzioni e società civile che possa finalizzare l’elaborazione delle politiche pubbliche alla loro reale implementazione nel tessuto economico e produttivo societario, favorendo la coesione sociale e la riduzione delle disuguaglianze, affinché gli effetti del PNRR diventino sistemici e duraturi. L’ASviS ha esaminato, inoltre, la Legge di Bilancio 2021 per valutarne la coerenza con i 17 obiettivi fissati. A un primo riscontro, sembrano evidenti, nell’ultimo decennio, i progressi per alcuni punti: i goals 3, 4 e 7, relativi rispettivamente alla salute, all’istruzione e all’energia sono migliorati. Sono peggiorati, invece, gli obiettivi 10, 15 e 17, relativi alle disuguaglianze, agli ecosistemi terrestri e alla cooperazione.
Alla presentazione del rapporto dell’ASviS, il presidente della Camera Fico ha invitato le istituzioni e i cittadini a fare un salto di qualità decisivo verso un cambiamento del nostro modello di sviluppo, mentre il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani ha affermato che le scelte attuali potranno portare l’Italia a essere leader nel mondo tra dieci anni e che il Recovery Fund, quindi, è un’occasione unica e va sfruttata al meglio, ma per riuscirci la transizione ecologica deve essere accompagnata anche da una transizione burocratica.
Per affrontare la crisi ambientale, le priorità del ministero diretto da Cingolani saranno costituite, soprattutto, dall’aggiornamento del Piano energia e clima con la riduzione delle emissioni nocive nella misura del 55% entro il 2030; dal Piano per i trasporti e la mobilità sostenibile, con l’elettrificazione di mezzi e infrastrutture; da un’accelerazione sull’uso delle energie rinnovabili. E sarà decisiva una maggiore cooperazione internazionale, infine, perché quest’anno l’Italia avrà un ruolo nevralgico, con la presidenza del G20 e, insieme al Regno Unito, la co-presidenza della Cop26, vale a dire la 26esima Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici.
Dal punto di vista pratico, come ha precisato il Ministro Colao, la programmazione politica e sociale deve operare in un ambiente favorevole allo sviluppo integrato delle risorse materiali e sociali, altrimenti non ci sarà vera transizione digitale e probabilmente neanche ecologica. Per fare un esempio determinante per il futuro del sistema-paese, bisogna legare la questione tecnologica a quella giovanile, lavorando su cinque priorità: l’accesso alle reti, la sanità, la riforma della Pubblica Amministrazione, la scuola e la ricerca, e la sicurezza digitale.
In conclusione, come lo stesso Roberto Cingolani ha affermato, abbiamo bisogno di un pianeta in salute e una società giusta e, siccome dobbiamo far fronte a un debito ambientale spaventoso, bisogna dare l’esempio e insegnare ai nostri figli, tra gli altri comportamenti da adottare, anche misure di sobrietà digitale, soprattutto nei consumi. Resta da capire, tuttavia, come sarà possibile diventare cittadini “sobri”, operando all’interno della società capitalista, dominata dal profitto privato e abituata all’idolatria dello sviluppo e del consumo, spesso indicato come stile di vita.
Sarà proprio il Ministero della Transizione Ecologica, in effetti, a giocare la partita decisiva della compagine governativa guidata da Mario Draghi sul terreno del piano per la ripresa denominato Next Generation EU, dove il 37 % dei 209 miliardi provenienti dall’Unione Europea dovranno essere usati, lo speriamo, per un cambiamento culturale che riguarderà – ed è questa la reale rivoluzione sistemica in grado di salvare il pianeta Terra e tutti gli esseri viventi – l’intero modello economico e politico della società globale.