In questi giorni il nostro giornale ha pubblicato due articoli che ritengo molto interessanti e che meriterebbero un dibattito e un approfondimento serio che non riguarda i soli addetti ai lavori ma tutti i cittadini: Libertà di stampa, l’Italia recupera posizioni ma resta in crisi del Direttore Alessandro Campaiola e Un cambiamento che ha bisogno di essere raccontato del giovanissimo collaboratore Angelo Potenza, i cui punti in comune sono la libertà e la verità.
Argomenti quanto mai attuali che hanno radici antiche in un Paese come il nostro, uscito da un catastrofico ventennio dove la libertà di espressione non aveva dimora e dove il pensiero unico era un obbligo per tutti.
La conquistata libertà celebrata proprio di recente ispirò leggi e normative che garantissero il libero pensiero nel rispetto della Costituzione arrivando agli aiuti dello Stato all’editoria proprio per garantirne l’autonomia e la pluralità dell’informazione.
Suddetti aiuti, nei tempi che viviamo e anche nei decenni scorsi, si aggiungono ai capitali privati che gruppi imprenditoriali legati ai partiti gestiscono per organi di informazione che, ovviamente, difendono interessi di parte e di corporazioni di affari.
La narrazione di taluni avvenimenti, quindi, da parte di giornali e scrittori, segue e difende proprio quegli interessi di parte fornendo ai cittadini un’informazione distorta e volutamente faziosa che di certo non aiuta la crescita libera e democratica.
Se, ad esempio, il gruppo editoriale ha un tornaconto nella costruzione degli inceneritori, nella gestione dell’acqua, dei trasporti, etc., non darà mai e poi mai una corretta informazione su di un’amministrazione comunale che non intende realizzare inceneritori o privatizzare la gestione dell’acqua e dei trasporti.
Sarà, quindi, guerra dichiarata per tutti gli anni che durerà quella sindacatura, come, del resto, avviene non solo a Napoli ma anche in altre realtà. Ancora più sconcertante, poi, è la guerra di quelle forze politiche che, a una normale e giusta opposizione, assumono una posizione di intransigenza a oltranza su qualsiasi provvedimento fregandosene degli interessi dei cittadini.
Se è in atto un cambiamento di rotta della gestione politica e amministrativa della città, nei confronti della quale è lecito dissentire, non concordare soluzioni o provvedimenti, non si può non riconoscere una sola volta – e dico una volta sola – la volontà e la capacità di salvare un Comune dal fallimento i cui responsabili sono quotidianamente osannati e presenti anche per banalità sui quotidiani inveendo e puntando il dito che, in verità, dovrebbero rivolgere verso se stessi, avendo l’onestà intellettuale di tacere e nascondersi, piuttosto che bendarsi gli occhi e scomodare l’ignaro San Gennaro per quanto di positivo e per l’entusiasmo e l’impegno che tantissimi giovani riversano nei quartieri e nelle iniziative in territori difficili che altri, al contrario, prediligono per come sono stati finora e per come fa comodo rappresentare, cogliendone il solo lato negativo che consente una narrazione di interesse intellettualmente disonesta.
Quando è in atto un cambiamento supportato dall’impegno concreto in un progetto di crescita fuori da ogni logica di interesse privato, non saranno i ricatti del governo centrale, la stampa asservita e le vecchie cariatidi di una misera politica fatta di intrallazzi e malaffare – che ha mostrato tutto il suo fallimento – a fermare un processo di cui, forse, ancora in tanti non hanno compreso i possibili sviluppi nell’immediato futuro.
Occorre che la stampa libera, quella dei tanti blogger e delle testate giornalistiche online autofinanziate come questa, dia esempio di correttezza, obiettività e rispetto per i lettori in un’informazione non veicolata fondata sulla verità. Lettori che, diversamente, potrebbero in tempi non lontani, cambiare il percorso di crescita di queste realtà, come sta avvenendo per la carta stampata.