Gabriel Zuchtriegel è il nuovo direttore del Parco Archeologico di Pompei. Il Ministro della Cultura Dario Franceschini lo ha annunciato al Colosseo lo scorso 20 febbraio: «Ho scelto Gabriel Zuchtriegel perché a Paestum ha fatto un lavoro incredibile. Ora è un modello grazie a lui. Sono sicuro che farà benissimo». Come avviene dal 2014, la selezione dei direttori dei grandi musei italiani è il risultato della valutazione di una commissione internazionale.
Le aspettative nei confronti di Zuchtriegel sono molto alte, dato l’interessante lavoro portato avanti dal 2015 presso il Parco Archeologico di Paestum, ma sicuramente non sarà facile eguagliare o superare l’operato e i grandi successi di Massimo Osanna, oggi alla guida della Direzione generale Musei del MiBACT. Nonostante Gabriel Zuchtriegel abbia un curriculum di tutto rispetto – si è laureato in Archeologia classica, preistoria e filologia greca alla Humboldt-Universität di Berlino, ha conseguito il dottorato di ricerca in Archeologia classica presso l’Università di Bonn, dal 2019 è membro del collegio dei docenti della Scuola superiore meridionale Archeologia e Culture del Mediterraneo antico dell’Università Federico II di Napoli – non sono state poche le polemiche dietro la sua nomina.
Ci sono state infatti due dimissioni, estremamente pesanti, di due dei quattro membri del Consiglio scientifico del Parco. Si tratta di Irene Bragantini, archeologa e colonna portante della facoltà di Archeologia presso l’Università L’Orientale di Napoli, e Stefano De Caro, ex direttore dell’Ufficio Scavi di Pompei ed ex direttore generale per i Beni archeologici del Ministero, il quale ha dichiarato: «Con la collega Bragantini abbiamo appreso con sconcerto della nomina. Una decisione inusitata. Il suo curriculum non ha il necessario spessore nel campo del restauro dell’edilizia e della pittura romane come ci si aspetterebbe da un direttore di Pompei. È stato per meno di un anno nella segreteria tecnica di Pompei per poi andare a Paestum, che ha un profilo diverso. Difficile che abbia l’esperienza sufficiente per decidere, gestire e dirigere la conservazione e soprattutto i restauri, dove è molto facile sbagliare ma impegnano milioni e milioni. La commissione avrà valutato il curriculum ma non conosciamo i criteri. Preferiamo fare un passo indietro piuttosto che aprire un capitolo di polemiche».
Il Ministro Franceschini appare invece estremamente favorevole alla nomina di Gabriel Zuchtriegel per i suoi risultati a Paestum, così come Massimo Osanna: «Il fatto che Zuchtriegel abbia appena quarant’anni non penso possa essere un motivo per non ritenerlo all’altezza. Anzi, credo che sia un valore e un grande segnale di apertura verso le nuove generazioni. Non capisco la polemica. Zuchtriegel ha un curriculum scientifico eccellente, a Paestum ha fatto benissimo e a Pompei assicurerà una gestione del sito in piena continuità con quanto fatto da me in questi ultimi anni per il grande progetto».
Gabriel Zuchtriegel è stato scelto tra quarantaquattro candidati e tra questi spiccano figure ben note nel panorama campano quali Renata Picone, docente di Restauro presso l’Università Federico II di Napoli, e Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano dal 2017. La scelta tra personalità così preparate non è stata sicuramente semplice, tuttavia non si può non tenere conto dei trascorsi del neo direttore. Nel 2015 aveva già lavorato a Pompei nella Segreteria tecnica del Grande progetto Pompei come professionista archeologo, anno in cui poi fu scelto come direttore di Paestum, e qui è riuscito a intrecciare l’attività di valorizzazione con quella di ricerca e di restauro non soltanto nell’area archeologica, ma anche all’interno del museo.
Nello specifico, infatti, Gabriel Zuchtriegel ha incentrato il suo lavoro sulla ricerca scientifica, collaborando con università e istituzioni. Inoltre, è stato il primo in Italia a fare uno scavo. Il suo impegno, però, si è anche concentrato sulla questione accessibilità, pure economica, con agevolazioni e iniziative con il territorio e altre associazioni. Altro punto importante è quello della conservazione e del restauro. Sotto la guida di Zuchtriegel è stato possibile riprendere il piano di manutenzione e restauro dei templi – sospeso circa dieci anni fa per mancanza di fondi – grazie al finanziamento europeo. Sicuramente ha valenza anche il suo impegno a dialogare con le aziende, favorendo quindi una raccolta fondi da privati che ha permesso di raccogliere 300mila euro.
Non possiamo far altro che augurare buona fortuna al nuovo direttore di Pompei, nella speranza che possa portare grandi risultati così come ha fatto il suo predecessore. Tuttavia non ci si può non domandare: ma sarà davvero all’altezza? Perché Pompei non è Paestum, sono due realtà davvero differenti, non soltanto per quanto riguarda, nello specifico, il patrimonio storico artistico ivi presente, ma anche per la differente portata ed eco che hanno i due luoghi.