Un racconto in cui perdersi e ritrovarsi. È nata su questi presupposti l’edizione 2022 di Più Libri Più Liberi, la Fiera della Piccola e Media Editoria che ogni anno accompagna i lettori al Natale. Appuntamento fisso della Capitale nel freddo di dicembre, anche stavolta la manifestazione ha registrato numeri da capogiro confermando un trend che negli ultimi anni conta sempre più presenze quando si tratta di incontri dedicati alla letteratura.
La ventunesima edizione di PLPL chiude, infatti, con 105mila partecipanti, circa cinquecento editori e più di seicento eventi dedicati al racconto del mondo, tra narrativa, non fiction, graphic novel e tanto altro. Un’edizione che attesta quello organizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE) e ospitato a La Nuvola – dall’opera dell’architetto Massimiliano Fuksas – quale evento culturale più importante di Roma, secondo a livello nazionale soltanto al Salone del Libro di Torino.
Tra gli incontri più seguiti, quelli con Paul B. Preciado, Alessandro Barbero, Alessandro Baricco, Azar Nafisi, l’immancabile Zerocalcare e, ovviamente, la presentazione del nuovo progetto editoriale di Alessandro Cattelan. In visita anche lo scrittore di origine senegalese Mohamed Mbougar Sarr, il poeta bulgaro Georgi Gospodinov, Pilar del Rio Saramago, Claudia Rankine, Ellen Lupton, Jacqueline Woodson, Sheena Patel, Saša Stanišić e Jhumpa Lahiri. Ospiti nazionali e internazionali che hanno visto sale piene, lunghi firmacopie e momenti di confronto sui più svariati temi di attualità, ma non solo.
Protagonisti fuori e dentro La Nuvola, però, sono stati soprattutto i ragazzi (8mila soltanto in apertura), in questi giorni al centro di un dibattito che non si aspettavano. È notizia della scorsa settimana, infatti, l’emendamento alla Legge di Bilancio che inizialmente prevedeva la cancellazione della 18App, il bonus da 500 euro che i più giovani possono utilizzare al compimento della maggiore età per i loro bisogni culturali. Una notizia che gli editori non hanno accolto con sollievo.
Giuseppe Laterza, ad esempio, ha lanciato un appello a Governo e Parlamento affinché ritornino sui loro passi, raccogliendo in appena pochi giorni centinaia di adesioni tra gli addetti ai lavori: «La 18App è stata un atto di fiducia verso i giovani che ha fatto scegliere ai diretti interessati quali attività culturali rinforzare e che ha dato in particolare un sostegno importante alla diffusione dei libri. Abolire questa misura darebbe un colpo alla lettura nel nostro Paese la cui crescita, come sappiamo, è strettamente collegata allo sviluppo civile, sociale ed economico».
Con lo stesso scopo, le maggiori associazioni di settore si sono unite in un comunicato nella speranza di far sentire chiara la propria voce: «Da quando è stata approvata nel 2016 la 18App ha consentito a migliaia di giovani di esplorare e avvicinarsi al mondo del libro, scegliendo in piena libertà cosa leggere. Questa misura non solo ha sostenuto il mondo del libro economicamente, ma ha consentito a un Paese che tradizionalmente legge poco di fare enormi passi in avanti. Lo certifica l’Istat: nei primi tre anni il bonus ha permesso una crescita della lettura nella fascia d’età 18-21 anni dal 46,8% al 54%». Il documento porta la firma di AIE, ADEI (Associazione degli Editori indipendenti), ALI (Associazione Librai Italiani), SIL (Sindacato Italiano Librai), Federcartolai Confcommercio, AIB (Associazione Italiana Biblioteche), SIAE (Società Italiana degli Autori e Editori), SLC-Cgil Sezione Nazionale Scrittori.
A dare loro man forte, anche Nicola Lagioia, purtroppo direttore uscente del Salone del Libro di Torino: «L’App18 può essere migliorata, ma è stata utile in questi anni. Annunciarne l’abolizione prima di presentare una proposta (migliorativa) condivisa con editori, librai, scuole, non è corretto. Il problema dell’App18 è che semmai è davvero poco rispetto a ciò che fanno altri paesi a sostegno della lettura».
Come sappiamo, il Bonus Cultura, anche noto come 18App, è stato introdotto in Italia con la Legge di Bilancio 2016 per un totale di 500 euro da spendere in musica, libri, biglietti per spettacoli teatrali e molto altro destinati a chiunque diventasse maggiorenne in quello stesso anno. La misura è stata poi rinnovata di manovra in manovra e resa strutturale dal 2022 con una spesa annua massima di 220 milioni di euro.
Dal 2016 a oggi, ne hanno usufruito 2,5 milioni di neomaggiorenni, con un impiego di risorse di circa 1,1 miliardi di euro. Nel 2017, secondo i dati diffusi dall’allora MiBACT, i nati nel 1998 lo hanno speso nell’80,6% dei casi in libri per un totale di quasi 133 milioni di euro tra acquisti online e in negozio; nell’8.9% in concerti, cioè 15 milioni; nel 7.2% per il cinema (11 milioni) e solo nello 0,3% per musei ed eventi culturali. Il 2022, in particolare, è stato l’anno con maggiori richieste del bonus, che hanno raggiunto quota 441mila. Numeri non così bassi per un settore che finisce sempre con l’annaspare e che di fondi, se ben elargiti, necessita come non mai, soprattutto in seguito agli aumenti che ne stanno acuendo la crisi e a cui si potrebbe far fronte ripristinando, ad esempio, il credito di imposta sulla carta.
Perché se è vero che – come scrive il Domani – le polemiche sull’eliminazione del bonus cultura rendono palese uno dei vizi dei governi nazionali: le politiche pubbliche non sono oggetto di valutazione, ma paiono sempre assistite da una sorta di presunzione di efficacia, laddove la nobiltà dell’obiettivo perseguito giustifica la spesa pubblica e tanto basta, è pur vero che cancellare di punto in bianco una manovra che ha avvicinato – soprattutto, permesso di avvicinare – un pubblico giovane al mondo della cultura rischia di trasformarsi in un boomerang per l’intera filiera e per il Paese tutto. Anche qui, in soccorso, arrivano i dati: il 14% dei lettori dichiara, infatti, che il secondo fattore che influenza l’acquisto di libri sono le segnalazioni sui social network. Primo, nemmeno a dirlo, è lo sconto (17%), seguito da esposizione in libreria (10%), classifiche sui siti di e-commerce (6%), recensioni-interviste sui giornali (5%), interviste radiofoniche e televisive agli autori (5%), consigli dei librai (4%) e algoritmi di segnalazione dei siti online.
Per quanto riguarda i social in particolare, l’8% dei lettori dice di essere influenzato soprattutto da segnalazioni di amici e personaggi pubblici, anche se non direttamente legati al mondo del libro; il 6% dai canali social degli editori; il 4% da influencer di settore. A dominare sono Instagram (54%), Facebook (53%), YouTube (29%), TikTok (26%) e Twitter (14%). E chi, più dei giovani, utilizza questi strumenti?
Sarà per questo – e per le grosse polemiche scaturite – che proprio nelle ore in cui scriviamo, la Premier Giorgia Meloni ha cercato di aggiustare il tiro, dichiarando che il Bonus Cultura sarà ancora elargito ma soltanto a chi, per ragioni reddituali, potrà dirsi meritevole. Un’apertura, la sua, che potrebbe rivelarsi persino efficace se sostenuta – come dichiarato anche da Nicola Lagioia – da un sistema di leggi in grado di collegare in modo virtuoso case editrici, librerie, biblioteche e scuole. Meno favorevoli sono, in cambio, le opposizioni, secondo le quali il bonus debba essere uno strumento per avvicinare i giovani alla cultura, a prescindere dal reddito familiare.
La nuova formula che prenderà il posto di 18App sarà la Carta Cultura, con il Ministro Sangiuliano che a inizio anno incontrerà le categorie del settore per definire le nuove linee guida del provvedimento che speriamo – ma conosciamo la risposta – non diventi ennesimo scontro politico e fazioso, ma soltanto un incentivo a un settore che nel nostro Paese vede destinata una percentuale irrisoria di PIL, relegando l’Italia al quartultimo posto in UE.
«Il nostro obiettivo era ritrovarci intorno alla comunità del libro dopo un anno in cui ci siamo sentiti persi, e siamo riusciti nell’intento. Posso affermare che è stata l’edizione più bella di sempre» ha dichiarato Annamaria Malato, Presidente di Più Libri Più Liberi. A farle eco molti editori che hanno confermato il trend positivo della cinque giorni che, come in occasione dell’ultimo Salone del Libro, va in netta controtendenza rispetto ai numeri generali registrati dal settore. I dati Istat parlano chiaro: il mercato nazionale è sempre più concentrato nelle mani dei cosiddetti lettori forti che leggono in media 17 libri l’anno, tre in più rispetto al 2020, e comprano in media 12,3 libri l’anno. Cresce inoltre il divario Nord-Sud: al Nord i lettori, in tre anni, sono passati dal 63% del 2019 al 59% del 2021; al Sud, invece, dal 41% del 2019 al 35% del 2021.
Anche quello che va concludendosi è un anno che dovrebbe chiudersi in lieve flessione (tra il -1,1% e il -1,8%) rispetto al 2021 (appena sotto gli 1,7 milioni di euro di venduto a prezzo di copertina). Nei primi undici mesi il valore del mercato è stato, infatti, pari a 1,268 miliardi, in calo del 2,3% rispetto ai dodici mesi precedenti ma in crescita del 12,9% rispetto al pre-pandemia. Le copie vendute sono state 86,8 milioni, in calo del 2% rispetto al 2021 e in crescita del 14,5% rispetto al 2019.
«Un anno di consolidamento dopo i grandi risultati del 2021 che testimonia di per sé la vitalità dell’industria editoriale e il desiderio di lettura degli italiani. Ma bisogna anche dire che gli editori si sono tenuti in casa l’aumento dei costi senza scaricarli sul prezzo dei libri» ha spiegato il Presidente AIE Ricardo Franco Levi. Nonostante il percepito e l’aumento dei costi nel 2022 in Italia, infatti, il prezzo medio del venduto si attesta a 14,62 euro, in calo dello 0,4% rispetto al 2021. Le novità a stampa pubblicate nell’anno sono 62.745 (-2%).
Tra questi, i romanzi di autori stranieri sono cresciuti del 9,1%, quelli degli italiani del 4,3%, i fumetti del 15,9%. La saggistica professionale invece cala del 13,3%, quella generale del 10,8%. L’editoria per bambini e ragazzi del 2,5%. Molto importante, infine, il dato sottolineato da Diego Guida, presidente del gruppo Piccoli editori di AIE, che ha ricordato le difficoltà nell’accesso alla rete distributiva, alle librerie in particolare: «Da un sondaggio informale ci risulta che il 30% del nostro fatturato arriva attraverso il distributore, tutto il resto sono nostre iniziative». Le occasioni di ritrovo, dunque, si rivelano sempre le più importanti. Per incontrare nuovi lettori, per confrontarsi, per raccontarsi il mondo nella speranza di cambiarlo. Un racconto in cui perdersi e ritrovarsi, più leggeri, insieme, tra La Nuvola. Appuntamento al prossimo anno, dal 6 al 10 dicembre.