Leggere è la capacità di una maggioranza e l’arte di una minoranza, scriveva Julian Barnes. I dati, in fondo, gli danno ragione. Eppure, in un Paese che si colloca al 19esimo posto nell’Unione Europea per la percentuale di libri letti e all’ultimo per il livello di competenze di lettura, la Fiera della Piccola e Media Editoria – così come Torino lo scorso maggio – ha confermato che quella minoranza sente forte la necessità di trovarsi. Ancora e con passione.
La 18esima edizione di Più Libri Più Liberi, tenutasi dal 4 all’8 dicembre, ha infatti registrato l’ennesima affluenza record, sale strapiene e vendite in crescita per gli editori. Organizzata dall’AIE (Associazione Italiana Editori) presso il Roma Convention Center, più noto come La Nuvola – dall’opera dell’architetto Massimiliano Fuksas –, la manifestazione ha superato le 100mila presenze, migliorando già l’ottimo risultato del 2018. Complici anche i 1800 ospiti nazionali e internazionali coinvolti, PLPL si attesta, dunque, come uno degli eventi formativi più attesi della Capitale e dell’intero Paese, secondo in ambito librario soltanto alla lanciatissima kermesse piemontese, quest’anno tristemente al centro di accese polemiche e di squallidi tentativi di boicottaggio volti a scoraggiare organizzatori e partecipanti, chiamati a ribadire il valore del libro e del sapere dinanzi a un negazionismo tanto politico quanto culturale.
Come in quell’occasione, però, anche Roma ha fatto la sua scelta, prendendo una posizione chiara e incontrovertibile: dal gioco del mondo del 32esimo Salone ai confini dell’Europa – oggetto di approfondimento della maggiore età di PLPL –, il dibattito si è svolto intorno a temi quali democrazia, accoglienza e pluralismo. Questioni cruciali e delicate per il nostro presente e per gli anni che ci attendono, affrontate – sottolineano i promotori – non attraverso speculazioni teoriche ma tramite discussioni aperte nate dal confronto su punti fondamentali come l’identità, il dialogo e i valori.
Tra gli appuntamenti più seguiti, non a caso, quello con la 17enne Olga Misik, giovane attivista russa celebre per aver letto alcuni articoli della Costituzione circondata da agenti della polizia nel corso di una manifestazione contro la dittatura di Putin, e quello con il Sindaco di Danzica Aleksandra Dulkiewicz la quale, in un Paese che guarda nostalgicamente a destra, prova a costruire una città sempre più aperta e inclusiva, convinta che il suo ruolo di Primo Cittadino non debba limitarsi all’ordinaria amministrazione del Comune di riferimento, bensì anche alla tutela delle libertà conquistate negli anni dal popolo polacco e dall’Europa tutta, a suo dire garanzia di diritti che i sovranismi moderni mirano a negare nella loro lotta alla comunità internazionale postbellica.
Di politica e di mutamenti del mondo contemporaneo, inoltre, hanno dibattuto anche grandi firme dell’informazione italiana quali Marco Damilano, Ezio Mauro, Carlo Verdelli, Annalisa Camilli e Nello Scavo, ciascuno impegnato a riflettere sul futuro del progetto europeo che non può e non deve prescindere dal delicato rapporto con le aree geografiche e le culture limitrofe, come il Medio Oriente e l’Africa, di cui – tra gli altri – ha discusso Francesca Mannocchi con Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohammed Moulessehoul, celebre scrittore algerino da anni in Francia.
Non sono mancate, poi, riflessioni sulle resistenze del mondo. Dalla Catalogna all’Iraq, senza dimenticare Hong Kong, la Turchia e il Sud America con ospiti come Yasemin Congar, compagna dello scrittore dissidente politico Ahmet Altan detenuto nelle carceri turche, e Fernanda Chaves, giornalista sopravvissuta all’agguato all’attivista Marielle Franco. Eventi concentrati sull’importanza del dissenso e sull’urgenza globale di trasformare i sistemi politici corrotti, garantendo un futuro più sano a un pianeta destinato a morire.
Più vivi delle edizioni passate, invece, sono parsi i libri, i veri protagonisti della cinque giorni capitolina, nati dalla passione e dal lavoro di editori indipendenti, circa 500, anche stavolta impegnati a offrire sorrisi e cataloghi degni della dedizione di chi ha sfidato le previsioni meteo incerte – per fortuna smentite –, le lunghe file all’ingresso e, anche, le traversate in treno da ogni dove pur di godere dei 670 appuntamenti e più organizzati per l’occasione. D’altro canto – e la fedeltà a Più Libri Più Liberi lo dimostra –, più di una copia su quattro di quelle vendute nel 2019 è di un piccolo o medio editore, vale a dire un marchio indipendente il cui fatturato netto non supera i 13 milioni di euro.
A tal proposito, basti pensare che a dominare le classifiche degli ultimi anni sono stati e continuano a essere volumi editi da case editrici riconosciute come grandi marchi – in quanto a qualità – ma che a essi, in termini economico-distributivi, non appartengono. Il riferimento a Sellerio, con il compianto Andrea Camilleri, e alla e/o di Elena Ferrante non è affatto casuale. E sebbene non tutti i piccoli contribuiscano alla crescita del mercato librario che, stando ai dati presentati a Roma da Nielsen, ha registrato una crescita del 3.7% nei primi undici mesi dell’anno, con l’incremento anche del numero di copie acquistate toccando, a un mese dal Natale, il +2.3%, la piccola e media editoria sta decisamente crescendo. I suoi primi 100 marchi, infatti, rappresentano il 72.8% del mercato e i primi 500 il 92.2% su oltre 5mila editori complessivi.
Numeri interessanti che, tuttavia, non mettono al riparo un settore costantemente in crisi. Non è da sottovalutare, infatti, che soltanto lo 0.9% dei titoli venda oltre 1000 copie e che, invece, in media il 91% non superi le 100. Ciò nonostante, eventi come la Fiera di Roma costituiscono delle opportunità importanti per editori e lettori di proporsi e scoprire, di confrontarsi gli uni con gli altri, di captare interessi e di seguire i propri, nonché di conoscere gli autori delle storie che vivono tra le pagine dei volumi la cui eco riverbera nell’animo di chi legge, nutrendolo, a tutela di un rapporto diretto che nella letteratura, come nella vita, si fa sempre più necessario, ormai quasi desueto e controcorrente.
«L’edizione della maggiore età ha giustamente coinciso con la più bella ed entusiasmante delle 18 sino a oggi realizzate. È motivo di estrema soddisfazione percepire la felicità di lettori ed editori che hanno “occupato” la Nuvola in questi cinque giorni. Da qui l’Italia sembra il Paese fantastico che tutti vorremmo: cultura, passione e partecipazione», cosi si è espresso – a giusta ragione – il Direttore della Fiera Fabio Del Giudice.
Perché se è vero che chi abita lo Stivale è, purtroppo, ancora poco avvezzo alla lettura, per qualche ora, tra gli stand di PLPL, quella minoranza si è fatta maggioranza e non massa, mossa da un ideale, un obiettivo, una passione – sana – che si è tramutata in speranza, rendendo l’Italia un Paese civile, un Paese che forse può guardare a domani con gli occhi di chi ci crede ancora. Gli occhi di chi sfogliando un libro può vincere i dittatori del pensiero unico, la violenza di cui sono capaci, l’ignoranza che – sola – possono auspicare.
E, allora, appuntamento alla 19esima edizione. Perché, il nome non è casuale, con Più Libri si è veramente Più Liberi.