Contributo di Marianna Sorelli, Libera Pisa
Maggio è il mese dei poeti, dell’attesa dell’estate, dei nuovi amori. E proprio quello scorso, figlio di un’incerta primavera – nel corso di due settimane distinte –, gli studenti di cinque classi della scuola media Fibonacci di Pisa hanno avuto la possibilità di visitare la Campania. Non una gita qualunque, un viaggio d’istruzione volto alla scoperta delle meraviglie del Sud Italia, bensì un percorso responsabile che li ha portati – insieme ai loro professori, guidati dai volontari di Libera Pisa e dall’associazione Visiterre – a toccare con mano la voglia di rinascita di luoghi dove, fino a qualche tempo fa, spadroneggiavano la povertà, il degrado e la camorra.
Scampia, Casal di Principe, Castel Volturno sono solo alcuni di questi esempi. Filo conduttore del tour sono stati i beni sottratti alla malavita e il loro riutilizzo sociale come previsto dalla Legge 109 del 1996. Un bene confiscato è un bene di tutti. Cittadini attivi e consapevoli, insieme, possono creare grandi cose e i ragazzi hanno avuto modo di accorgersene sin da subito, facendosi testimoni del lavoro, con gioia e dedizione, dei rappresentanti di Dulcis in fundo o della NCO (Nuova Cooperazione Organizzata, nome che ricorda la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e la sua sconfitta). I giovani visitatori hanno avuto, così, la fortuna di scoprire la vera forza, quella di chi – come ad esempio i Pollici Verdi di Scampia – ha detto io resto e resisto, diventando parte della rigenerazione del proprio territorio senza dover fuggire altrove.
Due gite caratterizzate da grandi emozioni e riflessioni, due viaggi che hanno permesso ai ragazzi di tornare, poi, nella loro città toscana, portandosi dietro quell’esempio di speranza misto a una rigenerata consapevolezza. Un nuovo spirito, una voglia di fare che ha spinto gli alunni a volersi tramutare in parte attiva del cambiamento anche in terra pisana. Durante il viaggio di ritorno, a seguito di un intervento al microfono di un loro compagno, di origini partenopee, è nata così l’idea di un flash mob nei pressi di un bene confiscato della loro città, l’edicola nel pieno centro di Pisa: «In questi giorni avete conosciuto la mia Napoli e io ho, finalmente, avuto la mia rivincita: Napoli non è solo spazzatura e camorra, è bellezza, è amore e voglia di restare e cambiarne il destino».
Una struttura confiscata a Cosa Nostra, l’edicola, e riutilizzata socialmente, chiusa lo scorso anno in seguito alle difficoltà della cooperativa sociale che con coraggio e speranza l’aveva presa in gestione. Quel pensiero si è, allora, tramutato in realtà. Lo scorso 23 maggio, in occasione del 27esimo anniversario in ricordo delle vittime di Capaci, il centro di Pisa ha accolto il raduno di duecento adolescenti ritrovatisi dinanzi a quella struttura, oggi in stato di degrado ma sinonimo, ancora, di resistenza e appartenenza.
Un flash mob che ha attirato l’attenzione dell’intera cittadinanza al grido Un bene confiscato è un’opportunità. I ragazzi, rinnovati cittadini attivi e consapevoli, hanno colorato il centro della città facendo sentire la propria voce per richiamare i pisani e le istituzioni locali alle proprie responsabilità, affinché l’edicola possa godere di una nuova opportunità ed essere riutilizzata per fini comunitari.
Uno momento di grande passione, avvalorato dalla presenza di Don Luigi Ciotti e del Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, che hanno calcato i passi di quei giovani ribadendo la necessità di preservare un bene confiscato, il simbolo di una grande vittoria dello Stato e della società civile.
Campania e Toscana, Napoli e Pisa, unite da un passato e un presente di alti e bassi, si sono ritrovate nell’azione, accomunate nelle gesta di cittadini, studenti e istituzioni tentando di dimostrare che insieme è possibile, lanciando un segnale, aspirando così a un futuro di condivisione e libertà. Perché, cantava Gaber, libertà è partecipazione.