Quando un napoletano va a Perugia, passa da una città metropolitana, ampia, dove ci si confonde nella bellezza dell’eterogeneità e in un alto grado di socialità, a una sorta di quieto presepe in dimensioni naturali. I variegati colori partenopei, i venditori ambulanti che si fermano per una chiacchiera e i suoni di una moltitudine di turisti e di cittadini che cantano e parlano ad alta voce sono molto lontani dalla sommessa meraviglia che suscitano le strade e i borghi medievali perugini, in un luogo che non ha cancellato i segni della sua storia, ma li ha conservati nelle sculture, negli edifici, nelle mura e nelle piazze. Le tonalità preminenti di beige e di un tenue marrone di palazzi, fontane, archi e torri dominano insieme al verdeggiare della natura in una città che ha scelto di non lasciarsi contaminare dalla modernità. Camminare per il centro storico e immergersi nella sua antichità architettonica significa scoprire e ricordare allo stesso tempo, rivivere un frammento di passato etrusco, romano e bizantino in ogni angolo e in ogni momento.
Perugia è una realtà in cui vige un forte rispetto degli spazi altrui e dove essere civili fa parte della normalità, dove non vige l’obbligo di tenersi stretta la borsa mentre si cammina e non c’è da aver paura quando si estrae il cellulare. Il trasporto pubblico è del tutto efficiente e non si verificano affollamenti claustrofobici di passeggeri, così come si può ammirare la pulizia delle strade e l’assenza di rifiuti sparsi lì dove non dovrebbero essere. Nel periodo natalizio vengono organizzati, a pochi minuti dal centro, mercatini in cui si vendono articoli ludici, immobiliari, alimentari e di ogni altro genere tipici della città. Le luminarie rallegrano e rivestono il tutto di nuovi colori ed è d’obbligo fermarsi a bere cioccolata calda mentre si è intrattenuti dal gentile negoziante che “si racconta” come a un vecchio conoscente.
In genere, però, si è soliti visitare la città in autunno, quando viene ospitato il famoso Eurochocolate, dove il palato di persone provenienti da ogni parte della nazione può deliziarsi tra i più disparati e dolci sapori. È a questo evento che è legata la sua fama, cosicché se si decide di recarvisi in un periodo che non comprende il festival del cioccolato più famoso d’Europa, bisogna aspettarsi dagli altri la classica domanda “E, allora, che ci vai a fare?”, come se Perugia esistesse soltanto in funzione di esso.
In realtà, per i più golosi è quasi sempre aperta la Casa del Cioccolato Perugina, a pochi minuti dal centro, dove viene prodotto il cioccolatino più venduto di tutti, simbolo di amore e romanticismo. Vi si può accedere comprando il ticket a un prezzo irrisorio all’ingresso, dove vengono offerte barrette di cioccolato gratuite, dopodiché una guida conduce gli ospiti al piano superiore, in un’ampissima sala dai colori caldi ed eleganti. Qui ha inizio un vero e proprio tour, nel quale viene raccontata e illustrata con proiettori non solo la storia della grande azienda, ma anche del cioccolato stesso fin dalle sue prime produzioni. Viene spiegato quali siano gli ingredienti e le diverse dosi che danno origine ai vari tipi di cioccolato esistenti: bianco, fondente, al latte e così via. Non manca un excursus sulla figura di Luisa Spagnoli, la vera anima dell’industria. La Spagnoli, difatti, viene spesso associata al suo brand d’abbigliamento e non tutti sanno che la creatività e la mente brillante della donna sono state il motore principale del successo del marchio. Anche il famoso Buitoni, presidente dell’omonima marca e amante segreto della Spagnoli, ebbe un ruolo fondamentale: fu colui che diede il nome Bacio al famoso cioccolatino, che ai tempi si chiamava Cazzotto per la sua forma di mano stretta a pugno. Informazione, questa, che tende a scaturire nei bambini una grande ilarità che dura diversi minuti. Proseguendo la visita, si può ammirare in che modo i vari prodotti vengano creati e, in seguito, confezionati grazie al personale alle prese con il proprio lavoro. L’epilogo dell’escursione è più dolce che mai con le degustazioni di cioccolatini e barrette prodotti in loco.
Ma Perugia è anche patria di altre specialità culinarie. La torta al testo, dolce o salata, economica e saporita, è un vero e proprio must. Imperdibili sono anche le pietanze al tartufo, non da tutti apprezzato per il sapore molto carico e inusuale, ma una vera prelibatezza per chi apprezza il pregiato fungo.
Vale la pena di visitare la città, dunque, non solo per l’Eurochocolate, ma anche per le bellezze architettoniche e paesaggistiche offerte, per un’accoglienza calda ma non esuberante, per esplorare uno scorcio di storia che sopravvive ai giorni nostri, addentrarsi nei vicoli stretti e percorrerne le numerose scalinate che dove portino non si sa finché non si sceglie di scoprirlo.