Uccisi più di 9300 palestinesi di cui 3800 bambini: questa la striscia di RaiNews24 delle ore 13:01 di sabato 4 novembre che mi ha fatto letteralmente sobbalzare dalla sedia e che ho voluto fotografare quando è nuovamente apparsa per accertarmi che non fosse un’allucinazione.
Apprendere una tale notizia dall’emittente del servizio pubblico è davvero sorprendente. L’informazione al 90% si è trincerata in una vergognosa narrazione falsa e bugiarda, ignorando una realtà riportata a chiare lettere dalle risoluzioni ONU e da Amnesty International che hanno dichiarato il governo israeliano colpevole di crimini contro l’umanità.
A evitare il ripetersi delle solite stupide avventate accuse di essere anti-Israele (come accaduto per il conflitto Russia-Ucraina definendo putiniano chiunque non fosse pro-Zelensky) e sostenendo magari che anche la RAI è filo-Hamas, è bene chiarire che non si intende in alcun modo assolvere l’atto terroristico più che condannabile del 7 ottobre scorso, ricordando ai soliti smemorati e, peggio, ai tanti in malafede, che i palestinesi non hanno nulla a che vedere con i terroristi e che forse sarebbe il caso di informarsi su chi ha contribuito ad armarli e voluto la loro formazione proprio in quel territorio.
Sottoposti a sfratti, allontanamenti forzati, occupazioni di terre e abitazioni da parte di coloni abusivi, tenuti per anni nelle carceri israeliane in condizioni disumane, secondo il rapporto delle Nazioni Unite del 2021 sono circa 800mila, sequestrati e condotti in prigione. Derubati perfino dell’acqua potabile, deviata e controllata, razionata fino all’erogazione di un giorno ogni una o due settimane secondo quanto riportato da Amnesty International. Mancanza di energia elettrica, ospedali allo stremo, operazioni urgenti eseguite senza anestesia, mancanza di farmaci.
Pur vero che la maggioranza dei palestinesi non crede più alle promesse che da troppo vengono fatte in merito alla creazione di due Stati e una piccola parte di essi sceglie Hamas per difendere le proprie aspettative di liberazione e sopravvivenza, ma tutto appare come una guerra finale, una pulizia etnica, un genocidio dopo ben settantacinque anni di soprusi nel silenzio generale, tra la cecità dell’Europa e l’astensione del governo italiano all’ONU per una tregua contrariamente a quanto fatto da Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Irlanda, Lussemburgo e Malta.
Gli Stati Uniti hanno votato contro, una decisione seppur scontata ma che aumenta la diffidenza nei confronti del Presidente Biden, in particolare della comunità araba americana e non ultimi i 3,5 milioni di musulmani americani che ritengono non sufficienti i semplici inviti alla moderazione rivolti al governo israeliano. Insoddisfazione che certamente avrà ripercussioni sulla già precaria posizione dell’attuale inquilino della Casa Bianca in vista delle prossime elezioni presidenziali.
Molti video pubblicati in questi giorni sui social documentano la violenza della polizia israeliana nei confronti anche di quanti ebrei dissentono dalla politica del governo presieduto da Benjamin Netanyahu in carica dal 2009, in particolare quella espressa dopo l’attacco terroristico di Hamas e l’attacco che appare ormai prossimo che potrebbe con molta probabilità scatenare un effetto domino con conseguenze drammatiche a livello mondiale.
L’Europa e l’Italia si oppongano al protrarsi di questo massacro e dei crimini contro l’umanità in nome di una difesa che appare sempre più come una vendetta generalizzata. Sia l’ONU questa volta l’unico punto autorevole di riferimento e si metta fine a questa carneficina che rischia di compromettere in maniera irreversibile la pace internazionale già ampiamente compromessa.
«Il mondo è in pericolo, ripudiare la follia della guerra» ha tuonato alcuni giorni fa Papa Francesco che non sembra aver trovato orecchie disposte all’ascolto né dal governo italiano, né da quello europeo, attualmente già coinvolti in un conflitto – di fatto, partecipi di una guerra dai tempi che non si profilano per niente prossimi alla conclusione – ed entrambi in una posizione ambigua rispetto alla questione mediorientale, per niente proiettati a porsi come riferimento per un tentativo di mediazione finalizzato a ottenere da subito una tregua per poi proporre un tavolo di pace per la realizzazione di due Stati nel rispetto di due popoli. Purtroppo, posizione analoga a quella assunta nei confronti del conflitto in corso in Ucraina.
Il mondo è in pericolo, ma questo non sembra affatto scuotere l’opinione pubblica italiana, troppo distratta dagli squallidi fatti di casa nostra che occupano la parte centrale dell’informazione sempre più impegnata a sostenere l’insostenibile. Mai neanche una timida proposta da portare in Europa per una tregua nei territori pieni di sangue, di vittime innocenti per dire basta a tutte le guerre, per la riduzione degli armamenti, per il disarmo.
Pura utopia, in una realtà che ci porterà ancora una volta nel baratro, in una situazione senza ritorno dove non ci saranno vincitori ma solo sconfitti, vittime di una follia generale e dell’incapacità del potere politico di farsi interprete di ciò di cui realmente hanno bisogno il Paese e l’intera comunità internazionale.