Pochi giorni fa si è concluso il PaP Camp 2019, il campeggio di Potere al Popolo svoltosi dal 28 agosto al primo settembre, ospitato per quest’anno dalla riserva naturale Another Beach Project a Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. La scelta del luogo non è stata casuale: si tratta di spiagge e lande incontaminate che resistono all’imperante industrializzazione e commercializzazione, lo stesso obiettivo di resistenza alla barbarie che avanza con cui gli attivisti del partito hanno trascorso quattro giorni all’insegna del confronto, della programmazione e, soprattutto, della condivisione.
Facendo un passo indietro, Potere al Popolo è un movimento politico che nasce di recente e che si presenta ufficialmente alle elezioni politiche e regionali per la prima volta nel marzo 2018. Si propone di creare una democrazia reale, che parta dal basso, che sia frutto di partecipazione attiva e che, soprattutto, crei le condizioni per un potere popolare. Una democrazia fatta di pratiche quotidiane, di condivisione e mutualismo. Non stupisce dunque il luogo in cui PaP trova la sua origine, ossia il centro sociale napoletano Je so’ pazz, nato all’interno di un ex ospedale psichiatrico giudiziario abbandonato, che svolge numerose attività sul territorio che si rivolgono in particolare alle fasce più povere della popolazione, spesso abbandonate dalle istituzioni. Tra le tante, attività di doposcuola, di assistenza ai migranti e ai senzatetto, di volontariato carcerario, di laboratori teatrali e sportivi, il tutto a titolo gratuito.
Il movimento politico concentra la propria attenzione su tematiche tutt’oggi ancora “calde”: la cura dell’ambiente, la lotta alla disoccupazione e al lavoro nero, alla povertà e alla disuguaglianza, la necessità di accogliere e di essere solidali, in un’ottica inclusiva e partecipativa. Ed è su queste stesse tematiche che si è dibattuto lo scorso weekend.
L’idea del campeggio non è nuova per gli attivisti di PaP: già lo scorso anno, infatti, se ne era tenuto uno a Marina di Grosseto con le stesse modalità. Anche questa volta, la partecipazione è stata rilevante, nonostante la difficoltà nel raggiungere un luogo che si trova quasi sulla punta del nostro Stivale. I militanti sono arrivati da ogni parte d’Italia, affrontando viaggi lunghi e distese di chilometri, con la sola voglia di arricchirsi e contribuire alla costruzione di ciò in cui si crede. Al centro delle quattro giornate la formazione e il dibattito: workshop, assemblee, attività culturali e ludiche. E se a qualcuno l’idea di far crescere e organizzare una forza politica in campeggio sembra paradossale, gli attivisti e gli ideatori credono invece che la realizzazione di un movimento passi per la costituzione di una comunità unita e consapevole. Con la possibilità, tra le tende immerse nella natura e in riva al mare, di allontanarsi dal trambusto quotidiano che attanaglia chiunque e ci costringe ogni giorno a rincorrere gli oneri lavorativi in un ritmo serrato da cui sembra di non potersi mai liberare.
Gli impegni per chi ha voluto partecipare attivamente a quest’esperienza sono stati comunque tantissimi: tra qualche ora trascorsa sulla splendida spiaggia di Isola Capo Rizzuto e gli spettacoli teatrali e la musica serale, ci sono state intense giornate di discussione e formazione. Ed è proprio la formazione del movimento politico che è stata protagonista del primo giorno, con quattro workshop che si sono svolti in contemporanea e che hanno avuto come obiettivo quello di costruire una comunità cosciente e pronta a reagire alle nuove necessità che gli eventi odierni pongono. Si sono poi svolte le assemblee dei vari tavoli di lavoro: Giustizia, Lavoro, Sanità, Immigrazione, Ambiente, Scuola, Mutualismo sono solo alcune delle tematiche prese in oggetto. Le serate, invece, sono state all’insegna della cultura con spettacoli teatrali, tra cui Un Gramsci mai visto di Angelo D’Orsi, ma anche all’insegna del divertimento con musica dal vivo e feste.
Potere al Popolo, inoltre, ha sentito la necessità di manifestare la propria posizione rispetto alla crisi di governo, e alle alleanze create e poi sciolte negli ultimi tempi, con dirette trasmesse sui canali social e seguite da centinaia di persone. La nuova forza politica crede fortemente di essere l’unica reale alternativa alla barbarie che avanza, potendo riunire tutte le voci dissenzienti della società, tutti coloro che si sentono ultimi, emarginati, che si sentono popolo. Ma per costruire una vera alternativa servono consapevolezza, lucidità e organizzazione: essere coscienti dei propri limiti aiuta a lavorarci e a costruire qualcosa di solido che non possa essere spazzato via dalle innumerevoli contingenze politiche, ma che rimanga e abbia la tenacia di crescere. Crescere al fianco dei poveri, dei disoccupati, di chi è costretto a lavorare in nero privo di tutele e diritti, dei discriminati, gridando a gran voce che il potere spetta – appunto – al popolo. Spetta a chi ogni giorno cerca di costruirsi un futuro migliore, ai milioni di ragazzi che lottano quotidianamente per avere un lavoro che non diventi sfruttamento, a chi è pronto a costruire una comunità che metta al centro innanzitutto l’altro e la solidarietà. E su questi temi i campeggiatori dello scorso weekend si sono interrogati, si sono aggregati, si sono conosciuti e hanno organizzato le prossime mosse.
Certamente una delle più grandi sfide per Potere al Popolo è farsi conoscere e coinvolgere quante più persone possibili, vincendo anche le resistenze di qualche media, mostrarsi come l’alternativa reale e l’unica possibile, e farlo attraverso tutti i mezzi di comunicazione a disposizione. Eliminare l’idea della sinistra utopica cui sono abituati gli italiani, dimostrando che è concretamente possibile un potere popolare frutto di dialogo e confronto, di pratiche quotidiane. Pap è una forza politica nuova, ma non per questo priva di possibilità: tutto sta nell’individuarle e sfruttarle. Non a caso uno dei loro motti è Dove era il no, faremo il sì. Che possano riuscirci davvero?