Lo scorso 17 ottobre, il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli – ha inaugurato la mostra Genesi di Sebastião Salgado, maggiore fotocronista degli ultimi tempi resosi promotore di un’indefessa denuncia contro la crudeltà umana.
L’esposizione, promossa dalla collaborazione di Civita Mostre e l’Assessorato alla Cultura e al Turismo, è un progetto di Contrasto e Amazonas Images ed è curata dalla stessa moglie di Salgado, Lélia Wanick, sua inseparabile compagna di vita e di avventure. L’Amazonas Images, inoltre, è un’agenzia frutto dei due coniugi, dedicata completamente al lavoro del fotoreporter brasiliano che con Contrasto ha pubblicato la sua autobiografia Dalla mia Terra alla Terra e vari libri, come Profumo di sogno. Viaggio nel mondo del caffè e Altre Americhe.
Quelli di Salgado sono reportage che assumono le forme di una protesta, un grido contro la povertà, la fame, le guerre e ogni altra atrocità che vede l’uomo come suo artefice. Nel 1973, il fotocronista ha immortalato i drammi del Sahel, territorio dell’Africa sub-sahariana vittima della siccità, per poi passare alla rivoluzione portoghese nel 1974 e alla vita rurale nell’America Latina – sua terra d’origine – nel 1977, da cui è nato il libro sopracitato Altre Americhe. Ha continuato, poi, con altre numerose immagini documentarie in una lunga carriera che ha prodotto volumi tradotti in diverse lingue e che gli è valso un altissimo numero di premi e riconoscimenti da tutto il mondo.
Nel 2003 ha dato inizio a un progetto destinato a durare una decade, Genesi, una raccolta di scatti realizzati in un viaggio in giro per il mondo, alla ricerca di aree incontaminate dal tocco umano. La produzione è stata divisa in cinque sezioni sulla base delle diverse zone esplorate: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, Africa, Il grande Nord, Amazzonia e Pantanàl.
Circa metà del pianeta, ha raccontato il maestro di quest’arte di grande respiro, è rimasta esattamente come nel giorno della Genesi. Attraverso oltre duecento foto, l’autore ha denunciato i disastri ambientali che hanno piegato una buona porzione della Terra, ma ha scelto di farlo mostrandoci quel che è ancora salvo.
Prima di realizzare Genesi, ha riferito, avevo fotografato solo una specie, gli esseri umani. Adesso ha immortalato meravigliosi paesaggi naturali con le loro creature animali – le tartarughe giganti delle Galapagos, le balene della Patagonia, le zebre del Kenya – e popoli primitivi – gli Yanomani dell’Amazzonia brasiliana, i Pigmei del Congo settentrionale, i Boscimani del deserto del Kalahari, gli Himba del deserto della Namibia – nel suo tipico bianco e nero che racchiude l’intima essenza di tutto quello che è stato catturato dal suo obiettivo.
Per omaggiare fedelmente gli ambienti da lui selezionati per i suoi scatti, Salgado vi ha vissuto a lungo integrandosi in ciascuno di essi, così da eternarli non con l’occhio del fotoreporter, ma di chi in quei luoghi ci ha abitato e ne ha conosciuto la realtà intrinseca.
Se metà del nostro pianeta è ancora salva, è compito dell’uomo assicurarsi che così continui a essere, e si spera che mostrare le bellezze di una natura lasciata intatta possa spingere a una sincera riflessione sul modo in cui l’essere umano ha deturpato ciò che è inesorabilmente caduto fra le sue mani. Si vive, ormai, in un pezzo di mondo urbanizzato e snaturato, sofferente, incattivito da un maltrattamento che dura da secoli e che per noi costituisce la normalità. Un piccolo confronto con le origini del pianeta che ci ospita, forse, potrebbe risvegliare una consapevolezza che preferiamo tenere sepolta.
Il progetto Genesi è divenuto oggetto di una pubblicazione edita da Taschen, che presenta circa mille illustrazioni e che sarà possibile acquistare all’interno della mostra stessa.
L’esposizione ha già avuto un incredibile successo in diverse città italiane e non, e Napoli avrà l’onore di accoglierla fino al 28 gennaio. È un appuntamento da non perdere, per gli appassionati e per chi, semplicemente, desidera conoscere scorci di terre mozzafiato che ancora esistono, e si spera sia così per sempre.
Il PAN è sito in Via dei Mille 60. La mostra, invece, è aperta tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 19.30, ma la biglietteria chiude un’ora prima, escluso il martedì in cui resta chiusa.
Il prezzo del biglietto intero (inclusa un’audioguida) è di 11 euro, mentre il ridotto costa 10 euro.
Per maggiori informazioni si può telefonare all’199.15.11.21 (dall’estero allo 02.89096942) o visitare il sito ufficiale www.mostrasalgadonapoli.it.