Li chiamano invisibili i senzatetto. Sono quelli che nessuno vede, punti interrogativi senza domanda. Eppure esistono, anche se li si allontana dal centro della città, anche se a Natale non ci stanno sul presepe. Solo qualche mese fa, a Como – come in molti altri agglomerati urbani –, succedeva proprio questo: i clochard venivano nascosti sotto al tappeto, allontanati dalle vie dello shopping per non deturpare il decoro urbano e urtare la sensibilità di chi si preparava per le feste. A Napoli, invece, quasi in risposta alla Giunta comasca e al Sindaco Mario Landriscina, il prossimo 7 maggio verrà inaugurata, presso l’ex Albergo dei Poveri, un’area riservata a chi una casa non ce l’ha.
Nell’ambito del progetto Restituire la dignità, promosso dalla Rotary Foundation in convenzione con l’Amministrazione, infatti, due anni fa è stata approvata la delibera per l’allestimento di uno spazio docce da dedicare ai senzatetto all’interno di Palazzo Fuga. La proposta firmata dagli Assessori alle Politiche Sociali e al Diritto alla Città, ai Beni Comuni e all’Urbanistica Roberta Gaeta e Carmine Piscopo, quindi, troverà finalmente la sua più concreta realizzazione. Ambienti divisi per uomini e donne, con particolare attenzione ai disabili – per i quali è stata allestita una zona ad hoc –, una stanza lavanderia e un deposito: lo spazio, accessibile da via Bernardo Tanucci, al civico 9, si prospetta un’anticamera di normalità anche per chi, il più delle volte senza possibilità di scelta, ha dovuto rinunciarvi.
«In questo luogo, le persone che vivono in strada – spiega Roberta Gaeta – possono trovare la vicinanza e il calore degli operatori sociali, che spesso ne conoscono già le storie, i disagi, le difficoltà, le dipendenze. Non si tratta, dunque, solo di un luogo fisico ma di un punto di riferimento importante per i senza dimora, in cui vengono avviate relazioni costruttive. Passa anche per questi servizi, infatti, il lavoro complesso che si fa per conquistarne la fiducia e convincerli ad avviare un progetto che mira al reinserimento sociale e non al puro assistenzialismo. Un percorso che viene normalmente tracciato dai servizi sociali in stretta collaborazione con la rete di associazioni che si occupano di assistere e sostenere i senza dimora.»
Con l’apertura dello spazio docce prevista per lunedì alle ore 18:30 – alla presenza del Sindaco Luigi de Magistris, degli Assessori Gaeta e Piscopo, e del Presidente della III Municipalità Ivo Poggiani –, dunque, anche Palazzo Fuga ritorna alle origini, a quando era noto come Albergo dei Poveri proprio per la sua funzione di centro di accoglienza, con non poche difficoltà, a disposizione di migliaia di indigenti dell’antico Regno delle Due Sicilie.
Mentre lo Stato l’abbandona, Partenope veste i panni di mamma amorevole, accoglie i suoi figli, li protegge, lava via le storture di una società ingiusta e per nulla inclusiva. Attraverso l’ospitalità, l’ascolto, la cura della propria igiene personale, gli invisibili smettono di essere tali, si riaffacciano al mondo con qualche piccola certezza in più, tornano umani, dettaglio che spesso ignoriamo. Nel caos cittadino, fanno risentire la loro voce a lungo inascoltata.
In una nazione che calpesta i più deboli, cancellandoli, voltandosi dall’altra parte, fingendo che non esistano – al contrario dei numeri che si fanno sempre più grossi e difficili da ignorare –, il capoluogo campano, dunque, ancora una volta, conferma la propria natura anguilliforme, controcorrente. Offre un’opportunità a chi una possibilità non ce l’ha, non più, forse non l’ha mai avuta. Il concetto di tutela della vivibilità tanto caro a Landriscina si trasforma, a Napoli, in tutela della vita, il principio fondante di qualsiasi Paese voglia aspirare a definirsi civile e a credere in un domani di rinascita concreta.
Li chiamano invisibili i senzatetto. Sono quelli che nessuno vede, punti interrogativi senza domanda. Eppure esistono, anche se li si allontana dal centro della città, anche se a Natale non ci stanno tra i pastori. Non è un caso, però, che il presepe sia nato qui. Un posto lo si trova sempre, per tutti.