Ai Ciclopi di contra e né vicino
troppo, né lunge, un’isoletta siede
di foreste ombreggiata ed abitata
da un’infinita nazion di capre
silvestri, onde la pace alcun non turba;
ché il cacciator che per burroni e boschi
si consuma la vita, ivi non entra
non aratoreo mandrian vi alberga.
– Omero
Nisida è un’isola flegrea del Golfo di Napoli situata a Coroglio, una località a ridosso di Capo Posillipo. Dal punto di vista amministrativo fa parte di Bagnoli, un quartiere di grande bellezza che oggi tenta la sua rivincita sull’inquinamento e la condizione di degrado causati dalla presenza delle acciaierie dell’ormai ex Italsider.
L’isoletta, in origine chiamata Nesís e Nesida – dal greco, rispettivamente, isola e piccola isola – è inaccessibile in quanto ospita un carcere minorile e un presidio militare. La sua stessa inaccessibilità, però, ha permesso di custodirne intatte le bellezze e le peculiarità, come il cosiddetto Sentiero di Omero e il Porto Paone. Il primo è dedicato al celebre autore greco, uno dei tanti che si sono lasciati ispirare dalle meraviglie paesaggistiche dell’isola e dal fascino della sua storia. Il Porto, invece, si colloca lì dove l’isola si inarca affusolandosi, quasi a voler abbracciare il mare del Golfo.
V’è ben sicuro un porto, né d’uopo di gomena è quivi,
né con macigni fissare le navi, né a poppa legarle:
basta soltanto lì dentro sospingerle, e attendere il giorno
che di salpare i nocchieri decidano, e soffino i venti.
Proprio nel fondo del porto, sottessa una cava spelonca,
limpida scorre una fonte, d’intorno vi crescono i pioppi.
È così che Omero, nella sua Odissea, descrive il Porto Paone, da cui Ulisse insieme ai suoi compagni approda a Nisida, dove dimora il ciclope Polifemo.
Sebbene sia per lo più chiusa al pubblico, è possibile visitare la piccola isola in giorni prestabiliti e in compagnia di guide turistiche per poterne scoprire l’intrico di storia e leggenda che la rende affascinante come una donna che si rivela a pochi, imperscrutabile e inarrivabile.
Nisida nasce circa diecimila anni fa come cratere di un antico vulcano e diviene dimora di personaggi storici la cui memoria supera ogni confine temporale. È questo magnifico e solitario isolotto ad aver visto Cassio e Bruto – nella villa di quest’ultimo – impegnati nella congiura contro Cesare, per assistere, in seguito, al suicidio di Porzia per la morte del suo consorte. L’isola diviene anche dimora di Giovanna II d’Angiò nel XV secolo e allo stesso periodo angioino risale la costruzione della Torre di Guardia, trasformata nel XIX secolo nel carcere dove vengono spediti i nemici della famiglia reale borbonica. Non vi si rinchiudono, infatti, soltanto detenuti comuni, ma anche poeti e nemici politici, in condizioni disumane. A partire dal 1934, la Torre infernale si converte in uno dei pochi penitenziari minorili d’Italia, dove la disumanità lascia largo spazio all’instancabile impegno di insegnanti e scrittori nel proposito di cambiare il destino apparentemente segnato di tante giovani vite.
In un angolo di terra avvolto nell’infinito del cielo e del mare, in quel verdeggiare incontaminato dove i visitatori si tramutano nei personaggi dei versi di Omero, Cervantes e Boccaccio, ambientati o ispirati a Nisida, proprio lì dove la vita degli escursionisti diventa una favola per qualche ora, esiste un edificio che accoglie ragazzi che portano con sé grandi colpe. Nel loro cuore, la speranza di un riscatto è lontana, ma le iniziative volte alla realizzazione di un futuro migliore per tutti loro sono davvero tante. La bella Nisida è custode di dolore e determinazione, è paradiso e inferno allo stesso tempo, un luogo di redenzione dove non tutti, purtroppo, riescono a salvare la propria anima, ma molti sì.
Così come con le acque del Golfo, la piccola isola accoglie e stringe a sé le lacrime dei giovani peccatori e, nel suo solitario silenzio, spera. Ma questo non può saperlo chi la ammira da lontano, su uno dei tanti belvedere, con le ex acciaierie alle spalle.
Nisida, agli occhi di Cervantes un’affascinante e nostalgica donna da cui non si può non restare sedotti, aspetta solo di accoglierci come suoi ospiti per raccontarci una storia, la sua, fatta di leggende meravigliose e verità – talvolta – crude.