I libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità.
Ci siamo lasciati alle spalle epoche buie fatte di roghi di libri, manoscritti perduti, censure e Tribunali dell’Inquisizione. Abbiamo saccheggiato intere società di ogni repressione sulla libertà di espressione e abbiamo trasformato il libro da strumento elitario e di formazione a mezzo di divulgazione del sapere, delle informazioni e dei sentimenti. Abbiamo rivoluzionato e velocizzato i metodi di copia e trascrizione e inventato la stampa, moltiplicando in maniera esorbitante la quantità di opere presenti sul mercato. Abbiamo esplorato i metodi ecologici di produzione e quelli più economici di diffusione ma, soprattutto, abbiamo eretto i più grandi punti di riferimento per i lettori: le biblioteche.
I libri, lì, sono gratuiti e accessibili a chiunque e possono essere consultati e presi in prestito secondo ogni tipo di esigenza. Spesso, le strutture hanno bisogno di un supporto anche da parte di cittadini comuni, non in termini economici ma di donazioni di volumi che altrimenti resterebbero inesplorati nella libreria di casa o che, semplicemente, non sono piaciuti.
Nonostante ciò, sono ancora tante le persone che si limitano a gettare via i libri, come un soprammobile che occupa troppo spazio o che ha stufato. Così, ad Ankara (Turchia), in una vecchia fabbrica di mattoni situata nel quartier generale dei rifiuti, alcuni netturbini hanno deciso di realizzare una vera e propria biblioteca contenente tutti quei testi di cui le persone si erano volute sbarazzare e che, durante il turno di lavoro, gli operatori ecologici avevano ritrovato nei cassonetti, per poi trasformare il terribile sfregio a ogni progetto ambientale e di promozione culturale in una meravigliosa iniziativa di accoglienza dei libri rimasti orfani, quei piccoli tesori che da un momento all’altro erano passati allo status di relitti da smaltire.
Mese dopo mese, la biblioteca è divenuta sempre più vasta, ricevendo ulteriori volumi anche dagli abitanti di Çankaya. E quella che inizialmente era una libreria adibita all’uso degli impiegati e delle loro famiglie, è stata dichiarata pubblica e aperta all’intera comunità. L’apertura è avvenuta sotto la supervisione del Sindaco del distretto di Çankaya, Alper Tasdelen, il quale ha dichiarato: «Abbiamo iniziato a discutere dell’idea di creare una biblioteca partendo da questi libri. E nel momento in cui tutti l’hanno supportata, il progetto è partito». Nella biblioteca sono attualmente presenti più di seimila opere di ogni genere e per ogni età, oltretutto è possibile trovarle in diverse lingue, così da accontentare eventuali stranieri, turisti e studenti. Anche qui, ovviamente, si possono prendere libri in prestito per circa due settimane.
Non solo questo progetto ha permesso la salvaguardia di un numero incommensurabile di testi dando loro un unico, grande tetto in alternativa alla pattumiera, ma gli arrivi sono stati così tanti che si è giunti a donarli a scuole, prigioni e altri enti culturali e formativi, divenendo un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini e per qualsiasi struttura bisognosa di libri extra. Non un semplice sgabuzzino in cui poter lasciare opere inutilizzate, ma parte attiva nella diffusione della cultura e aiuto concreto per chiunque.
Nonostante i tempi siano cambiati profondamente, possiamo dire di esserci stati quando dei netturbini hanno deciso di fare qualcosa che nulla ha a che vedere con il proprio lavoro: salvare dei libri come si salverebbe un randagio e fondare una biblioteca.