“… Passione popolare, rispetto massimo per un campione divino come è stato Maradona. Ed ho anche rispetto per l’identità calcistica di questa grande città come Napoli, che a dir il vero a parte questa non ne ha tante altre.”
A pronunciare questa boiata pazzesca è stato il siciliano Giampiero Mughini, autore negli anni Ottanta di Compagni, addio, scritto per dare congedo alla sua storia ventennale trascorsa negli ambienti della estrema sinistra per poi lanciarsi come commentatore sportivo prima di intraprendere la carriera di ospite fisso nei salotti televisivi. Insomma, un vero e proprio cambio d’identità il suo, come quello di tanti altri passati dalle sedi di Lotta Continua agli studi televisivi di Mediaset e alle redazioni delle principali testate di quotidiani e periodici nazionali.
Mughini, dunque, ha evidentemente rinnegato la sua identità culturale di uomo del Sud, tanto da ignorare anche ciò che non gli appartiene parlando di Napoli, una città che avrebbe – a suo dire – come unica identità quella calcistica.
La cultura, il patrimonio di conoscenze, di tradizioni, di storia, cosa sono se non l’identità di un popolo, custode della memoria del passato per vivere il presente e costruire il futuro di una comunità?
Eppure, il siciliano qualche ragione ce l’ha. Il suo passato, la sua storia personale, il suo presente e l’aver rinnegato le militanze pregresse sono stati frutto di un cambiamento meditato, legittimo, che lo hanno portato a cambiare la sua identità e la sua visione della politica, della società tutta.
Quella di oggi non è certo la città di Parthenope o degli Angioini, neppure quella spagnola o austriaca. Non è la Repubblica Napoletana e nemmeno la Napoli borbonica, ma un’identità mutata con la sua storia come è accaduto ad altre realtà del Paese, ciascuna con la propria evoluzione storica e con il suo popolo, ognuno con il proprio marchio di unicità.
Accade spesso, però, che frequentando troppi salotti televisivi e discutendo, con l’enfasi che gli è propria, del delitto passionale o delle prodezze della Juventus, delle canzoni di Sanremo o dei problemi delle tossicodipendenze, il siciliano Mughini possa incappare – volutamente – in una frase che potrebbe costargli anche un invito all’Arena di Giletti. Napoli, da qualche tempo, fa comunque notizia, ancor meglio se per una boiata.