Tra i tanti splendori nascosti che la città di Napoli ospita, sicuramente non si può fare a meno di nominare il Complesso Monumentale degli Incurabili. Situato nei pressi del Decumano Superiore, accanto a Porta San Gennaro, il sito rappresenta uno degli esempi più pregnanti dell’architettura rinascimentale del capoluogo campano. Numerosi sono gli edifici che lo compongono: la Chiesa di Santa Maria del Popolo, l’Oratorio della Compagnia dei Banchi della Giustizia, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie Maggiori a Caponapoli e l’omonimo chiostro, il Complesso di Santa Maria della Consolazione e la Chiesa di Santa Maria di Gerusalemme. Tuttavia, il luogo è particolarmente famoso poiché comprende l’Ospedale degli Incurabili.
La storia del celebre nosocomio comincia grazie alla nobildonna spagnola Maria Llonc (italianizzato Longo), che si trasferì nel 1506 a Napoli per seguire il marito Giovanni, Reggente del Vicereame partenopeo. Rimasta vedova a 47 anni e affetta da una paralisi ai piedi e alle mani, causata dall’avvelenamento di una serva, la donna decise di andare in pellegrinaggio al Santuario di Santa Chiara di Loreto, per chiedere in grazia la guarigione. Ottenuto tale favore e recuperato il completo uso degli arti sia inferiori sia superiori, per ringraziare il Signore, Maria decise di consacrare la sua vita all’aiuto degli ammalati: iniziò, quindi, a trascorrere il suo tempo in diversi luoghi dediti alla cura degli infermi. Tuttavia, accorgendosi che i centri per accogliere queste persone erano in numero ridotto, pensò di usare il suo stesso patrimonio per fondare una nuovissima e modernissima clinica: fu così che la storia degli Incurabili ebbe inizio.
Dopo aver ottenuto il consenso di fondare il complesso, la nobildonna comprò alcuni locali situati sulla collina di Caponapoli e iniziò subito i lavori necessari per dar vita al suo sogno. La ristrutturazione degli edifici fu completata nel giro di due anni, così il 23 marzo 1522 l’Ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili poté essere inaugurato.
Il nome Incurabili indicava che tale istituzione aveva come scopo proprio quello di curare le persone afflitte dalla sifilide e altre malattie ritenute intrattabili all’epoca, ma anche per quelle persone “incurabili” poiché prive dell’opportunità di affrontare le onerose spese mediche. La clinica fu anche un centro importante per tutte le donne rifiutate dalla comunità, in quanto diede la possibilità ad alcune ex prostitute di aiutare nella cura dei malati, permettendo loro la reintegrazione sociale. Ben presto, dunque, il nosocomio divenne uno dei centri più importanti della medicina di tutto il Regno delle Due Sicilie: infermi giungevano da tutti i luoghi per farsi curare. Fu, tra l’altro, la prima istituzione medica a concepire la malattia non in funzione religiosa, cioè come punizione per peccati commessi, ma come uno squilibrio fisiologico. Proprio qui, inoltre, furono praticate le prime anestesie d’Europa e l’anatomia patologica e fu aperta la prima scuola per ostetriche.
La fama dell’Ospedale di Santa Maria del Popolo divenne così vasta che alla fine del XVII secolo la struttura ospitava ben 1600 posti letto. Per di più, il suo prestigio crebbe nell’Ottocento quando iniziò a dare dimora al Collegio Medico Cerusico, dove la medicina veniva insegnata sotto forma teorica e pratica e vi era almeno un posto riservato a un alunno meritevole proveniente da una delle province del Regno che non aveva la possibilità di pagarsi gli studi. Fondata durante il periodo murattiano, perpetuata sotto i Borbone, la Scuola di Medicina fu, purtroppo, chiusa nel 1871 sotto la dinastia dei Savoia.
Attualmente, l’Ospedale degli Incurabili è ancora in funzione, lì dove fu eretto, e, per di più, in uno dei suoi cortili continua a ospitare l’antica e suggestiva Farmacia nei locali della vecchia spezieria, affiancata dal moderno Museo della Arti sanitarie in cui, per l’appunto, si racconta la storia della medicina napoletana dal 1600 a oggi.