La tammorra, strumento musicale a percussione, è un grosso tamburo a cornice con una membrana di pelle di animale essiccata, tesa su un telaio circolare in legno a cui sono fissati, a coppie, dei dischetti di metallo chiamati cicere. Accompagnata sia dal canto che dal ballo, in Campania la tammorriata – così definita la forma musicale – emerge durante occasioni ludiche, ma in particolar modo durante rituali cerimoniali tra i quali i pellegrinaggi e momenti di devozione alla Madonna.
Per tradizione questa danza viene eseguita dall’inizio della primavera, momento in cui avviene la fioritura, fino alla seconda metà di agosto, periodo in cui c’è la fine del raccolto e della potatura. La tammorriata si balla in coppia e all’interno di un cerchio “magico” che viene tracciato dagli stessi danzatori grazie ai loro movimenti scanditi dal suono della tammorra. A questo tamburo, però, si aggiungono anche le castagnette, strumenti molto simili alle nacchere, ma anche il triccheballacche, il putipù, le scetavaiasse, il flauto dolce e il doppio flauto a becco. Nella tradizione campana la tammurriata nera è particolarmente famosa e racconta la storia di una donna e del suo amore nei confronti del figlio avuto da un soldato americano.
E proprio nel capoluogo campano il prossimo 8 settembre, presso Piazza del Plebiscito, dalle 21 si terrà La Notte della Tammorra, organizzata da Il Canto di Virgilio e promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. L’evento, con ingresso libero, vuole rappresentare una notte di gioia, durante la quale ciascuno può ripercorrere il sentiero della memoria e abbandonarsi alla musica e all’immaginazione così da accantonare per qualche ora quel tempo ordinario vissuto quotidianamente.
Quest’anno la madrina dell’evento sarà Lina Sastri accompagnata dal musicista ed etnomusicologo Ambrogio Sparagna. Inoltre, saranno presenti tantissimi musicisti tra cui Carlo Faiello, autore di alcune delle pagine più emozionanti della nuova musica partenopea, per l’occasione maestro concertatore. Il compositore e musicista napoletano sarà a capo di una ciurma di musicisti provenienti dal mondo classico, folk, jazz e ad orecchio.
«Di anno in anno cresce il successo e la partecipazione del pubblico alla Notte della Tammorra. Nella scorsa edizione è stato davvero emozionante vedere un lungomare invaso da 15mila danzatori di tutte le nazionalità: napoletani ballavano con africane, sudamericane con giapponesi. Il successo di questa Notte dipende dal fatto che il pubblico scopre l’altra “anima sonora” partenopea, la faccia nascosta del suono napoletano; quel suono che facciamo fatica ad ascoltare perché sovrastato dalla poesia e dalla melodia della più famosa canzone napoletana. La musica popolare da troppi anni finita nell’oblio e che ogni tanto viene fuori perché è la musica del corpo e dell’anima, del sangue e del sudore… È la musica del nostro io», ha detto Faiello.
La serata si prospetta una vera e propria invasione di ritmi, suoni, canti, danze, un raduno di tamburi che possano scacciare i demoni che accompagnano la quotidianità; un insieme di canti sospesi tra eros e poesia, devozione ed ebbrezza, danze che risvegliano i sensi, mostrando bellezze nascoste ed emozioni dimenticate. La Notte della Tammorra è, ormai, un appuntamento fisso, assolutamente da non perdere, dove lo spettatore non è affatto una figura passiva, ma anzi è parte integrante dell’evento e di tutto ciò che avviene sul palco.