C’è un’aria festosa tra le strade di Napoli, del centro storico cittadino che per il weekend si è vestito di tutti i colori del Pride e ha spalancato le porte dei siti d’arte per invaderli con la cultura. C’è tanta voglia di normalità, di un mondo libero di amare senza barriere, di nuovi abbracci e buone letture. C’è la celebrazione dell’uguaglianza in ogni sua forma e c’è stato – nella splendida cornice di Palazzo Reale – l’appuntamento con la letteratura, con la fiera Napoli Città Libro.
L’edizione 2021 della principale rassegna letteraria del capoluogo partenopeo è tornata, finalmente, in presenza. Quattro giorni di salone espositivo, novantadue editori – in buona parte campani, stavolta affiancati da marchi importanti dell’editoria nazionale –, un centinaio di eventi con ospiti del mondo dello spettacolo e della musica a dialogare con gli autori di molti dei libri proposti alla vendita. Migliaia i biglietti staccati all’ingresso.
I dati dell’ultimo anno relativi all’industria editoriale avevano delineato un quadro non scontato e, per questo motivo, di fondamentale importanza: i marchi indipendenti – assoluti protagonisti della fiera napoletana – sono il motore dell’intera filiera, l’ossatura su cui anche i grandi nomi fanno affidamento per tener vivo negli appassionati l’amore per la lettura. Così, durante i mesi critici della pandemia da Covid-19, gli operatori del settore, i librai, le associazioni, i circoli, finanche i lettori, avevano ovviato all’impossibilità di discutere di romanzi e racconti in presenza, improvvisando appuntamenti quotidiani con gli scrittori e i loro testi su Facebook e Instagram, dando ai social network un volto più gentile e curioso di quanto non siano soliti mostrare al pubblico della rete.
Erano state tantissime le iniziative messe in campo dagli editori indipendenti che, anche riprogrammando il calendario delle uscite in libreria, avevano saputo – in alcuni casi – far fronte comune e dar vita a proposte volte ad arginare lo strapotere dei colossi di vendita dell’online e incentivare il proprio pubblico a favorire gli acquisti presso i piccoli esercizi commerciali delle loro città o i siti web delle case editrici. Come nella migliore delle tradizioni italiane, l’inventiva degli addetti ai lavori aveva persino incoraggiato la nascita e lo sviluppo di piattaforme come Bookdealer o il servizio di consegna porta a porta dei volumi tramite il progetto libri da asporto.
Dal 1 al 4 luglio, però, grazie alla fiera Napoli Città Libro, nulla di ciò si è reso necessario e migliaia di persone hanno potuto accedere alle sale preposte per le presentazioni per tornare ad ascoltare dal vivo la voce dei protagonisti e scegliere i volumi da portare sotto l’ombrellone facendosi nuovamente ispirare dai consigli di chi ne ha curato la nascita o, semplicemente, dalla copertina, dalle sinossi, dal tatto. Tutto quanto, insomma, era mancato a lungo nelle nostre quotidianità.
Napoli Città Libro saluta, dunque, la sua terza edizione e, per l’occasione, celebra il riuscito cambio di look. Dopo le critiche piovute copiose per l’appuntamento del 2019 a Castel Sant’Elmo, il Presidente Alessandro Polidoro, infatti, ha sfidato il periodo difficile – a causa della pandemia da coronavirus e il caldo di queste prime settimane d’estate – per offrire ai napoletani l’occasione di ritrovare il contatto con il libro e con l’altro nella suggestiva – ambiziosa, ma giusta – sede di Palazzo Reale, in Piazza del Plebiscito. Tanti i nomi noti ad attendere i lettori, altrettanti quelli da scoprire: da Maurizio De Giovanni a Pino Imperatore, da Lorenzo Marone a Igiaba Scego, da Don Tonino Palmese ad Andrea Crisanti per un’edizione dedicata allo scrittore Luis Sepúlveda che avrebbe dovuto esserne testimonial e che, invece, è scomparso improvvisamente lo scorso anno.
E se l’atmosfera dei grandi eventi – come la fiera del libro di Roma Più Libri più Liberi o il Salone del Libro di Torino – è ancora lontana, la svolta di questo terzo appuntamento non può non essere salutata che con fiducia. L’approdo di marchi come Mondadori o Neri Pozza lascia intendere che la piazza partenopea sta finalmente tornando ad affascinare l’editoria nazionale e impone all’organizzazione di alzare ancora di più l’asticella per gli anni a venire, quando dovrà essere in grado di attrarre quegli editori che sono il cuore pulsante delle manifestazioni fieristiche a cui Napoli Città Libro dichiara di voler aspirare, offrendo finalmente, anche ai lettori del Sud Italia, un appuntamento annuale con le parole, al momento ancora troppo atteso.
Ieri, in occasione dell’ultima giornata della kermesse, abbiamo intervistato il Presidente Alessandro Polidoro che di quanto appena descritto ha potuto parlarci a tutto tondo, anche grazie al suo ruolo di imprenditore con il marchio editoriale che ne porta il nome e che si sta ritagliando uno spazio importante nel panorama del libro campano e nazionale. Prossima edizione in primavera, probabilmente ad aprile.