Il Museum of Dreamers è un nuovo progetto esperienziale che nasce a Milano nello spazio espositivo temporaneo in piazza Beccaria (Duomo, Corso Vittorio Emanuele). Si tratta di oltre duemila metri quadrati nei quali sono presenti quindici installazioni. Elena e Giulia Sella, fondatrici dell’agenzia di brand e retail Postology e ideatrici di Museum of Dreamers, hanno dichiarato: «Il progetto è aperto a tutti, dai più piccoli ai più grandi, perché sognare non ha età». Il loro scopo è quello di rieducare alla cultura dei sogni, concetto strettamente legato alla necessità di evadere dalla realtà che, negli ultimi anni, ha messo a dura prova tutti e influenzato particolarmente i giovanissimi.
Alcuni dei temi motivazionali del percorso, creati con colorate scenografie, sono: Free your power, Never stop dreaming, Never give up, Do what you love, Enjoy the moment e tanti altri. Chi andrà a visitare il Museum of Dreamers si ritroverà in ambientazioni incredibilmente bizzarre, case sottosopra, stanze psichedeliche, piscine di palline rosa, tunnel floreali, gelati a tema e tanto altro. È possibile “vivere” il Museum of Dreamers fino al 18 dicembre, dal lunedì al giovedì dalle 11 alle 20 e dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 22.
Il concetto di esperienza, a livello museale (ma non soltanto), ha acquisito negli anni un’importanza sempre maggiore. Oggigiorno la competizione che si va a creare nel mondo dell’arte riguarda in particolar modo l’esperienza, l’interazione e l’interesse che si può generare. Un modo tutto nuovo di fruire della cultura. Sempre più spesso l’opera d’arte passa in secondo piano, il visitatore invece diventa parte attiva del museo dove può toccare, vedere, sentire e partecipare a qualcosa.
Come scrivono Sonia Ferrari, professoressa associata di Economia e Gestione delle Imprese, e Anna Rita Veltri, docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze Aziendali, entrambe, dell’Università della Calabria: Oggi il settore museale è interessato da fenomeni che, sia dal lato della domanda che dell’offerta, stanno determinando significativi cambiamenti. In particolare, cresce la concorrenza fra i musei per il reperimento dei fondi, sempre più scarsi. Inoltre, aumenta l’attenzione dei consumatori per una fruizione di qualità del proprio tempo libero. Infine, frequentemente i musei sono visti come istituzioni in grado di innescare processi virtuosi di rinnovamento urbano. Tutto ciò ha favorito lo sviluppo dei consumi culturali ma, allo stesso tempo, ha determinato un innalzamento delle aspettative e dei bisogni dei visitatori dei musei. […] i consumatori di prodotti culturali non sono interessati soltanto a soddisfare un bisogno di apprendimento, ma desiderano vivere esperienze maggiormente coinvolgenti di vario tipo.
Il Museum of Dreamers è solo un piccolissimo esempio del concetto di museo esperienziale. Si tratta di qualcosa che va oltre il concetto di museo a cui siamo abituati e che spesso, e purtroppo, molti non sono abituati a frequentare proprio per l’approccio statico e “noioso”. Del resto, anche la definizione e il concetto di museo sono cambiati nel tempo, modificati dall’ICOM (International Council of Museum) nel 2001: il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, e che acquisisce, conserva, ricerca, comunica ed espone, per scopi di studio, educazione e divertimento, testimonianze materiali di persone e il loro ambiente.
Rendere quindi l’esposizione un’esperienza fuori dal comune dà sicuramente una marcia in più alla visita museale. Immagini, suoni, luci, colori, realtà aumentata, ricostruzioni 3D permettono di affascinare e attrarre i visitatori rendendo quindi l’esperienza da “parco divertimenti”. L’ausilio di nuove figure professionali e della tecnologia fanno sì che il tutto diventi più dinamico e immersivo. Sarà quindi questo il futuro dei musei attraverso visite più ludiche? Al momento la risposta è assolutamente sì.