Badiucao, fumettista politico, artista e attivista per i diritti cinese, terrà una mostra dal titolo La Cina (non) è vicina, a cura di Elettra Stamboulis, dal 13 novembre al 13 febbraio 2022 presso il Museo di Santa Giulia di Brescia.
Badiucao utilizza satira e riferimenti alla cultura pop per trasmettere i suoi messaggi. Spesso, manipolando immagini archetipiche della propaganda del Partito Comunista, fa dichiarazioni politiche sovversive. Il suo lavoro è stato utilizzato o pubblicato da Amnesty International, Freedom House, BBC, CNN e China Digital Times ed è stato esposto in tutto il mondo, acquisendo grande popolarità anche grazie al web e ai social.
Attraverso la sua arte critica, Badiucao denuncia le restrizioni dettate dal regime cinese e la repressione verso qualsiasi forma di libertà di espressione. Il suo stile mette in ridicolo l’autorità politica denunciandone gli abusi ed è uno strumento utile ad affrontare anche altri argomenti quali le multinazionali, il capitalismo, la violenza della polizia, i rapporti con Angela Merkel e Donald Trump e la guerra in Afghanistan.
In un’intervista del 2016 ha dichiarato: «Cartoni animati e ritratti possono creare un simbolo visivo unificato, che può aiutare a diffondere il messaggio e ad attirare un’attenzione sostenuta, al fine di creare pressione da parte dell’opinione pubblica. Forse questa pressione può migliorare la situazione di chi è in carcere, oltre a confortare i familiari dei perseguitati».
L’artista, che vive in Australia, afferma che le autorità di governo in Cina sono molto preoccupate che la loro soppressione dell’attivismo per i diritti umani stia attirando l’attenzione dei media internazionali. Non a caso, Pechino, che – ovviamente – si è opposta alla mostra di Badiucao, ha inviato una lettera al Comune di Brescia: Le opere in mostra sono piene di bugie anti-cinesi, distorcono i fatti, diffondono false informazioni, fuorviano la comprensione del popolo italiano e feriscono gravemente i sentimenti del popolo cinese mettendo in pericolo le relazioni amichevoli tra Cina e Italia. Inoltre, l’ufficio cultura dell’ambasciata cinese esprime forte insoddisfazione per l’organizzazione della mostra menzionata e chiede al Comune di Brescia di agire rapidamente per cancellare le attività sopra citate.
Ma la posizione del Comune, per fortuna, è ben salda: la città di Brescia, infatti, non ha accolto le richieste della Cina e il Sindaco Del Bono ha fatto sapere che la mostra non sarà cancellata. Quello di Badiucao rappresenta non soltanto la forza della democrazia, della libertà di espressione, ma anche uno degli eventi più importanti del Festival della Pace e il passaggio di testimone con l’artista turca Zehra Doga a cui il museo di Santa Giulia ha dedicato una personale nel 2020.
La lettera di risposta alla Cina firmata dal Sindaco e dalla Presidente di Fondazione BresciaMusei Francesca Bazoli afferma: Con riferimento alla mostra La Cina (non) è vicina. Badiucao. Opere di un artista dissidente desideriamo farvi sapere che essa fa parte di un percorso dedicato alla comprensione dell’arte contemporanea quale forma di espressione particolarmente forte e simbolica della sofferenza umana e della libertà di pensiero, capace di farsi specchio del tempo presente. Come è noto, il resoconto giornalistico e la critica sociale fanno sempre parte dell’arte, si pensi all’opera-manifesto del Novecento Guernica di Pablo Picasso: gli artisti utilizzano i materiali forniti dalla cronaca, anche dalla propria, per estrarne messaggi perturbanti e sintetici che possono in questo modo anche essere messi in discussione. Il percorso espositivo in oggetto ripercorre l’attività artistica di Badiucao, dagli esordi alle opere più recenti, e non solo con riferimento al proprio bagaglio culturale cinese, e non ha in alcun modo, neppure recondito, l’intenzione di mettere in cattiva luce la Cina o il popolo cinese. Siamo dunque certi che il Vostro Ufficio Culturale comprenderà come questo progetto sia dedicato all’arte contemporanea nella sua correlazione con la libertà di espressione e non intenda in alcun modo mettere in discussione gli importanti obiettivi di dialogo e le relazioni amichevoli tra i nostri paesi.
Lo scopo dell’arte non è soltanto quello di condividere bellezza, ma è anche e soprattutto quello di contestare, di esprimere un pensiero reso libero dal concetto stesso dell’arte, di rappresentare più voci, senza interventi esterni, modifiche, pressioni. L’arte è e dovrà sempre essere un mezzo libero e puro: non esistono gabbie, partiti politici, guerre che possano limitarne la diffusione. L’arte è una voce che corre leggera, che mostra senza filtri la verità, anche quella più scomoda.