L’universo dell’Uomo-Pipistrello è senz’altro uno dei più peculiari di sempre. Forse, perché lo stesso Batman è un eroe totalmente diverso da tutti gli altri. È questo il punto di partenza della professoressa Francesca Perozziello nel suo saggio Miller vs Nolan – Le due trilogie del Cavaliere Oscuro a confronto, pubblicato da Alter Ego Edizioni nel febbraio 2021. Nata a Milano nel 1988 e già docente, traduttrice e studiosa di cinema, l’autrice mette insieme i suoi studi sul personaggio di Bruce Wayne aka Batman – il celebre giustiziere mascherato da pipistrello che combatte il crimine a Gotham City –, spiegando in primis i motivi di tanta passione. Sì, perché Batman rientra nella schiera dei supereroi ma, tecnicamente, non lo è davvero. È l’unico, infatti, a non avere superpoteri. O, meglio, come dice lui stesso e come ci ricorda Diego Di Dio nella prefazione del testo, i suoi superpoteri sono i soldi.
L’Uomo-Pipistrello è nato per mano di Bob Kane sulle pagine di Detective Comics nel 1939 e la sua è stata una vera e propria escalation di successo. Le opere che hanno dato una svolta al personaggio e al suo universo narrativo, rivoluzionandolo completamente ed ergendosi oggi allo stato di cult, sono però due trilogie: i graphic novel del disegnatore e sceneggiatore Frank Miller, dal 1986 al 2002, e i film diretti dal regista e sceneggiatore inglese Christopher Nolan, dal 2005 al 2012. Due tipologie di prodotti all’apparenza estranei, eppure profondamente connesse tra loro.
Lo studio della Perozziello si basa sul concetto di intermedialità, cioè il processo di trasferimento e di migrazione, tra i media, di forme e di contenuti. Li definisce un sistema di vasi comunicanti e si sofferma appunto sulle espressioni artistiche del fumetto e del cinema che, dalla prima metà del Novecento, hanno iniziato a influenzarsi reciprocamente sempre di più, verso una vasta produzione di fumetti tratti da pellicole e pellicole ispirate a fumetti. In particolar modo, risalta la questione dell’adattamento, poiché le scelte estetiche, la sceneggiatura, la fedeltà all’opera di riferimento sono ancora oggi oggetto di forti dibattiti. Vengono dunque analizzate disuguaglianze e similitudini, nonché le differenti scelte visive ed espressive dei due artisti, il tutto senza tralasciare il contesto socio-culturale nel quale sono inserite.
Miller si proclama autore-simbolo (vedi il caso Sin City) e sceglie di riscrivere la storia dell’Uomo-Pipistrello, dei suoi aiutanti e dei suoi nemici, come ancora nessuno aveva fatto. E lo fa attraverso il graphic novel, romanzo grafico, a metà cioè tra romanzo e fumetto, senza l’intento di una serialità come solitamente accade. La sua trilogia è composta da Batman: The Dark Knight Returns (Il ritorno del Cavaliere Oscuro, 1986), Batman: Year One (Batman: Anno Uno, 1987), e Batman: The Dark Knight Strikes Again (Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora, 2001-2002).
Nel primo, vediamo un Bruce Wayne ormai cinquantacinquenne, stanco e demotivato, che si è ritirato dalle scene. Il ritorno di due dei suoi acerrimi nemici, Due Facce e Joker, comporterà la ricomparsa anche del nostro giustiziere notturno. Batman: One Year è composto di quattro nuovi albi e vede Miller ancora come autore dei testi; i disegni, invece, sono di David Mazzucchelli. Si tratta di un reboot, in quanto mostra le motivazioni che hanno spinto il giovane Bruce a diventare Batman, ponendo l’accento anche su personaggi come il commissario Jim Gordon e Selina Kyle (Catwoman). L’ultima miniserie, The Dark Knight Strikes Again, vede di nuovo i disegni di Miller ed è ambientato tre anni dopo The Dark Knight Returns, con la presenza di svariati supereroi come Lanterna Verde, Flash o Wonder Woman.
L’autrice ci regala un’interessante analisi dello stile innovativo di Miller – coadiuvato dall’entrata in scena di tecnologia e colorazione digitale –, della sua volontà di avvicinarsi al lettore medio degli anni Ottanta e mostrare una storia di grande spessore psicologico, oltre ai concetti a lui cari come mass media, riflessione politica e caduta dell’eroe.
Nel quarto capitolo del saggio viene poi sviscerata la trilogia di film di Nolan, composta da Batman Begins (2005), The Dark Knight (Il Cavaliere Oscuro, 2008) e The Dark Knight Rises (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno, 2012). Già Tim Burton e Joel Schumacher avevano prodotto in tutto quattro pellicole del celebre eroe, di cui l’ultima, Batman e Robin (1997), era stata oggetto di svariate critiche, ma Nolan propose alla Warner Bros qualcosa di totalmente nuovo. Dei film più cupi, drammatici e di forte impatto visivo.
Batman Begins inizia Christian Bale al suo iconico ruolo del Cavaliere Oscuro e vede un cast eccezionale: Liam Neeson, Michael Caine, Katie Holmes, Gary Oldman, Cillian Murphy, Morgan Freeman, Tom Wilkinson, Linus Roache, Sara Stewart. Vengono narrate le origini di Batman, l’infanzia di Bruce e i suoi primi antagonisti: Ra’s al Ghul e lo Spaventapasseri (Dr. Jonathan Crane). The Dark Knight riprende invece le vicende dei graphic novel The Dark Night Returns e Batman: Year One. Subentra lo straordinario Heath Ledger nei panni di Joker, lontano anni luce da quello di Nicholson e, oggi, vero e proprio emblema. L’ultimo film, The Dark Knight Rises, ricorda purtroppo la strage compiuta da un uomo travestito da Joker, al Century Movie Theater di Aurora, in Colorado, durante la prima del film. Tra gli attori troviamo Anne Hathaway come Catwoman, Tom Hardy come Bane, Joseph Gordon-Levitt come Robin John Blake.
Per usare le parole dell’autrice: la trilogia di Nolan rappresenta, a mio avviso, uno spartiacque nella storia degli adattamenti cinematografici, proprio come lo era stata, per il mondo del fumetto, la trilogia di “graphic novel” di Frank Miller. La portata innovativa dei tre film di Nolan incentrati su Batman risiede nel fatto che essi siano completamente diversi dai precedenti lavori sui supereroi prodotti dall’industria cinematografica. Nolan ha utilizzato, in modo attivo e proficuo, i materiali creati dal disegnatore e sceneggiatore americano, istituendo fra le due trilogie un vero e proprio dialogo.
Una scrittura fluente e genuina, che trascina il lettore alla scoperta e all’analisi di uno tra gli eroi più complessi e contraddittori del genere, non a caso chiamato Cavaliere Oscuro. Un eroe che prima di tutto è un uomo, il cui trauma infantile – la morte dei genitori – lo ha spinto a diventare un giustiziere privato, in bilico tra luce e buio. Batman incarna la forza e la debolezza umane in un’eterna lotta tra bene e male e, forse, è per questo che è così tanto amato. Perché è uno di noi.