Quando un ente museale esce fuori dalle sue mura e accresce la propria fama portando a sé un flusso turistico sempre più in aumento e, soprattutto, diventando parte del tessuto cittadino, visto davvero come patrimonio comune, allora si può dire che la sua gestione sta svolgendo un buon lavoro. È senza ombra di dubbio quello che sta accadendo al MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il più grande Museo Archeologico del Sud Italia, fondato per volere del Re Ferdinando IV di Borbone e inaugurato ufficialmente come Real Museo Borbonico il 22 febbraio 1816.
Grazie all’oculatezza del Direttore Paolo Giulierini, in carica dal 2015 in seguito alla riforma Franceschini che ha portato uno svecchiamento istituzionale attraverso un bando pubblico per le cariche di dirigenza di tutti gli enti museali e siti archeologici italiani, al fine di una visione dal taglio molto più manageriale, il museo ha saputo sfruttare le risorse presenti e creare nuove sinergie di lavoro, vivendo una grande fase di splendore. A confermarlo sono i visitatori, oltre 600mila nel 2018, che hanno scelto di fare una passeggiata tra i corridoi che emanano la bellezza senza tempo delle collezioni – tra le quali spiccano quella Farnese e quella della Villa dei Papiri di Ercolano – e le sale che accolgono la maggiore collezione museale dei reperti di Pompei, Stabia, Ercolano e Oplontis, le zone vesuviane colpite dalla violenta eruzione del 79 d. C. A queste, da ottobre 2016 si aggiungono la sezione egizia, riaperta al pubblico nel piano sotterraneo dopo anni di riallestimento, le numerose mostre di arte contemporanea e le collezioni archeologiche con reperti da altri musei che ciclicamente si alternano, sia negli ambienti del pianterreno sia nel suggestivo salone della meridiana. Una di quelle attualmente in corso è Il Mann e la Cina, inaugurata lo scorso settembre, che conferma la visione globale a cui punta il centro partenopeo: al di là del proprio naso, verso una visione di insieme tra le culture antiche, in cerca di quel filo che leghi i vari popoli tra loro e, di conseguenza, gli uomini del passato a noi, eredi a volte non abbastanza rispettosi di un lascito così importante.
Anche per questo, Artribune, una delle più importanti testate giornalistiche culturali fondata nel 2011, punto di riferimento per la stampa estera, ha eletto Giulierini come Miglior Direttore di Museo 2018, già premiato dalla rivista nel 2017 come Miglior Museo Italiano. La menzione è stata assegnata soprattutto per il modo, quasi del tutto inedito in Italia, di far rivivere in chiave contemporanea l’antico. Una modernizzazione avutasi anche con il videogioco Father and Son, disponibile gratuitamente sul sito, realizzato nel 2017 in collaborazione con il team di Fabio Viola, nell’ambito di un progetto per la valorizzazione dei beni culturali grazie alle nuove tecnologie, che ha reso il MANN il primo museo al mondo a produrre e distribuire gratuitamente un videogame.
Un’attenzione sempre più incentrata a rendere il museo la casa delle Muse, puntando alla crescita come istituto di ricerca con una squadra di studiosi e un rapporto più solido con le università ma anche a un maggiore rapporto con la cittadinanza, grazie a una card abbonamento – di cui esistono quattro tipologie, dalla young a quella aziendale – che fino al 7 gennaio avrà un costo di 15 euro e successivamente di 25 (come quella per accedere al Parco della Reggia di Caserta e all’area archeologica di Paestum, altre due eccellenze campane che grazie alla gestione autonoma prevista dalla riforma Franceschini stanno tornando in auge). Ma anche aperture serali e notturne nel periodo estivo con concerti all’aperto, festival – come Ricomincio dai Libri e Festivalmann – e una maggiore presenza sui social.
Questo mix di offerte ha avuto i suoi frutti e ne avrà molti altri: per il 2019 il Direttore scommette sull’aumentare il numero di visitatori con l’apertura di alcune collezioni storiche in una sezione dedicata alla Magna Grecia, una sezione sulla Preistoria, una mostra su Antonio Canova –che per l’apertura del museo realizzò l’imponente statua del Re Ferdinando che ancora oggi sovrasta lo scalone principale – e una mostra sull’Archeologia del Mare, il tutto accompagnato da una caffetteria interna che permetterà di godere a 360 gradi dell’esperienza museale. Non ci resta che continuare a lasciarci meravigliare da tutta la bellezza che ci verrà offerta e augurare un buon lavoro a tutto il personale del MANN: che sia sempre più un anno di soddisfazioni e di rinascita per la nostra Napoli e per il suo prestigio nel mondo.