Allestita il 24 ottobre e aperta fino al 28 gennaio 2018, a Napoli spopola la Mostra Internazionale dell’Esercito di Terracotta, importato dalla Cina orientale e situato presso la Basilica dello Spirito Santo in via Toledo.
Per la prima volta sul suolo partenopeo, si può ammirare parte delle statue che costituiscono l’esercito collocato nel Mausoleo del primo imperatore Qin Shi Huang nel III secolo a.C., con il compito simbolico di servirlo nell’oltretomba. Il gruppo scultorio, commissionato dallo stesso sovrano, era composto originariamente da circa ottomila monumenti allo scopo di onorare il ruolo dei suoi soldati.
Il casuale rinvenimento delle sculture da parte di un contadino nel 1974 ha permesso a sua volta di ritrovare il Mausoleo di Qin Shi Huang. Nel 1987 l’ex Presidente francese Jacques Chirac le ha riconosciute come Ottava Meraviglia del Mondo e nello stesso anno sono entrate a far parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
A Napoli sono esposte ben trecento copie fedeli dei reperti originali, di cui centosettanta guerrieri a grandezza naturale e dotati di corazze di pietra e armi, nonché carri, vasi e altri oggetti di vita quotidiana ritrovati nella necropoli. Per alcuni costituirà una novità, mentre altri ricorderanno la comparsa delle statue – e la stessa figura dell’imperatore cinese – nel terzo capitolo della saga cinematografica La mummia, La tomba dell’Imperatore Dragone.
È sorprendente il realismo che caratterizza l’opera intera, frutto di un lungo lavoro volto all’attenzione dei dettagli. La stazza e le dimensioni delle statue non sono standardizzate ma variano tra loro, così come le espressioni dei singoli combattenti, che li rendono assolutamente unici e diversi l’uno dall’altro. Le copie sono state realizzate con le medesime tecniche che hanno dato vita agli originali, ottenendo esemplari sovrapponibili a questi ultimi.
L’antica Cina, quella di oltre duemila anni fa, è così giunta nel napoletano, permettendoci di fare un tuffo in un tempo e in un luogo più lontani che mai dalla nostra realtà. Ciò è reso possibile anche dalle videoproiezioni, dalle zone interattive e dalle audioguide che permettono ai visitatori di entrare a conoscenza di una cultura che, con il suo velo di mistero, esercita da sempre un grande fascino sull’Occidente.
Gli organizzatori della mostra hanno chiarito che la scelta di Napoli per la prima internazionale è dovuta al fatto che ci sono straordinari punti di contatto tra la tradizione partenopea e quella cinese, specialmente nel culto delle statue. Non potevano che iniziare da qui. Il culto dei morti e l’abilità nel creare mausolei di grande valore artistico costituiscono, infatti, importanti legami tra le usanze nostrane e quelle cinesi.
Nelle nostre intenzioni, ha aggiunto il curatore Fabio Di Gioia, la mostra che apre i battenti a Napoli è anche un’occasione importante per collegare e stimolare l’attività di istituzioni ed eccellenze culturali e del territorio e del bacino regionale. Tale attività darà il via alla programmazione di appuntamenti di grande interesse e occasione di studio per scuole, licei, università e accademie.
Avvicinarsi alle terre più lontane può significare riscoprire i nostri stessi valori e le antiche tradizioni che hanno caratterizzato e ancora oggi fanno parte della cultura napoletana. È, inoltre, anche un’occasione per le istituzioni scolastiche di creare nuovi stimoli, incoraggiare e suscitare la curiosità degli studenti.,
L’esposizione è aperta tutti i giorni, compresa la domenica, dalle 10:00 alle 20:00. L’ultimo ingresso è alle ore 19:00. I biglietti sono acquistabili online o in loco al prezzo intero di dodici euro, ridotto a dieci euro per gli studenti dai quattordici ai ventisei anni e per disabili e adulti oltre i sessantacinque anni, e a otto euro per gli ospiti dai quattro ai tredici anni. Gratuito, invece, per i piccoli che non superano i tre anni.