Non è nuovo a frasi e gesti scurrili rivolti non solo a chi osa contestarlo ma anche a rappresentanti delle istituzioni, Vincenzo De Luca. Eppure, dalla sua elezione a Presidente della Regione Campania, avvenuta esattamente tre anni fa, questi si succedono in un crescendo, al punto da far pensare che ci sia una volontà di fornire materiale sempre fresco all’ottimo Crozza che con la sua bravura non ha necessità di calcare la mano tanto è la realtà che supera la finzione.
Nel marzo scorso, il Governatore apostrofò la Consigliera Regionale Ciarambino del M5S con l’aggettivo chiattona per evidenziare in maniera offensiva il suo sovrappeso, mostrando poi il dito medio ai grillini che lo contestavano. Nello stesso mese, evidentemente conseguenza del periodo per lui non proprio favorevole sia per il dopo elezioni che per l’inchiesta Fanpage con il video che ritraeva il figlio mentre diceva la famosa frase la nostra quota è del 15%, si scagliò poi contro il Sindaco Luigi de Magistris, definito il più grande disastro amministrativo d’Italia.
Cialtroni a Palazzo San Giacomo, se non hai un euro vavattenn’ (vattene): queste sono solo le più recenti affermazioni – riferite pochi giorni fa, prima della valanga di cazzi, mentitore nato, tu si ‘na chiavica – rivolte al Primo Cittadino campano da parte del Presidente della Regione Campania, certamente formatosi all’Università di Cambridge, che ha voluto porre la ciliegina sulla torta della finezza e del rispetto istituzionale consigliando i lavoratori LSU – Lo dovete sequestrare e dovete sputargli in faccia –, destinando tutti gli epiteti al Sindaco partenopeo.
Pura follia, volgare scorrettezza istituzionale, istigazione alla violenza e ad atti criminali da parte del più volte ex Primo Cittadino, ex Deputato, ex Sottosegretario del Partito Democratico e del PCI prima. Bravissimo a puntare il dito su tutto ciò che riguarda il Comune di Napoli, distratto quando deve guardare in casa propria – da solo al comando della Sanità senza un Assessore al ramo –, sempre pronto a esaltare il sistema sanitario campano di cui, invece, il recente dossier della CGIL denuncia le carenze in quanto all’assistenza medico-ospedaliera, ai lunghi tempi di attesa per gli esami diagnostici e alla mancanza di personale che genera ancora oggi una considerevole fuga al Nord per curarsi, trasporti su ferro al collasso nonostante ingenti stanziamenti ottenuti per ripianare i mostruosi debiti, il dito dello Sceriffo è costantemente in due posizioni: puntato verso Palazzo San Giacomo e rivolto in alto quello medio, in stile Bossi, verso gli avversari o chi lo contesta.
Ci sarà pure una ragione o forse anche due o tre per questo atteggiamento di sfida continua e di rinuncia a un rapporto istituzionale corretto. Non credo che tutto il nervosismo sia soltanto per far contento il suo riferimento romano di pari arroganza anche se in crescente calo, non credo neanche per mostrare al suo partito che l’unico punto di forza certo in Campania siano lui e la famiglia. Forse, è più per il timore di una nuova sconfitta che potrebbe arrivare da una possibile candidatura di Luigi de Magistris alla Regione (che personalmente sconsiglierei per il suo profilo ben più alto e più utile al Paese).
Intanto, ho apprezzato la correttezza istituzionale del Sindaco di Napoli che con senso dello Stato non ha ceduto alle provocazioni volgari di colui che dovrebbe contribuire al processo di cambiamento, di rinnovamento e di pulizia e trasparenza in atto da sette anni e che Vincenzo De Luca, certamente a conoscenza della realtà difficile che la città attraversa, ha il dovere di sostenere evitando di attivare una campagna elettorale esageratamente in anticipo.
Sarebbe troppo facile rispondere con parole appropriate utilizzando anche, se necessario, il dizionario italiano-napoletano di Antonio Altamura o il mio in forma più ermetica, ma un conto è parlare a Vicienz e un altro a Vincenzo De Luca al comando della Regione. E questo è in grado di comprenderlo chiunque, vero Presidente?
Grandioso Antonio
Grazie amico mio