Visitando Lisbona si può ammirare il panorama da uno dei tanti miradouro, ascoltare il Fado in qualche localino oppure attraversare i suoi quartieri sul celebre tram 28. C’è un dettaglio, però, che torna sempre, fino a quando non lo si nota per la prima volta e poi lo si cerca dappertutto: gli Azulejos. Si tratta di piastrelle di ceramica, tipico ornamento dell’architettura portoghese e spagnola di forma quadrata, come vuole la tradizione, e dalla superficie smaltata e decorata nei modi più vari. Al-zuleique è il termine arabo che ha dato origine all’Azulejo e indica una piccola pietra liscia e levigata utilizzata dai mussulmani nel Medioevo. I sovrani lusitani ne rimasero particolarmente colpiti, così la fecero propria e dal XV secolo in poi il suo utilizzo in Portogallo non ha avuto eguali in Europa.
Gli Azulejos sono usati per decorare le pareti dei palazzi oppure per la pavimentazione. È da questo tipico utilizzo delle celebri mattonelle che nasce il proverbio spagnolo Nunca arás casa con Azulejos che significa non diventerai mai ricco. Queste piastrelle colorate, in effetti, non conoscono limiti, la loro superficie può essere piana, ma anche con rilievi oppure con lavori impressi, monocolori o coloratissimi. Quelle che hanno lo stile arabo imitano gli intrecci geometrici degli alicatados – che sono composti da piccoli pezzetti di ceramica smaltata che prendono il nome di aliceres – ma ci sono anche quelle che hanno la forma di un mosaico che imita l’opus sectile dei Romani. Gli Azulejos sono sempre stati di forma geometrica o rettilinea anche se forme come quella a stella, poligonale, rettangolare erano più difficili e avevano un costo maggiore perché richiedevano un taglio specifico che soltanto persone specializzate potevano realizzare.
Il Portogallo intero può essere considerato un museo all’aperto dell’arte dell’Azulejo, ma nella zona est di Lisbona è possibile visitare il Museu Nacional do Azulejo, dove approfondire la storia di questa antica tradizione, le tecniche evolutesi nei secoli e anche come l’arte stessa si sia adattata ai tempi. Il museo è ospitato nell’ex convento Madre de Deus, fondato nel 1506 e restaurato nella prima metà del XVIII secolo. Grazie a questi lavori di restauro la chiesa è stata decorata con bellissimi affreschi, ma soprattutto con piastrelle di ceramica e pannelli di legno intagliati e dorati, un tripudio di arte barocca. La presenza di lunghe pareti di ceramica poste nella sagrestia, lungo la scala principale, nella Cappella di Sant’Antonio, nel coro alto hanno rafforzato l’idea che collocare il museo proprio all’interno del convento sarebbe stata la scelta migliore.
Il Museo Nacional do Azulejo accoglie un’esposizione permanente di Azulejos a partire dalla seconda metà del XV secolo a oggi. Si passa dai disegni geometrici moreschi per arrivare sino all’astrattismo del XX secolo, inoltre è possibile ammirare un pannello di circa 36 metri che rappresenta Lisbona prima del terremoto del 1755 che ha distrutto più della metà della città. Custodisce, infine, una collezione davvero magnifica come il Painel de Nossa Senhora da Vida del 1580, i Frontais de Altar, la Lição de Dança, la História do Chapeleiro, così come opere più recenti realizzate da artisti quali Júlio Barradas, Maria Keil, Júlio Pomar, Cargaleiro, Querubim Lapa, Rafael Bordalo Pinheiro e tanti altri.
Il museo raccoglie, conserva, studia e diffonde quella che è stata l’evoluzione della ceramica e delle piastrelle nel Paese diffondendone la storia e l’importanza dell’espressione artistica nella cultura portoghese. Ma visitarlo è solo un primo passo perché è altrettanto importante vivere e scoprire questa meravigliosa e antica arte per le strade, nei palazzi, nei luoghi più inaspettati. In tutto il Portogallo è possibile ammirare Azulejos di ogni tipo, lasciarsi catturare dal loro fascino e dall’incredibile storia che ognuna di queste piastrelle racchiude in sé.
Fotografie di Francesca Testa©