Alcune settimane fa ho incontrato alla presentazione del suo libro La moglie americana, tradotto in varie lingue riscontrando un notevole successo, la giovane scrittrice americana Katherine Wilson, che vive in Italia, particolarmente innamorata di Napoli e legatissima al suo Paese. Dopo il breve colloquio, nel corso della presentazione, ho pensato ad alcuni conoscenti e amici che, al contrario, vivono all’estero da anni e che, pur essendosi ben integrati, hanno conservato intatto il loro amore e l’attaccamento alle proprie origini.
La prima persona che mi è venuta in mente è stata una giovane signora siciliana, non ancora quarantenne, nata nell’incantevole Milazzo in provincia di Messina, dalla quale è possibile raggiungere in poco tempo le isole Eolie. L’ho incontrata più volte nei miei viaggi del cuore, quelli che vorresti compiere con maggiore frequenza per ritrovarti con pezzi importanti della tua vita.
Roselyn Modica Navarro, questo il suo nome, l’insegnante siciliana parafrasando il libro della Wilson, vive da lungo tempo in Florida e insegna da tredici anni italiano presso la scuola pubblica G.Washington Carver Elementary School a Coral Gables, a sud-ovest di Miami. Sposata, due splendidi figli, svolge il suo programma in collaborazione con l’ODLI, l’Organizzazione per la Diffusione della Lingua Italiana, ente gestore del Consolato Italiano a Miami che, oltre a fornire supporto con un’altra insegnante, provvede ai libri di testo, organizza gite ed eventi per gli alunni.
All’ODLI, grazie al Presidente Luigi Bava e al Direttore scolastico Massimo Spiga, sono molto attivi e impegnati a favorire la conoscenza della lingua, della storia e della geografia del nostro Paese e, attraverso il COMITES, Comitato Italiani residenti all’Estero, nel quale Roselyn è stata eletta, si cerca di realizzare quello che è lo scopo prioritario dell’organismo: individuare le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della propria comunità di riferimento.
Quest’anno Roselyn ha ricevuto un riconoscimento per il suo particolare impegno che la vede sempre in prima linea oltre che come docente anche in occasione di eventi come quello recente in occasione della celebrazione della Festa della Repubblica con tutti i suoi alunni. Un impegno ampiamente riconosciuto dalle famiglie che vedono in questa bella insegnante siciliana un valido supporto per la crescita dei loro figli nel rispetto delle tradizioni sia del Paese in cui vivono che di quello di provenienza, purtroppo raramente presente nelle scuole italiane.
Sorpresa quando le ho chiesto alcune notizie per l’articolo su di lei, sul suo lavoro, con la semplicità che la contraddistingue e con il suo velato – ma non troppo – accento siciliano, ha risposto ad alcune domande che le ho rivolto:
Quali sono gli eventi italiani ufficiali che celebrate?
«Essendo una scuola elementare, festeggiamo maggiormente le feste più sentite all’età dei bambini. Abbiamo festeggiato Ferragosto e il giorno di Cristoforo Colombo, che in America ricade la prima settimana di ottobre. Nonostante non sia una festa italiana, è un’ottima occasione per introdurre un po’ di storia. Poi, Natale e la leggenda della Befana, ma non possono mancare Carnevale e la Festa della Repubblica.»
Quali sono le ricorrenze che maggiormente avvicinano i bambini all’Italia?
«Direi assolutamente il Carnevale. I piccoli lo paragonano ad Halloween e l’idea degli scherzi e dei coriandoli li affascina.»
Oltre alle ricorrenze ufficiali italiane celebrate con i bambini, quali altri strumenti utilizzi per trasmettere loro, ovviamente nelle forme e nei modi rapportati alla loro età, i valori della cultura del nostro Paese?
«Grazie alla tecnologia di oggi e a internet, ai bambini vengono esposti tutti gli aspetti della nostra cultura, come lo sport, la moda, l’alimentazione, la musica, lo stile di vita, i cartoni, le pubblicità, i film e le tradizioni. Inoltre, spesso a scuola organizziamo degli eventi durante i quali gli alunni riproducono queste idee. Dal creare le proprie maschere di Carnevale, al cucinare il proprio piatto italiano preferito, al giocare giochi tipici come Strega comanda colore, 1,2,3, stella, a cantare Girotondo. Spesso, anche nella comunità insieme alle varie associazioni italiane di Miami e dintorni (ODLI, IIPA, COMITES, ecc.), si organizzano eventi per festeggiare l’italianità dando ai nostri allievi una maggiore opportunità di sentirsi italiani. Io trasmetto la mia passione da nativa del Bel Paese e l’amore per la mia patria raccontando loro i miei ricordi d’infanzia durante il Carnevale, le mie avventure da bambina nei fanghi a Vulcano, nelle Isole Eolie, le scampagnate del giorno di Pasquetta, le canzoncine imparate in parrocchia. A volte è difficile perché bisogna evitare di parlare di religione ma in qualche modo riesco a camuffare i nostri festeggiamenti di origine religiosa con il semplice motivo di festeggiare la vita ed essere allegri.»
Ci sono scrittori e poeti italiani che maggiormente proponete nei programmi di studio? In caso affermativo, sono frutto di scelte della vostra direzione didattica o suggerite e/o imposte dal nostro Ministero della Pubblica Istruzione?
«Il Ministero della Pubblica Istruzione Italiano non ci impone niente in quanto siamo comunque una scuola pubblica della contea di Miami-Dade e dobbiamo seguire principalmente gli standard locali. Ogni buon suggerimento è sempre benvenuto e accettato, sempre se possibile e appropriato. Ovviamente, Gianni Rodari e Carlo Collodi sono i più gettonati alle elementari, ma in passato abbiamo avuto modo di parlare in linea generale di Dante Alighieri. La scelta è quasi sempre a nostra discrezione a seconda della necessità o perché un autore si trova nei testi che seguiamo o perché più adatto ad esempio per la Festa della Mamma, ecc.»
Quanta Italia e, diciamolo pure, quanta Sicilia c’è in tutto ciò che trasmetti ai bambini con la tua ben nota passione?
«Sin dal primo giorno, avverto tutte le famiglie del fatto che i loro figli sapranno che la Sicilia è la più bella, è la patria della Signora Navarro! Se non altro, sapranno dove si trova Milazzo e la maestosità dell’Etna. Scherzi a parte, assicuro loro che i bambini sapranno che l’Italia è bella tutta. Trasmetto solo passione e amore per l’Italia e l’italiano perché è ciò che sento, e mi sento felice nel farlo. Ai miei alunni dico che sono un po’ italiani perché hanno la nostra nazione nel cuore, non solo la lingua ma anche la cultura. Cerco di incoraggiarli affinché raccontino in classe qualunque tipo di riferimento a essa nelle loro vite quotidiane ed esperienze a Miami: il gelato che mangiano nei centri commerciali, il menù del ristorante italiano che hanno tradotto per i genitori, le Ferrari che vedono per strada, fino a quando si rendono conto che l’Italia ci circonda anche qui in Florida.»
Immagini qualche volta di aprire gli occhi e avere davanti una scolaresca della bella Milazzo?
«Ho già avuto questa bellissima emozione un paio di anni fa ed è stato stupendo essere finalmente almeno in due con quell’accento milazzese (anche se mi dicono che lo sto perdendo sempre più). Tuttavia, ogni bambino nuovo che arriva dall’Italia – e non importa da dove – porta sempre qualcosa di speciale con sé, attirando la curiosità degli altri alunni che vogliono scoprire il nostro Paese anche attraverso i suoi occhi, dando, al tempo stesso, quel senso di importanza e sicurezza a colui che è appena arrivato in questa città sconosciuta.»