Quando si parla di letteratura erotica, quasi automaticamente si pensa a libri più o meno manifesti che hanno per soggetto principale il sesso e le sue espressioni fisiche. Ma un romanzo erotico degno di questo nome, oppure un racconto o un saggio, che si inserisce in questo filone, molto spesso, tutto è tranne che esplicito. Anzi, l’erotismo più coinvolgente risiede proprio lì dove si tace di più, dove si lascia immaginare al lettore una certa scena piuttosto che descriverla in ogni suo dettaglio. Qui di seguito mi sono permessa di stilare una lista (ovviamente per nulla esaustiva) di testi piccanti, focosi, d’amore di coppia, sia eterosessuale che non, che cercano di coprire ogni gusto o preferenza, maliziosi o apertamente pornografici, in ordine casuale. Ad aiutarmi nella scelta, amici e amiche che leggono e amano la letteratura erotica.
Partiamo col botto, con qualche classico più conosciuto e hardcore: Antonio ci consiglia Le undicimila verghe di Guillaume Apollinaire, un testo del 1907 brutalmente esplicito che non si fa mancare nulla: pederastia, sodomia, lesbismo, onanismo, voyeurismo, feticismo, sadomasochismo, gerontofilia, zoofilia, coprofilia, necrofilia, orge, omicidi. Nello specifico su questo titolo, Mario mi segnala che la casa editrice Indipendent Legions ha in catalogo una versione con traduzione d’eccellenza di Barbara Manzetti, già traduttrice di Justine di De Sade, recuperato nella primissima stesura del 1787.
Restando sul versante ipersessuale, Justine, sempre di De Sade, lo cita Davide: una giovane pia e orfana subisce, per vari motivi, ogni sorta di violenza. Aggiunge anche il classicissimo Le 120 giornate di Sodoma, romanzo incompiuto composto durante la prigionia nella Bastiglia nel 1785, in cui diversi personaggi architettano un’elaboratissima e stravagante orgia per tirarsi su il morale. E non solo. E se parliamo del Marchese, Dario ci consiglia La filosofia nel boudoir, ovvero le avventure di una ragazza vergine e innocente che viene iniziata ai segreti della vita libertina.
Lo stesso Davide aggiunge alla lista altri titoli: Venere in pelliccia di Leopold von-Sacher Masoch – perché De Sade fa sempre il paio con Masoch –, romanzo erotico tutto giocato intorno al sogno che vede protagonista una donna bellissima avvolta in una pelliccia scura; e altri due libri che troviamo quasi sempre nelle liste della letteratura erotica, ovvero Il delta di Venere di Anaïs Nin – quindici racconti commissionati alla scrittrice da un cliente anonimo nel 1977, fortemente concentrati sul piacere femminile – e Histoire d’O di Dominique Aury – consigliatissimo agli amanti del BDSM, dei “giochi di ruolo” master/slave e dei romanzi molto espliciti. A chiudere la lista, Davide consiglia anche un testo di fantascienza erotica: Crash di James Ballard che intreccia l’eccitazione sessuale del protagonista con gli incidenti automobilistici che causano vittime.
Se vogliamo mantenerci sugli anni Settanta, Cezco e Lucio ripescano dai ricordi adolescenziali Porci con le ali di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, il diario di due adolescenti che mescola sesso, prime esperienze, politica, condizione giovanile ed estrema vitalità. Fece scandalo all’epoca per il suo linguaggio triviale e il contenuto esplicito.
Ludovica invece preferisce dei testi più raffinati, che intrecciano fantastico, realismo magico ed erotismo estremo. Chi se non Angela Carter a rappresentare questo mix esplosivo? Due i libri preferiti di Ludovica: La camera di sangue, antologia di racconti che si rifà esplicitamente alle fiabe classiche come La bella e la Bestia, Barbablù e Biancaneve, e Venere nera, un’altra raccolta di racconti che reinterpreta alcuni personaggi storici e letterari come la prostituta Jeanne Duval (musa di Baudelaire), Edgar Allan Poe e i personaggi di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.
Alex invece, che è artista e illustratore, mi fa scoprire un testo interessante di Almudena Grandes dal titolo Le età di Lulù, ipnotico monologo della protagonista che caratterizza l’erotismo di ossessione e libertinaggio; in più, Alex aggiunge una graphic novel: I fiori del male di Kazuo Kamimura, un manga grottesco erotico, classico gekiga giapponese (fumetti di genere drammatico per adulti) di ben settecento pagine incentrato sulle perversioni di una coppia di giovani.
Meno conosciute sono le proposte di Vincent che apre un ventaglio molto interessante: il suo primo consiglio è Ladra di Sara Waters, testo finalista del Booker Prize nel 2012, racconta la storia di due donne di diversa estrazione sociale e della crescente tensione sessuale l’una nei confronti dell’altra; Vincent aggiunge anche Le regole dell’attrazione di Bret Easton Ellis, una sorta di diario sincronizzato scritto da una decina di personaggi che sperimentano droghe, alcool, amore libero e disgusto per la vita.
Forse altrettanto poco citate, ma più datate, sono le scelte di Antonio: la prima, di un autore anonimo, dal titolo Josephine Mutzenbacher ovvero la storia di una prostituta viennese narrata da lei stessa, per l’appunto un memoir in prima persona di una Josephine ormai cinquantenne che ripercorre con la memoria la sua vita prima di diventare una donna di piacere; Figlie di tanta madre di Pierre Louÿs, che pare essere un romanzo autobiografico su un ventenne alle prese con una prostituta e le sue tre figlie; L’anti-Justine ovvero le delizie dell’amore di Nicolas Restif de la Bretonne, un libro senza trama, l’anonimo protagonista che si abbandona a esagerazioni sessuali anche comiche ed esilaranti; e infine Putain di Nelly Arcan, per chi legge il francese (esiste anche una versione in italiano edita da Gremese Editore) che racconta l’attesa di una prostituta in una camera d’hotel, tra ricordi, ribellioni e autolesionismi.
Molto variegati anche i suggerimenti di Francesco, dagli autori giapponesi (spoiler: i miei preferiti) ai saggi. Ci consiglia dunque Immagini di cristallo di Yasunari Kawabata, cinque racconti nitidi e sensuali intorno alla donna e al corpo della donna, nel tipico stile nipponico di adorazione perversa e masochistica; diversissimo per stile e tono, Storia dell’occhio di Georges Bataille, esperienze sessuali di due adolescenti molto peculiari, esplicito, tosto, non adatto a stomaci deboli; e infine, perché questa è una lista che cerca di includere tutto, un saggio di Julius Evola, Metafisica del sesso, un’indagine sulla forza dell’atto sessuale considerato attraverso i suoi simboli, la magia, la sacralità, la trascendenza.
Restando sul primo suggerimento, riprendo il consiglio di Mimmo, che cita l’indimenticabile Memorie delle mie puttane tristi di Gabriel García Márquez. Non sto qui a descrivere la trama, ma lo cito per una curiosità: Márquez ha iniziato a scriverlo dopo essere stato ispirato dalla lettura di un altro testo di Kawabata (e questo vi invito io a leggerlo, uno dei testi erotici migliori che io abbia mai letto) ovvero La casa delle belle addormentate: la storia brevissima di un vecchio signore che si reca in un bordello dove le ragazze vengono narcotizzate e i clienti non possono assolutamente svegliarle. Divino.
Valentina suggerisce Autobiografia erotica di Aristide Gambía di Domenico Starnone: la scommessa di raccontare l’intera vita di un uomo attraverso le sue esperienze sessuali. Divertente, libertino, sensibile.
Paolo sceglie alcuni testi must: La vita sessuale di Catherine M. di Catherine Millet, romanzo erotico parzialmente autobiografico, che racconta tutte le esperienze sessuali avute durante la vita con dovizia di particolari, interessante a livello narrativo per il contrasto tra contenuto focoso e forma di scrittura chirurgica; Emmanuelle di Emmanuelle Arsan, anche questo in parte frutto di esperienze reali dell’autrice, narra le avventure di una donna e delle sue amiche, libertine ed emancipate; infine, un testo ancora più raffinato, Adulterio in America Centrale di Clancy Martin: dipendenza da alcool, scrittura, negazione e relazioni sessuali morbose.
Anna ci ricorda il topos erotico rappresentato da Le mille e una notte che sa regalare sorprese: i racconti dei tre Dervisci Qualandar (sezione 12-14) sono sensuali, multicolore, ovviamente non espliciti, ma lasciano intendere ciò che serve.
Avete poi presente Roal Dahl? L’autore di Matilda e de La fabbrica di cioccolato? Stefano ci tiene a sottolineare che lo scrittore britannico ha prodotto anche racconti per adulti, un po’ piccanti, raccolti nel libro Lust – Tales of craving and desire (se leggete in inglese) che esplorano la lussuria in ogni sua forma.
E Marianna infine tira fuori tre romanzi con la R maiuscola: Moll Flanders di Daniel Defoe, le fortune e le sfortune di una prostituta ispirata a una donna realmente esistita, Mary Frith, detta Moll la Tagliaborse; L’amante di Marguerite Duras, premio Goncourt 1984, romanzo in parte autobiografico che racconta come una ragazzina minorenne riesca a diventare amante di un miliardario cinese; e infine il meraviglioso Nanà di Émile Zola, appetiti sessuali insaziabili e la ricerca ossessiva del piacere. Capolavoro.
A chiudere, mi sembra giusto darvi anche i miei di consigli, quei libri che ho letto e selezionato finora e che sono riassunto di tutto ciò che per me è l’erotismo o la letteratura più spinta: Madame Edwarda di Georges Bataille, prostituzione e religione, estasi nella blasfemia e nella morte; Confessioni di una maschera di Yukio Mishima, non è un romanzo canonicamente erotico, ma lo sviluppo dell’omosessualità dell’autore viene descritto in modo sopraffino; Teleny di Oscar Wilde, vero e proprio romanzo pornografico, anche qui, a tema omosessuale, ispirato a sua volta dall’introvabile e misterioso I peccati delle città della pianura e altre voluttà di un famoso gigolò londinese vittoriano di nome Jack Saul (anche se non è certo che sia sua la penna, alcuni danno per autore l’anonimato), ovvero il racconto esplicito e crudo delle esperienze omoerotiche di Jack come sex worker antesignano; La chiave di Junichiro Tanizaki (i più smaliziati ricorderanno l’omonimo film di Tinto Brass), diari di un professore che ama di un amore ossessivo ma tenero la propria moglie, spingendola al tradimento; Sonetti lussuriosi di Pietro Aretino, qui ci si diverte, si ride, il linguaggio è piccante, volgare, cafone.
E, dulcis in fundo, due dei miei libri preferiti di sempre, Ho paura, torero di Pedro Lemebel, il desiderio carnale di un travestito cileno chiamato “la fata dell’angolo”, dal linguaggio gioioso, barocco, coloratissimo. La Bibbia dei cileni. E pure la mia. Sullo stesso filone, ma in versione partenopea, Scende giù per Toledo di Giuseppe Patroni Griffi.