Gentile Matteo Salvini,
mi accusi pure di buonismo, ma non trova che la parola “gentile” sia meravigliosa? Come sarebbe bello poter definire con questo aggettivo quanto ci circonda. Purtroppo, però, anche per colpa della retorica divisiva e aspra che contraddistingue la Sua sproporzionata esposizione mediatica, i tempi che viviamo sono tutt’altro che tali. Questa constatazione desta un certo dispiacere perché, anche se continua a definire con uno sprezzante “professoroni” tutti coloro i quali, quantomeno, si mantengono su un piano di ragionevolezza, non si può rinunciare a credere che quella della politica sia la dimensione del nostro vivere che più di tutte dovrebbe essere caratterizzata da un nesso inscindibile con la cultura e il consequenziale garbo che ne deriva. Tremonti, in veste di ministro dell’Economia di un passato governo – nel quale non a caso figurava anche il Suo partito – qualche anno fa disse, scandalosamente, che con la cultura non si mangia. Ebbene, il ministro si sbagliava. In realtà, dovrebbe essere il contrario, senza cultura non si dovrebbe mangiare, soprattutto in qualità di politici.
Ormai siamo abituati, anzi assuefatti, alla Sua impostazione tendente sempre allo scontro – come se la definizione di soluzioni e posizioni potesse provenire solo da una contrapposizione marcata – eppure non possiamo arrenderci e accettare passivamente quanto, attraverso questa modalità, ci propina quotidianamente. Oggi l’opposizione funzionale al Suo tentativo di costruzione del potere è quella italiani contro immigrati, ieri era settentrionali contro meridionali. Non si sorprenda, non ce ne siamo dimenticati.
Chi Le scrive è proprio un giovane meridionale. Ebbene sì, sono un ragazzo del Sud, come quelli che durante un congresso del 2013 dei “Giovani Padani”, da Lei presieduto, un tale ha voluto mandare a quel paese perché si era – testuali parole – rotto i coglioni dei giovani del Mezzogiorno. Sono nato in Basilicata – terra dimenticata da tutti, da voi soprattutto – in una delle zone più colpite dal terremoto dell’Ottanta, quella stessa tragedia sulla quale si divertiva a fare dell’ironia in un video, ampiamente diffuso in rete, risalente al 2009, quando, evidentemente, ancora non Le servivano i nostri voti. Certo, a pensarci, mi ha turbato vederLa ora – ma sempre e solo negli studi televisivi e a favore di telecamera – con i doposcì per mostrarsi attivo nei confronti dei terremotati dell’Abruzzo.
Attualmente vivo a Napoli, quella stessa città che al solo sentirla pronunciare pare che vengano sollecitate le ghiandole salivari dei Suoi sodali, pronti a inneggiare a un risveglio del Vesuvio che possa lavarci con il fuoco. Si sa, per Lei – fino al 2009, eh! – e i suoi compari, noi meridionali siamo poco avvezzi all’uso del sapone. Il tentativo di voler giustificare tutte queste infelici esternazioni come delle “goliardate” sarebbe ben riuscito se, appunto, non fosse ancora vivo in noi il ricordo di come suddette battute siano state in un certo modo istituzionalizzate quando, per più di vent’anni, a sedere sugli scranni dirigenziali vi è stato proprio il Suo partito che, difatti, si chiamava e si chiama ancora Lega Nord. Per inciso, infatti, non serve a nulla il tentativo di maquillage operato con quel “Noi con Salvini” in sostituzione del nome originario al Sud. Come a nulla serve il continuo spacciarsi come assoluta novità quando si è palesemente il frutto, anzi la naturale continuazione, di una politica vecchia e retriva ancora utile a certe esigenze di alcuni industriali del Nord. Questi motivi basterebbero già a spiegare la ragione del dissenso dilagante che sta montando negli ultimi giorni a Napoli alla notizia della sua visita in città e a evidenziare anche il perché che mi ha indotto a scriverLe. Ma, probabilmente, alla base dell’ostilità nei Suoi confronti c’è dell’altro che merita di essere spiegato.
Parliamo di qualcosa di profondo che si annida nel nostro essere, nel nostro bagaglio storico e culturale, qualcosa che Lei, per ovvie ragioni, non può comprendere. Difatti, Lei non conosce la nostra Storia e questo dovrebbe già essere sufficiente a mostrare la Sua inadeguatezza a ergersi a paladino della difesa della nostra identità che, a ben guardare, andrebbe protetta innanzitutto da Lei e dagli interessi che rappresenta.
Le si può far notare che, mentre nel ferrarese – fregiandosi con le bandiere verdi – la gente alzava barriere per impedire l’arrivo di nuovi richiedenti asilo, tra i quali anche bambini e donne incinte, a Napoli vi era una vera e propria gara di solidarietà. Nella vicenda, al di là di un piano prettamente umano, a mio parere, vi è anche una ragione storica.
Quando nasci al Sud, sei figlio dei Greci, dei Normanni, degli Svevi, degli Aragonesi, degli Angioini, sei figlio di culture provenienti da mezzo mondo e, dunque, lo straniero non può farti tanta paura. Quando sei meridionale, poi, un po’ lo sai cosa significa fuggire per necessità e avere come contraltare solo disprezzo e pregiudizio. Questo tipo di sofferenza, infatti, è capitato a tutti di vederla galleggiare negli occhi lucidi di qualche zio o nonno quando raccontava, a tavola, di come nel Nord Italia e non solo, proprio coloro i quali hanno generato la Sua ascesa, lo chiamassero “sporco terrone” o “mafioso”. Del resto, a ritmi impressionanti, continuiamo ancora oggi a vedere tanti nostri fratelli, cugini, amici, riempire le valigie di sogni e speranze e partire.
A dirla tutta, conosciamo sulla nostra pelle anche in che modo la demonizzazione dell’altro, del “diverso”, si presti a essere sfruttata per tornaconti elettorali o per consolidamenti di potere. Prima dell’arrivo della Lega Nord, infatti, avevano provveduto a operazioni di infangamento, studiate ad hoc, già i fautori dell’Unità d’Italia che, tra le altre cose, si preoccuparono persino di pagare dei fotografi al fine di immortalare le nostre genti – anche da morte – nelle pose e con le smorfie più strane. Questa strategia, nei fatti, si rivelò utile per convincere che la conquista del Meridione fosse necessaria anche e soprattutto perché quelle terre erano abitate da persone sottosviluppate che, in qualche misura, andavano “civilizzate”. In tal senso, si potrebbero citare anche il noto Lombroso e le sue malsane teorie. In aggiunta, persino la massoneria inglese si impegnò a screditare in tutta Europa il popolo napoletano e, in special modo, i suoi reali, mettendo in circolo voci utili al solo fine di giustificare il loro assedio – perpetrato attraverso i piemontesi – che mirava, in realtà, a eliminare dallo scacchiere la potenza navale dei Borbone.
Si badi che chi scrive non vuole contribuire in nessun modo ad alimentare una contrapposizione Nord-Sud, in una guisa quasi manichea, sterile e superata. Mi sento italiano e considero il mio Paese bello dalle Alpi a Lampedusa. È del tutto evidente, però, come in Italia continui a sussistere una sperequazione tra Settentrione e Meridione sul piano economico e sociale, e come non servano a nulla i contentini dopo le batoste referendarie (il riferimento è alla proposta di un ministero specifico per il Mezzogiorno). Si rendono necessarie, invece, politiche di ampio spettro che il partito del quale Lei è a capo non ha mai contribuito a portare avanti, ponendosi anzi sempre sul fronte opposto. Dipoi, tra i tanti vergognosi titoli del giornale – si stenta a chiamarlo tale – Libero, l’ultimo sul Piagnisteo napoletano ci rende bene la misura di come si continui ancora a nutrire e fomentare un certo antimeridionalismo.
Vede, Salvini, se solo non si fosse trincerato dietro le mura – e se solo non avessi ritenuto fermamente che l’esortazione fattaLe a non girare per Napoli fosse necessaria – mi sarebbe piaciuto invitarLa a percorrere le nostre vie perché, in questo modo, avrebbe potuto imparare molte cose che evidentemente ignora e che, quindi, non può arrogarsi la pretesa di salvaguardare. Tra le tantissime strade ve ne è una in particolare, San Gregorio Armeno, dove avrebbe potuto notare, senza un eccessivo sforzo, come il presepe della tradizione napoletana – quello che dice di voler difendere usandolo, in realtà, come una clava contro le minoranze – da secoli racchiuda in sé una commistura di etnie e tipi umani unica nel suo genere. E, sempre camminando, per le nostre vie avrebbe appreso che, sì, vi è tanta miseria e tanta sofferenza, ma altrettanta dignità nella condivisione. Nei vicoli di Napoli, e nel Sud in generale, si creano delle micro-comunità che possono aiutarci a capire che il sostegno degli uni verso gli altri, la solidarietà e l’integrazione siano l’unica chiave di volta.
Splendida disamina. Grazie.
Caro Angelo Potenza, grazie. Sono una donna del Nord, di Milano per essere precisa, e le chiedo scusa per tutti gli affronti che nel tempo e ora, anche e purtroppo, il popolo di cui lei fa parte ha dovuto subire e subisce. Mi sento impotente di fronte all’ignoranza e alla volgarità perchè non è possibile combatterla ad armi pari. I Salvini, con la loro tronfia stupidità, sono tantissimi ma molti di più, per fortuna e per grazia di Dio, sono coloro che al Nord condannano le loro esternazioni e se ne vergognano come me ne vergogno io. Vedere offesa la gente del sud da CERTA gente del nord offende profondamente anche me. E soprattutto mi fa rabbia perchè questa CERTA gente del nord non sa nulla di noi, di voi, e non conosce la storia, così varia e ricca, del nostro splendido paese e delle sue varie e diverse e meravigliose culture. La ringrazio per la sua lettera a Salvini che lui, purtroppo non leggerà come dovrebbe o lo farà con la supponenza e la sicumera che lo contraddistinguono e non imparerà niente. Grazie, caro Angelo, e un abbraccio (potrei essere sua mamma) Roberta Grazzani
Splendida disamina. Grazie.
Caro Angelo Potenza, grazie. Sono una donna del Nord, di Milano per essere precisa, e le chiedo scusa per tutti gli affronti che nel tempo e ora, anche e purtroppo, il popolo di cui lei fa parte ha dovuto subire e subisce. Mi sento impotente di fronte all’ignoranza e alla volgarità perchè non è possibile combatterla ad armi pari. I Salvini, con la loro tronfia stupidità, sono tantissimi ma molti di più, per fortuna e per grazia di Dio, sono coloro che al Nord condannano le loro esternazioni e se ne vergognano come me ne vergogno io. Vedere offesa la gente del sud da CERTA gente del nord offende profondamente anche me. E soprattutto mi fa rabbia perchè questa CERTA gente del nord non sa nulla di noi, di voi, e non conosce la storia, così varia e ricca, del nostro splendido paese e delle sue varie e diverse e meravigliose culture. La ringrazio per la sua lettera a Salvini che lui, purtroppo non leggerà come dovrebbe o lo farà con la supponenza e la sicumera che lo contraddistinguono e non imparerà niente. Grazie, caro Angelo, e un abbraccio (potrei essere sua mamma) Roberta Grazzani
Splendida disamina. Grazie.
Caro Angelo Potenza, grazie. Sono una donna del Nord, di Milano per essere precisa, e le chiedo scusa per tutti gli affronti che nel tempo e ora, anche e purtroppo, il popolo di cui lei fa parte ha dovuto subire e subisce. Mi sento impotente di fronte all’ignoranza e alla volgarità perchè non è possibile combatterla ad armi pari. I Salvini, con la loro tronfia stupidità, sono tantissimi ma molti di più, per fortuna e per grazia di Dio, sono coloro che al Nord condannano le loro esternazioni e se ne vergognano come me ne vergogno io. Vedere offesa la gente del sud da CERTA gente del nord offende profondamente anche me. E soprattutto mi fa rabbia perchè questa CERTA gente del nord non sa nulla di noi, di voi, e non conosce la storia, così varia e ricca, del nostro splendido paese e delle sue varie e diverse e meravigliose culture. La ringrazio per la sua lettera a Salvini che lui, purtroppo non leggerà come dovrebbe o lo farà con la supponenza e la sicumera che lo contraddistinguono e non imparerà niente. Grazie, caro Angelo, e un abbraccio (potrei essere sua mamma) Roberta Grazzani
Splendida disamina. Grazie.
Caro Angelo Potenza, grazie. Sono una donna del Nord, di Milano per essere precisa, e le chiedo scusa per tutti gli affronti che nel tempo e ora, anche e purtroppo, il popolo di cui lei fa parte ha dovuto subire e subisce. Mi sento impotente di fronte all’ignoranza e alla volgarità perchè non è possibile combatterla ad armi pari. I Salvini, con la loro tronfia stupidità, sono tantissimi ma molti di più, per fortuna e per grazia di Dio, sono coloro che al Nord condannano le loro esternazioni e se ne vergognano come me ne vergogno io. Vedere offesa la gente del sud da CERTA gente del nord offende profondamente anche me. E soprattutto mi fa rabbia perchè questa CERTA gente del nord non sa nulla di noi, di voi, e non conosce la storia, così varia e ricca, del nostro splendido paese e delle sue varie e diverse e meravigliose culture. La ringrazio per la sua lettera a Salvini che lui, purtroppo non leggerà come dovrebbe o lo farà con la supponenza e la sicumera che lo contraddistinguono e non imparerà niente. Grazie, caro Angelo, e un abbraccio (potrei essere sua mamma) Roberta Grazzani
Articolo tremendamente crudo. La verità, purtroppo, è che la questione meridionale, nata già nel XVIII secolo, non penso potrà risolversi mentre ancora continua a permanere questa cultura politica di predazione che, ancora oggi nel 2022, vede il meridione come serbatoio di voti e di manodopera che si accontenta di salari da fame. Dovremo aspettare, noi su-dici, tempi migliori. Forse sarebbe opportuno che noi per primi prendessimo coscienza dell’enorme valore, anche e non solo culturale, di questo meridione così “malatrattato”, come avrebbe detto un autore siciliano, Vincenzo Rabito di Chiaromonte Gulfi, lui contadino semi-analfabeta che ha conseguito la licenza elementare a 35 anni, che ha scritto un’opera come “Terra matta”, opera che la dice tutta sulla situazione di un Sud vessato ed ormai abituato ad un clientelismo imposto dall’alto dalla classe politica già dal tempo dell’unità d’Italia.