Le ville di San Giovanni a Teduccio si trovano quasi tutte sul corso principale e fanno parte del cosiddetto Miglio d’Oro, ovvero quel tratto di strada che parte dal quartiere napoletano e arriva ai confini di Torre Annunziata. Si tratta di un percorso che voleva collegare idealmente il Palazzo Reale di Napoli con quello di Portici, dove si trova la residenza estiva voluta dal re Carlo di Borbone. Molte famiglie gentilizie per essere “vicine ai sovrani”, infatti, iniziarono a costruire ville lussosissime che con il passare del tempo hanno costituito appunto il Miglio d’Oro.
Proseguendo lungo il corso San Giovanni, al numero civico 901, si trovava Villa Percuoco, una costruzione settecentesca che è stata trasformata da sopraelevazioni e corpi aggiunti. La villa, costruita in tufo, aveva delle volte e solai in legno, e conserva ancora oggi una scala nell’androne con alcuni elementi originari nella facciata principale che, a sua volta, risente particolarmente dell’influenza vanvitelliana.
Un’altra villa costruita nel Settecento è Villa, o Palazzo, Procaccini che presenta una pianta a doppia L. La struttura è stata completamente modificata nel corso del secolo successivo e lo stato di conservazione è davvero pessimo, infatti oggi l’edificio è del tutto inagibile. Come scrivono ne Le ville di Napoli Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza essa è ubicata in uno dei nodi più antichi dal punto di vista topografico e toponomastico dell’intera zona, i Due Palazzi. Al di là del portale si apre l’estensione del giardino e la veduta del mare. Le terrazze che circondano il cortile centrale consentono di godere ampiamente della magnifica veduta del golfo. Ospitò il musicista Enrico Sarrìa.
Al numero 732 si trova invece Villa Raiola Scarinzi che presenta la struttura originaria del XVIII secolo, modificata successivamente con l’aggiunta di due piani. L’interno della casa ha una scala nel cortile, estremamente elegante, con un incrocio di archi in prossimità del ballatoio. La villa non è conservata benissimo, infatti buona parte del giardino è scomparso.
A confine tra due strade, di cui una porta all’antico casale di Barra, al numero 14 si trova Villa Vignola. Si tratta di uno degli edifici più antichi della fascia vesuviana e risale all’inizio del Seicento. L’ingresso è in piperno, con un portale incantevole, il primo piano è coronato da una fila di archetti pensili che ne caratterizzano la facciata. La planimetria si presenta con la forma di due C affrontate, dotata di cortile interno, anche se quest’ultimo ha visto i suoi spazi completamente modificati. La villa oggi si presenta in stato di abbandono e la preesistente cappella, a partire già dall’Ottocento, era stata inglobata dall’edificio.
Una costruzione più moderna è invece quella di Villa Vittoria, situata al civico 752. Edificio del XIX secolo, a pianta rettangolare, con cortile centrale e sviluppata su due piani, presenta una bellissima scala neoclassica a due rampe con asse semiellittico. Dallo spazio a forma ellittica, perimetrato dal corpo scala, si accede poi a un secondo cortile, posto in asse con il portale d’ingresso e al giardino. Anche in questo caso lo stato di conservazione è davvero mediocre.
Villa Volpicelli ha una storia diversa dalle altre, si tratta di due edifici che portano lo stesso nome; entrambi sono diventati proprietà di Costantino Volpicelli, divenuto membro della Commissione centrale sanitaria della città, responsabile dei regolamenti contro le epidemie di colera. La prima villa si trova al numero 827, l’altra al numero 835.
La prima Villa Volpicelli ha una facciata non originale, che è stata rifatta nell’Ottocento, e presenta un basamento a bugne. La planimetria mostra due corpi a C affrontati che racchiudono il cortile aperto verso il giardino e verso il mare. La facciata rivolta verso il cortile interno si innalza su un solo piano, quello terreno, sormontato da terrazzi panoramici. Lo stato di conservazione non è buono, infatti necessita di lavori di consolidamento e restauro.
Anche la seconda Villa Volpicelli non conserva più l’impianto originario settecentesco. Grazie alla posizione con veduta sul golfo di Napoli e per l’aria salubre della brezza marina, veniva utilizzata quale luogo di villeggiatura estiva e comprendeva tre appartamenti. Il portale dell’ingresso è in piperno, ad arco a tutto sesto e con uno stemma posto in chiave, da questo è possibile accedere al cortile interno che si conclude con un’esedra semicircolare rivolta verso il mare.
Queste ultime, così come tutte le altre ville di San Giovanni a Teduccio, hanno bisogno di restauri o almeno di essere recuperate in qualche modo. Proprio per questo motivo nel volume Ville Vesuviane – progetto per un patrimonio settecentesco di urbanistica e di architettura sono stati individuati da Urbano Cardarelli, Paolo Romanello, Arnaldo Venditti, nove itinerari “protetti” per recuperare il territorio. Si tratta di ipotesi che risalgono al 1987 ma, nonostante tutt’oggi non sia stato effettivamente realizzato molto, si spera si possano avere, prima o poi, degli interventi concreti e che possano essere davvero risolutivi.