Il quartiere Arenella, a Napoli, è stato fino al Novecento un luogo isolato, privo di insediamenti importanti. Oltre alle ville nobiliari, erano solamente due i nuclei abitativi rurali: il villaggio Arenella e le Due Porte. Da tenere conto era anche il fatto che le vie di accesso, considerando che il luogo era molto scosceso, erano sentieri in aspra salita, percorsi soprattutto a dorso d’asino.
Secondo alcuni autori, il nome Via Due Porte deriva, probabilmente, dal fatto che Giovan Battista della Porta e suo fratello, possedevano entrambi una proprietà di campagna. Della Porta è stato un filosofo, commediografo, studioso di alchimia, ha avuto contatti con Sarpi, Campanella, Galilei ed è stato sottoposto a controllo da parte dell’Inquisizione per molti dei suoi studi.
Come scrivono Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza nel loro Le Ville di Napoli: Nella sua casa di campagna pare avesse creato un museo di curiosità della storia naturale e un giardino botanico. Secondo altri, invece, il nome della strada deriverebbe dai due archi di porta ivi esistenti. Fausto Niccolini, a questo proposito, nel 1904 ha scritto: Le Due Porte che in fondo si riducono a due piccoli archi contigui sopra ognuno dei quali vi è uno scudo di marmo contenente un leone rampante sormontato da tre stelle.
Uno degli archi introduce a una viuzza tetra e oscura e l’altro a una via spaziosa e allegrissima. Oggi purtroppo gli scudi sono scomparsi. In questo luogo, vista la bellezza della veduta sulla città e l’amenità del luogo, sorgevano diverse residenze estive. Tra queste c’è Villa Anna o Visocchi ubicata in via Carlo Cattaneo n. 26. Si tratta di una costruzione dei Settecento con un parco di circa 27520 metri quadri. La villa è anche chiamata il “Giannoneo” perché per alcuni studiosi è stata la casa di villeggiatura dello storico e filosofo Pietro Giannone, nonché luogo di incontro degli illuministi napoletani.
Giannone, nella sua autobiografia, racconta così la sua villa: Toccate a’ miei clienti alcune rendite e case poste a Due Porte o perché ivi si mostrano due antiche porte, o perché ivi tenevano le loro ville i due famosi fratelli Porta filosofi e letterati napoletani, io le comprai. Fatto che ebbi tal acquisto ridussi in stato migliore quell’abitazione e fornitala di tutti gli arredi e suppellettili, nelle ferie estive e vendemmiali trasferiva ogni anno a Due Porte il mio domicilio; dove non tralasciando il mio mattutino e vespertino esercizio in camminare per quelle campagne, tutto il rimanente delle ore consumava in proseguire il lavoro dell’intrapresa istoria. Per questo mio ritiro, e perché anche dimorando in città poco volea farmi vedere nelle conversazioni e nelle altre brigate di amici… – Prendeva gran piacere degli ameni libri, del mare di Posillipo, e delle campagne e delizie vedute di Due Porte, dove io soleva portarmi: queste mi facevan dimenticare e posporre tutt’i diporti della città, dé teatri, e altre feste, e pompe del real palazzo. La zona Due Porte, per queste ragioni, è stata chiamata, successivamente, anche “Cantone di Villa Giannone”.
Sempre alle Due Porte, in via Molo al n. 19 c’è una villa bianca. Si tratta di una costruzione di fine Settecento, vincolata alla Soprintendenza. I restauri che sono stati effettuati hanno messo in luce i rilievi e le decorazioni a conchiglia presenti sulle finestre della facciata principale. Sul grande arco del portale d’ingresso domina uno scudo con un leone rampante che stringe un’alabarda. Ai lati la scritta Villa La Marca. La dimora ha avuto vari proprietari e attualmente è divisa in condominio e conserva un giardino di circa 1800 mq.
Villa Carolina all’Arenella è una costruzione che apparteneva ad Alfonso Pisani, nato a Marsiglia e residente a Napoli che nella prima metà del Novecento svolse le pratiche burocratiche e si interessò con tenacia affinché le autorità comunali provvedessero a dotare di acquedotto la zona alta della collina del Vomero, comprendente Montedonzelli, Cangiani, Camaldoli e Due Porte che da sempre avevano sofferto di grande penuria d’acqua, tento che la gente doveva fare uso di acqua piovana raccolta in cisterne o andare ad attingere alla “fontana della Scapigliata o’ vullo”, cosiddetta dalla bolla d’aria provocata dal condotto collocato al di sotto della vasca, che si trovava di fronte al monastero di Santa Maria Egiziaca all’Annunziata.