L’arte è sempre stata contemporanea è una delle frasi pronunciate da Andrea Viliani, direttore del Museo Madre di Napoli, durante l’incontro di studio dal titolo L’arte del dono, tenutosi presso L’Accademia di Belle Arti di Napoli, come preludio e introduzione alla mostra Doni – Authors from Campania.
L’esposizione, inaugurata al Madre mercoledì 12 aprile e visitabile fino all’8 maggio 2017, rappresenta il contributo campano al progetto non profit Imago Mundi di Luciano Benetton, stupefacente cornice più ampia che vede artisti di tutto il mondo – sia affermati che emergenti – confrontarsi con lo stesso supporto: una tela di 10×12 cm.
Con il suo intervento Viliani ha sottolineato, in primis, la fluidità dello scenario contemporaneo rispetto ai rapporti che intercorrono tra chi tradizionalmente trasmette e chi apprende il sapere, insistendo su come istituzioni e luoghi di apprendimento, tra cui università e musei, debbano oggi coraggiosamente compiere un atto di umiltà quotidiana, partecipando allo scambio culturale in maniera trasversale e aperta al confronto e all’arricchimento mutuale derivante dal contatto con il pubblico.
Durante l’incontro, moderato dalla curatrice della mostra Chiara Pirozzi, sono inoltre intervenuti come relatori: Giuseppe Gaeta, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, mostratosi soddisfatto della rinascita artistico-culturale di cui la città partenopea si impegna a essere protagonista; Gianfranco Pecchinenda, docente di sociologia all’Università Federico II; Elena Tavani, docente di estetica all’Università L’Orientale e Silvia Esposito, componente del duo artistico campano Afterall, tra i partecipanti alla mostra con la loro dinamica opera Aveva un foglio vuoto, piegato in tasca.
Ciascun intervento ha fornito una declinazione diversa del concetto di dono e dell’azione del donare, restituendo e riflettendo l’intera complessità – sia intrinseca che storica – degli stessi.
Tra questi l’aspetto primigenio e istintivo del donare – ricordato dal Professor Pecchinenda e attestato dalle neuroscienze – in comune con alcune categorie del mondo animale ma che nell’essere umano aiuta a creare o cristallizzare relazioni basate sulla reciproca fiducia. Inoltre, l’ambivalenza tipica del concetto stesso di dono, in bilico tra la reciprocità effettiva dello scambio e il carattere di imprevedibilità che ne accompagna l’arrivo, specie quando esso non prevede l’essere ricambiato o quando è esibito, come accade per l’opera d’arte. In quest’ultimo caso, come sottolineato dalla Professoressa Tavani, una soluzione valida per risolvere la dicotomia è quella di abbandonare le categorie del proprio sapere individuale e di accogliere il dono – in questo caso l’opera d’arte – senza tentare necessariamente di ingabbiarlo nelle griglie precostituite di cui siamo portatori.
In merito alla mostra, il direttore del Madre ha invece messo in evidenza come un progetto ambizioso quale Imago Mundi – un caleidoscopico atlante artistico di respiro globale – si muova su un terreno ricco, allo stesso tempo, di rischi e opportunità. Una delle sfide che la mostra si trova a fronteggiare è infatti quella di cercare di fecondare un terreno – quello campano – che con ogni probabilità è già estremamente fecondo, sfida raccolta e accolta dal museo partenopeo, nell’ottica costruttiva del mettere alla prova quanto una pluralità di sguardi, metodi, approcci, possano aiutarci a sostenere ciò che quotidianamente già sosteniamo, ovvero la creatività in questo territorio.