Cosa succede quando una crisi socio-sanitaria, come quella provocata dalla pandemia da COVID-19, costringe un uomo e una donna uniti da un forte e stabile legame affettivo a stare insieme nella stessa casa per l’intera giornata e per un lungo periodo di tempo? Ce lo racconta lo sceneggiatore e regista Brando Improta nel suo film L’amore ai tempi del COVID, che da venerdì 11 settembre sarà visibile in rete (su YouTube), con la storia dei giovani Marco e Valeria e di una misteriosa scatola magica.
L’amore tra i due protagonisti è nato cinque anni prima, quando lei, insegnante di yoga, ha deciso di riprendere gli studi per avere altre opportunità di lavoro, e lui, sceneggiatore che tentava di entrare nel difficile mondo dello spettacolo, si dedicava anche alle lezioni private di storia. Una materia che il protagonista conosce bene e lo affascina, perché gli ha fatto comprendere come gli esseri umani raramente imparino dagli avvenimenti passati per poter organizzare meglio il presente e progettare il futuro.
Quando arriva la pandemia da coronavirus e inizia il lockdown, i due ragazzi cercano di rassicurarsi a vicenda all’insegna dell’andrà tutto bene. Ben presto, tuttavia, la convivenza iniziata per scelta si trasforma in una coabitazione forzata e le piccole reciproche insofferenze della vita quotidiana da banali e accettabili diventano sempre più complicate da gestire e poi addirittura insopportabili. Perfino le amicizie dei due partner diventano troppo invadenti e la stessa prossimità fisica dell’altro, da rifugio e protezione diventa una minaccia a quello che resta della libertà personale.
Durante uno dei litigi più dolorosi, che farà decidere ai protagonisti di non voler stare più assieme, Marco – interpretato dallo stesso regista napoletano – rivelerà di sentirsi un estraneo in quella casa piena di oggetti scelti quasi sempre dalla sua compagna Valeria – interpretata dalla brava Adele Vitale –, che confesserà a se stessa e al suo compagno, invece, di amarlo come non ha mai amato nessuno e, al tempo stesso, di non sopportare più di vivere con lui.
Cosa succederà ai giovani amanti e al loro futuro? Non lo sappiamo. Ma a questa svolta della narrazione, il regista Brando Improta dimostra di aver appreso bene il mestiere della commedia sentimentale, grazie alle precedenti prove artistiche, come attore con Carlo Verdone e nel ruolo di assistente alla regia con Alessandro Siani. Più di recente, è stato autore e interprete della serie web La vita come viene, che ha ottenuto discreti consensi critici e di pubblico, e del film Le piccole cose, di cui abbiamo parlato alla sua prima uscita in sala nel dicembre dell’anno scorso, e in queste prove l’ideazione, la costruzione e la scrittura delle storie che Improta realizza per lo schermo sono diventate più articolate e consapevoli delle finalità e delle capacità narrative.
Tra il realismo malincomico, tipico delle vicende sul senso di inadeguatezza giovanile della sua generazione, e la magia della narrazione cinematografica, quindi, l’autore fa apparire una scatola magica che capita per caso nelle mani dello scettico protagonista. Un oggetto che può far ritornare indietro nel tempo, proprio a quell’attimo in cui sono state dette cose, compiute azioni o prese decisioni drammatiche che possono, invece, essere cancellate, dando un corso diverso alla propria esistenza e alle vite degli altri.
Cosa accadrà a Marco e a Valeria durante la pandemia da COVID e, soprattutto, cosa ne sarà del loro amore dopo il lockdown fisico, psicologico e sociale che ha messo a dura prova la loro relazione? Riavvolgendo il nastro e prendendo decisioni diverse sulla loro vita a due, forse, riusciranno a essere più solidali e – chissà? – affronteranno meglio la crisi, trasformandola in opportunità, grazie alla forza del loro vitale sentimento e alla cura di se stessi, delle persone che amano e delle loro passioni comuni.