Mi verrebbe voglia di definire questo giorno di metà settimana una giornata particolare, ma forse no, ordinaria cronaca di facce di bronzo o, meglio, l’ennesima scoperta dell’acqua calda. Titoli a parte, sempre di scandali, corruzione e malaffare si tratta, ma ormai a essi non si dà più il peso che meritano. Queste notizie non meravigliano più nessuno.
Docenti universitari arrestati, decine di indagati sospesi temporaneamente dall’insegnamento e persino un ex ministro coinvolto nello scandalo dei concorsi truccati in ambito universitario. Vi chiederete, dov’è la novità? Dinastie di professori dai cognomi sempre uguali e, quando non lo sono, il filo che li lega potrebbe nascondere rapporti ancora più misteriosi.
Ma non è solo negli atenei che cambiano i nomi al fianco dei soliti cognomi, accade in RAI così come nelle redazioni dei giornali, dove, quando al figlio o al nipote del giornalista X manca proprio la materia prima per fare quel mestiere, meglio fargli scrivere di sport.
Sempre per restare in certi ambienti – non so perché definiti bene – sono arrivate anche le condanne per danno erariale per i rimborsi facili di qualche centinaio di migliaia di euro dei consiglieri del PDL della Regione Campania relativamente alla Legislatura 2010/2015.
Ancora, decine di nominativi della Napoli bene (?) trovati per caso da un agente della Polizia Municipale della città sullo smartphone di un parcheggiatore abusivo piuttosto organizzato, il quale, avvertito da un messaggino, provvedeva a riservare un posto in doppia e tripla fila dietro lauto compenso.
I quartieri bene, le baronie universitarie, la rimborsopoli della politica dei mediocri e dei truffaldini che non si accontenta mai, la sostopoli privilegiata che dà anche un certo tono – visto che un Sindaco rompicoglioni si è inventato le ZTL e il lungomare liberato dalle auto – sono tutti in egual misura la rappresentazione della degenerazione di una borghesia volgare e arrogante che persevera a tenere in piedi un sistema dove tutto è consentito e chi mette il bastone tra le ruote diventa il nemico da sconfiggere con ogni arma, non con il confronto ma con le maldicenze e le calunnie dalle comode poltrone dei salotti buoni, gli stessi, forse, dove si decidono nomine, incarichi e i meritevoli vincitori dei concorsi.
Di bene la parte sana del Paese conosce soltanto quello comune, nell’interesse della collettività tutta, con lo sguardo particolarmente rivolto ai giovani ai quali la nostra generazione continua a consegnare modelli perversi che di sicuro già hanno condannato il futuro dei nostri figli e che solo uno scatto di umanità più umanizzata e di dignità potrà salvare da un degrado senza fine.
Proprio così: “Napoli bene”? … Nella nostra città, come ovunque nel Mondo Globale dominato da un’unica divinità, il Denaro, il termine “bene” indica la quantità e non la qualità delle persone … Il “bene comune”, invece, lo spazio della “condivisione” e della “Convivialità” – come la definiva il grande Ivan Illich – è cosa Altra e fatica a trovare spazio nella realtà contemporanea.
Proprio così: “Napoli bene”? … Nella nostra città, come ovunque nel Mondo Globale dominato da un’unica divinità, il Denaro, il termine “bene” indica la quantità e non la qualità delle persone … Il “bene comune”, invece, lo spazio della “condivisione” e della “Convivialità” – come la definiva il grande Ivan Illich – è cosa Altra e fatica a trovare spazio nella realtà contemporanea.
Proprio così: “Napoli bene”? … Nella nostra città, come ovunque nel Mondo Globale dominato da un’unica divinità, il Denaro, il termine “bene” indica la quantità e non la qualità delle persone … Il “bene comune”, invece, lo spazio della “condivisione” e della “Convivialità” – come la definiva il grande Ivan Illich – è cosa Altra e fatica a trovare spazio nella realtà contemporanea.
Proprio così: “Napoli bene”? … Nella nostra città, come ovunque nel Mondo Globale dominato da un’unica divinità, il Denaro, il termine “bene” indica la quantità e non la qualità delle persone … Il “bene comune”, invece, lo spazio della “condivisione” e della “Convivialità” – come la definiva il grande Ivan Illich – è cosa Altra e fatica a trovare spazio nella realtà contemporanea.