Il processo di formazione dell’organismo urbano a Napoli, appare caratterizzato prevalentemente da una estrema discontinuità nelle direttrici di sviluppo del primitivo nucleo greco-romano. Contro ogni logica, le ragioni del fenomeno sono sostanzialmente analoghe tanto per il periodo precedente che per quello successivo all’unificazione dell‘Italia del 1861. I fenomeni di degenerazione strutturale e funzionale hanno nella storia urbanistica napoletana, un posto preminente. Iniziati già nel periodo ducale, sono andati aggravandosi in epoca medioevale.
A Neapolis, in cui si rinvengono in diverse direzioni tradizioni culturali eterogenee, le pressioni esterne non furono poche. Oltre a Siracusani e Sanniti, anche gli Ateniesi, nella prima metà del V secolo, fecero sentire la loro presenza in città lasciandone un vistoso segno nella stessa struttura urbana. A supportare la tesi che gli Ateniesi abbiano cercato e trovato un appoggio in Neapolis, anche testimonianze epigrafiche e monumentali della città che attestano il culto di Atena Neapolitana; di fatti non è un caso che appaia sulle monete di questo periodo lo stesso tipo che apparirà a Sibari: D/ Testa di Atena con elmo attico; R/ Toro italico con testa abbassata.
Fu proprio in quell’epoca che la città si sviluppò lungo tre grandi strade, da est a ovest (decumanus superior, maior e inferior), e lungo un’altra serie di vie da nord a sud (cardo). Questa singolare scacchiera presentava a tratti delle maglie più larghe, dove sorsero le fabbriche monumentali del centro politico e commerciale. Laddove, invece, la maglia di strade era più fitta, a ovest di via Duomo, si ebbe uno sviluppo intenso dell’edilizia residenziale. Nel nucleo più antico sorsero probabilmente gli edifici sacri, dedicati ai culti che risalivano alla fondazione della città: per il Tempio di Apollo non si hanno indicazioni valide, resta però certo che il Tempio dei Dioscuri fosse nel nucleo originario di Neapolis, mentre possediamo una documentazione archeologica che favorisce l’ipotesi dell’ubicazione del Tempio di Demetra sull’acropoli, cioè nella zona più alta, dove sorge San Gaudioso.
A Neapolis, inoltre, il Decumano Maggiore era orientato esattamente in direzione del punto in cui il sole s’innalzava all’alba del Solstizio d’Estate, cioè sull’asse cardinale est-ovest. La benevolenza degli dei nel giorno in cui il sole è al massimo del suo splendore, come principio luminoso, illumina con il suo primo raggio l’intero Decumano, non a caso quello che era consacrato all’Apollo iperboreo. La struttura urbanistica della città greco-romana era quindi molto semplice: un’acropoli con i suoi templi, i teatri e il foro a valle, nella zona più esterna gli edifici termali e lo stadio. Il centro residenziale gravitava intorno alla zona del Duomo, ossia nella zona compresa tra l’acropoli e l’odeo.