Lo spazio occupato dalla Neapolis della prima metà del V secolo è denominato zona alta, ovvero quella dell’acropoli demarcata grosso modo a ovest e a nord dalle mura, a sud da via Sapienza-via Pisanelli-via Anticaglia, e a est da via Duomo, che presenta una grande irregolarità di tracciato. Se il nucleo più antico è quindi questo, la parte più bassa che si pone ai suoi piedi, e che presenta una stessa irregolarità di tessuto urbanistico, non può non essere coeva alla prima fase della città.
L’area del foro della Neapolis romana è la parte che maggiormente si accosta al ciglio dell’acropoli e che si sviluppa senza nessuna conformità di impianto urbanistico, come in tutte le città greche precedenti alla metà del V secolo. Per questo motivo non è possibile identificare quali siano i confini dell’agorà della prima parte del secolo. Si può affermare, tuttavia, che nella Piazza di San Gaetano fossero riuniti gli edifici nei quali si amministrava la giustizia e che essa fosse luogo di riunione degli affaristi e dei commercianti. Al centro, ancora oggi, vi è il monumento dedicato al santo di cui prende il nome, eretto come ringraziamento dopo la peste del 1656. A sinistra, invece, vi è il vico Cinquesanti, nominato così perché vi abitavano cinque religiosi dell’Ordine teatino, fra cui il fondatore Gaetano da Thiene, che ne vollero la statua. Attualmente, in questa strada si possono ancora vedere i resti del Teatro Romano. Ai tempi, la piazza ebbe il nome di Augustale, denominazione che indicava anche la via che la congiungeva all’odierna S. Biagio dei Librai. Nel periodo medioevale, invece, per i fasti della Basilica di San Lorenzo, fu, per l’appunto, chiamata anche di San Lorenzo, non fosse altro che per l’istituzione dell’antico tribunale omonimo che si riuniva nei locali del convento francescano attiguo alla chiesa, il cui portale è contornato dagli stemmi policromi dei vari seggi della città. In questa zona, corrispondente al foro di età romana e all’agorà di età greca, vanno ricercati dei monumenti pubblici di Neapolis. Uno di questi, che sicuramente faceva parte del foro, era la basilica, la quale occupava l’area su cui attualmente è eretta la chiesa di S. Lorenzo Maggiore e che, un tempo, era una grande struttura che fungeva da mercato coperto, oltre che servire per l’amministrazione della giustizia.
Un altro monumento collocato nel foro era la Curia per la quale si può ammettere una certa contiguità con la basilica. Più a sud di questa si trovava il tempio di Cerere che, secondo le testimonianze di scrittori di varie epoche, sorgeva laddove oggi è situata la chiesa di S. Gregorio Armeno. Nella parte più settentrionale, dove attualmente troviamo la chiesa di S. Paolo Maggiore, invece, sorgeva il tempio dei Dioscuri e infine la piccola chiesa di S. Pietro appena di fronte. Sin dall’antichità questa piazza fu il centro di numerosi episodi politici, poiché qui si riunivano le 12 Fratrie del popolo e si ricevevano gli ambasciatori stranieri per trattare la pace o la guerra e, ancora, il popolo si riuniva accorrendo alle armi quando le campane chiamavano a raccolta per respingere gli attacchi dei saraceni prima, dei longobardi poi. Nello stesso luogo, inoltre, si accoglievano gli imperatori romani che facevano visita alla città.
Guardando una pianta di Napoli, ci si rende conto che il centro storico ha conservato a distanza di tanti secoli il tracciato della polis greca e mentre altrove, come ad esempio Pompei, la città antica è rimasta sepolta per secoli per tornare alla luce come mera curiosità archeologica, qui è stata incorporata più o meno naturalmente nel contesto urbano.