La fuga dei corpi è il primo romanzo di Andrea Gatti edito da Pidgin Edizioni. Un romanzo dalle tantissime sfumature che racconta di amicizia, di legami che cambiano, di come il tempo e le esperienze riescano a plasmare qualsiasi personalità, a volte modellandola completamente. Protagonisti di questa storia sono Daniel e Vanni che intraprendono un viaggio insieme con un unico desiderio nel cuore: andare via da tutto, fuggire dalla banalità della routine, da quotidianità che imprigionano mente e corpo, per raggiungere un “mondo” considerato perfetto quale è Cala Bruja ai loro occhi. Una spiaggia nel deserto andaluso che ospita una comunità autosufficiente dedita all’esplorazione di qualunque forma di piacere.
La narrazione de La fuga dei corpi assume ritmi diversi, alternati da ricordi passati ed esperienze del presente. La lettura è piacevole e coinvolgente e immerge il lettore in un rapporto di amicizia che appare familiare e che, tuttavia, sfuma piano nel corso delle varie tappe del viaggio. La musica fa da legante, suonare in pubblico, ai due ragazzi, non serve soltanto a racimolare soldi per poter proseguire l’avventura verso la “terra promessa”, ma è un rito – con tanto di cerchio magico e maschere – che permette loro di esprimersi senza freni, liberandosi di qualsiasi inibizione, timidezza o paura. Sono tante le persone che Vanni e Daniel incrociano lungo il cammino verso Cala Bruja, ma nessuna riesce veramente a lasciare qualcosa. Per i ragazzi esistono soltanto loro, la loro musica e le loro emozioni.
La fuga dei corpi è un romanzo che racconta quanto le persone riescano a cambiare grazie o per colpa delle esperienze vissute. È sorprendente quanto, pagina dopo pagina, si riesca a cogliere il cambiamento di Vanni e Daniel, o forse di come riesca a emergere e mostrarsi il loro io, quel lato del carattere che ha bisogno di formarsi prima di poter fiorire. Cala Bruja, per i due, sarà un punto di non ritorno. Il fattore umano, nel testo, è estremamente forte: i rapporti di incrinano, si condivide tutto per poi desiderare di non condividere nulla, si brama così tanto un mondo perfetto da trovarvi troppo presto tutti i difetti di quello “reale”.
Nel tentativo di imporsi, le individualità dei due protagonisti finiscono quasi per mescolarsi, scambiandosi i ruoli al punto da confondersi: Daniel diventa Vanni, Vanni diventa Daniel. Il primo mostra fragilità e insicurezza, che probabilmente ha sempre nascosto dietro un atteggiamento distaccato e deciso, che forse non era altro che un continuo scappare; il secondo mostra rabbia e insensibilità, probabilmente una reazione al passato, stanco del suo titubare, forte del fatto di potersi mostrare davvero e non soltanto quando canta, momento in cui qualcosa si risveglia in lui. A entrambi, però, sfugge tutto di mano: non riescono più a comunicare, non condividono emozioni e pensieri, la strada che percorrono insieme non fa altro che dividerli, lentamente, consapevolmente.
“La fuga dei corpi” è una storia di smarrimento e di miraggi, di corpi che si trascinano per lasciarsi alle spalle una vita arida, in cui si alternano due voci distinte, riconoscibili nella loro spigolosa personalità, nei loro difetti imperdonabili e nella loro imperfetta umanità.
Andrea Gatti è nato a Roma nel 1992. Laureato in cinema e specializzato in tecniche della narrazione, i suoi racconti sono su La Stampa, retabloid, Tuffi Rivista, Narrandom e nell’antologia L’ultimo sesso al tempo della peste (NEO. Edizioni) curata da Filippo Tuena.