L’Inchiesta Covid come strumento politico è un argomento che abbiamo già trattato, recentemente, in rubrica. L’articolo precedente (che potete recuperare qui) si chiude esattamente con queste parole:
[…] l’Inchiesta Covid, invece di essere considerata uno strumento per fare realmente chiarezza sulle questioni più nebulose della prima ondata pandemica, rischia di essere percepita come uno strumento politico nelle mani di populisti, partiti dell’attuale maggioranza di governo, antagonisti e persone con la memoria corta.
Alla luce degli ultimi sviluppi sulla questione la preoccupazione che allora paventavo si è tramutata in realtà?
Assistiamo alla nascita di una Commissione bicamerale Covid-19 voluta dal Governo Meloni per indagare la gestione della pandemia durante il Conte bis (quello in coalizione tra MoVimento 5 Stelle e PD).
La Camera dà il suo primo via libera alla proposta di legge per istituire la Commissione con 172 voti favorevoli, quelli della destra e del Terzo Polo, con Italia Viva e Azione. Le altre forze politiche hanno deciso di non partecipare al voto.
Le commissioni di inchiesta parlamentari sono un istituto garantito dall’articolo 82 della Costituzione. Il loro scopo è di avviare indagini parallele a quelle dell’autorità giudiziaria, su temi particolarmente complessi che le istituzioni vogliono mettere al centro del dibattito politico, e vengono composte in modo tale da rispecchiare la proporzione delle forze in Parlamento.
L’istituzione delle Commissioni d’inchiesta parlamentari è una scelta particolarmente delicata, potendo le Commissioni operare con i poteri dell’autorità giudiziaria, che la Costituzione assegna al Parlamento.
Da parte dell’attuale maggioranza (e non solo) si legge una volontà, a tratti dispotica, di voler mettere sotto accusa i precedenti governi. The “campagna elettorale” must go on. Anche dopo aver vinto.
Cruciale, a mio avviso, per capire le reali intenzioni di questa inchiesta è l’esclusione, nel testo di legge presentato, di tutte le eventuali responsabilità regionali.
Il testo presentato riguarda unicamente le scelte del governo centrale. La Commissione d’inchiesta sulla pandemia non potrà indagare, per esempio, nei riguardi della gestione pandemica della Regione Lombardia, guidata dal Presidente leghista Attilio Fontana. Il Governo Meloni non vuole indebolire i suoi alleati politici.
Possiamo, dunque, rispondere alla domanda: questa inchiesta è uno strumento politico? Sì.
Giuseppe Conte lo definisce un plotone di esecuzione nei suoi confronti e verso il Ministro Speranza. Un insulto agli italiani e al personale sanitario.
Non abbiamo il potere di tornare indietro nel tempo per vedere, con i nostri occhi che cosa sarebbe successo se… Ad esempio, se l’attuale maggioranza avesse governato durante le ondate pandemiche. Attraverso le dichiarazioni, prese una per una, e gli atteggiamenti di molti soggetti di tale maggioranza, possiamo, però, ipotizzare vari scenari.
In questa Commissione d’inchiesta verificheremo tutto: dalla app Immuni ai banchi a rotelle agli effetti avversi dei vaccini che qualcuno vorrebbe restassero dei tabù. Lo dobbiamo agli italiani.
Questa sembrerebbe una dichiarazione, di bassa lega, leggibile su uno dei gruppi Telegram basta dittatura. In realtà sono le parole di Alice Buonguerriero, deputata FdI.
Il dibattito costruttivo dovrebbe essere centrato su sprechi, abusi e irregolarità. Mi chiedo come questo sia totalmente possibile non chiamando le singole Regioni a rispondere delle proprie responsabilità.